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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 731 del 31 gennaio 1981
«La notificazione del decreto ingiuntivo a persona diversa da quella contro la quale è stato emesso non è idonea a far assumere al destinatario della notificazione stessa la qualità di intimato, e, quindi, di legittimato a proporre l'opposizione,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11457 del 18 novembre 1997
«Non sussiste né continenza (art. 39, secondo comma, c.p.c.) né pregiudizialità necessaria (art. 295 c.p.c.) tra la causa di opposizione a decreto ingiuntivo, ottenuto ai sensi dell'art. 63 disp. att. c.c., e quella preventivamente instaurata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6022 del 15 marzo 2007
«In tema di opposizione a decreto ingiuntivo, la integrale sostituzione, operata dall'opposto, al rapporto obbligatorio da lui invocato quale causa petendi della pretesa azionata in via monitoria e negato dall'opponente, di altro quale titolo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18205 del 3 luglio 2008
«Il decreto ingiuntivo divenuto inoppugnabile, che sia stato ottenuto dal creditore per una frazione soltanto del suo credito, non produce alcun effetto di giudicato (né interno, trattandosi di diverso processo, né esterno od implicito, vertendosi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9335 del 14 luglio 2000
«Il decreto ingiuntivo non opposto è provvedimento idoneo ad acquistare autorità di cosa giudicata sia sulla regolarità formale del titolo che sulla esistenza del credito, tanto in ordine ai soggetti che all'oggetto, con la conseguenza che la sua...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7400 del 8 agosto 1997
«Un decreto ingiuntivo non opposto, richiesto ed ottenuto per una frazione soltanto del credito risultante, per l'intero, da un'unica fattura di maggior importo, non è idoneo a rivestire, in un successivo giudizio di opposizione ad altro e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14444 del 7 giugno 2013
«In caso di dubbio, dovuto ad omonimia, sulla diversa identità tra il soggetto nei cui confronti sia stata domandata e pronunciata ingiunzione di pagamento ed il soggetto destinatario della notificazione del relativo decreto, quest'ultimo è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17299 del 25 giugno 2008
«In materia di procedimenti cautelari non è ammissibile il regolamento di competenza attesa l'inidoneità dei provvedimenti emessi sia in prima istanza che dal collegio adito ex art. 669 terdecies c.p.c., la cui decisione è sostitutiva dell'atto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4906 del 10 agosto 1988
«Ai fini dell'emissione, e della convalida, del sequestro conservativo, il requisito del periculum in mora, che non può essere escluso in base alla sola considerazione della consistenza patrimoniale (qualitativa o quantitativa) del debitore, non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1448 del 15 settembre 1970
«Il periculum in mora, considerato dall'art. 671 c.p.c. per la concessione del sequestro conservativo, non deve consistere soltanto nel subbiettivo timore del creditore di perdere le garanzie del proprio credito, ma deve corrispondere ad una...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1445 del 16 marzo 1981
«In materia di legittimazione passiva rispetto alle azioni di nunciazione, nella prima fase, a cognizione sommaria, del procedimento di nuova opera, legittimato passivo è l'autore dell'opera, cioè chi ne assume l'iniziativa, (esecutore materiale o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2413 del 14 aprile 1984
«Ai fini dell'applicabilità dell'art. 705 c.p.c. — che, in linea generale, fa divieto al convenuto in possessorio di proporre giudizio petitorio finché il primo non sia definito e la sentenza non sia stata eseguita — petitorio è il giudizio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1050 del 18 aprile 1974
«Per effetto della sentenza n. 151 del 30 giugno 1971 della Corte costituzionale (dichiarativa dell'illegittimità costituzionale e degli artt. 707, primo comma, e 708 c.p.c., nella parte in cui disponevano che ai coniugi comparsi personalmente...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9986 del 27 gennaio 2009
«In tema di successione di leggi nel tempo, il principio di irretroattività della legge penale opera con riguardo alle norme incriminatrici e non anche alle misure di sicurezza, sicché la confisca obbligatoria del veicolo, con il quale sia stato...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2343 del 20 gennaio 2014
«Il responsabile di attrezzature sportive o ricreative è titolare di una posizione di garanzia a tutela dell'incolumità di coloro che le utilizzano, anche a titolo gratuito, sia in forza del principio del "neminem laedere", sia nella sua qualità di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7402 del 24 giugno 2000
«Il datore di lavoro deve ispirare la sua condotta alle acquisizioni della migliore scienza ed esperienza per fare in modo che il lavoratore sia posto nelle condizioni di operare con assoluta sicurezza. Pertanto, non è sufficiente che una macchina...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5797 del 11 giugno 1981
«L'errore in ordine alla non necessità dell'autorizzazione amministrativa per l'edificazione di un'opera per la quale la licenza comunale sia effettivamente obbligatoria, cadendo su norme che, inserendosi nel precetto penale, valgono a formare...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6217 del 27 maggio 1994
«Poiché la determinazione della pena deve essere effettuata dal giudice nel rispetto delle norme di natura sostanziale previste dal codice penale, tra le quali vi è la disposizione dell'art. 78 diretta a temperare il principio del cumulo materiale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9026 del 27 ottobre 1983
«L'abitualità a delinquere ex art. 102 c.p. è operante obbligatoriamente ed automaticamente per presunzione di legge, senza bisogno di un accertamento del giudice. L'abitualità, invece, ritenuta dal giudice ex art. 103 c.p., è rimessa al potere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11539 del 11 marzo 2014
«Il giudice di merito non è tenuto a riconoscere le circostanze attenuanti generiche, né è obbligato a motivarne il diniego, qualora in sede di conclusioni non sia stata formulata specifica istanza, non potendo equivalere la generica richiesta di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 20403 del 31 maggio 2005
«Ai fini del divieto della reformatio in peius, quando appellante sia il solo imputato, per pena deve intendersi non soltanto il risultato finale ottenuto dopo aver calcolato gli aumenti e le diminuzioni per effetto della continuazione e del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42276 del 30 novembre 2010
«Il rinvio obbligatorio dell'esecuzione della pena, nei confronti del condannato affetto da sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) conclamata o da grave deficienza immunitaria, presuppone che la malattia sia giunta ad una fase così avanzata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 33967 del 9 agosto 2004
«Ai fini del rinvio obbligatorio dell'esecuzione della pena, nel caso previsto dall'art. 146, comma primo, n. 3, c.p., non basta che il condannato sia affetto da AIDS conclamata o da grave deficienza immunitaria, ma occorre che sussista anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1504 del 30 maggio 1994
«Il primo comma, n. 3 dell'art. 146 c.p., come modificato dall'art. 2, D.L. 14 maggio 1993, n. 139, convertito dalla L. 14 luglio 1993, n. 222, prevede un'ipotesi di rinvio obbligatorio dell'esecuzione della pena allorché il condannato sia affetto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20480 del 18 maggio 2001
«Nelle ipotesi in cui potrebbe essere disposto il rinvio obbligatorio o facoltativo della esecuzione della pena ai sensi degli articoli 146 e 147 c.p., il tribunale di sorveglianza ai sensi dell'art. 47 ter, comma 1 ord. pen. — può applicare ex...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11233 del 21 marzo 2001
«L'art. 146, comma 1, n. 3, c.p., nella parte in cui prevede il rinvio obbligatorio dell'esecuzione della pena qualora il condannato sia affetto da «malattia particolarmente grave» per effetto della quale le sue condizioni di salute risultino...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1802 del 30 maggio 1994
«A seguito della sentenza costituzionale n. 146 del 1975, che ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 148 c.p., nella parte in cui prevede il giudice, nel disporre il ricovero del condannato in un ospedale psichiatrico giudiziario, ordini la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7045 del 14 giugno 2000
«Poiché, a norma dell'art. 200 c.p., le misure di sicurezza sono regolate dalla legge in vigore al tempo della loro applicazione, la modificazione, ad opera dell'art. 1 del decreto legislativo n. 113 del 1999, dell'art. 12, comma quarto, del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5856 del 19 giugno 1986
«È costituzionalmente legittima la presunzione di pericolosità sociale e cioè l'obbligatorietà ed automatica applicazione della misura di sicurezza quando si sia in presenza di condizioni, le quali consentono di far ritenere, sulla base di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4040 del 22 dicembre 1986
«Le misure di sicurezza e le misure di prevenzione sono in via generale incompatibili, data la prevalenza delle prime sulle seconde: solo nel caso di concorso tra soggiorno obbligato e libertà vigilata le due misure sono compatibili, giacché il...»