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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10457 del 4 ottobre 2000
«Non integra violazione del principio di correlazione tra imputazione e sentenza di cui all'art. 521 c.p.p., atteso che la partecipazione ad associazione mafiosa e concorso esterno non rappresentano due diverse ipotesi criminose ma distinte...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14631 del 23 dicembre 1999
«La Corte di cassazione può procedere alla corretta qualificazione del fatto anche se questo venga ricompreso in una fattispecie astratta più grave di quella contestata, nel caso in cui, per effetto della concessione delle attenuanti generiche, il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 29 del 9 gennaio 1997
«Il giudice di appello, se accerta che il fatto è diverso da quello contestato, non potendo decidere in ordine allo stesso perché altrimenti sottrarrebbe all'imputato un grado di giudizio e ne violerebbe conseguentemente in maniera irreparabile il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9471 del 7 novembre 1996
«Qualora la questione della diversità del fatto rispetto a quello enunciato nel capo di imputazione si ponga nel giudizio di appello, perché non rilevata dal primo giudice o perché emersa solo in secondo grado, il giudice è tenuto non solo a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8511 del 29 luglio 1992
«Dalla stessa letterale formulazione dell'art. 468 del codice di rito penale abrogato (la situazione non è affatto mutata con riferimento al 523 di quello vigente) si ricava che la «discussione finale» va svolta con la illustrazione orale delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, ordinanza n. 3701 del 30 ottobre 1995
«La decisione emessa in camera di consiglio può essere resa anche dopo l'udienza, riferendosi l'art. 525 c.p.p., che prescrive l'immediatezza della deliberazione, esclusivamente alle sentenze pronunciate a seguito di dibattimento. (Nella specie la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9984 del 8 novembre 1993
«La pubblicazione (art. 545 c.p.p.) e il deposito (art. 548 c.p.p.) della sentenza hanno finalità diverse. La prima conclude la fase della deliberazione in camera di consiglio e consacra la decisione definitiva non più modificabile, il secondo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2548 del 17 marzo 1993
«Ai sensi dell'art. 136 della Costituzione, quando la Corte costituzionale dichiara l'illegittimità di una norma, questa cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione. Pertanto, qualora il pretore abbia ammesso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25806 del 4 luglio 2007
«Il principio dell'immutabilità del giudice, sancito dall'art. 525, comma secondo, c.p.p. è espressione di un principio generale estensibile anche alle decisioni assunte con ordinanza all'esito dell'udienza camerale ex art. 127 c.p.p. (In...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5737 del 12 febbraio 2004
«Il principio di immutabilità del giudice (art. 525 c.p.p.), espressamente previsto per la sola fase dibattimentale, si applica anche al procedimento di prevenzione — avuto riguardo alle peculiarità di quest'ultimo, caratterizzato da procedure...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9151 del 16 luglio 1999
«Atteso il carattere eccezionale della rinnovazione dell'istruzione dibattimentale in appello, il mancato accoglimento della richiesta volta ad ottenere detta rinnovazione in tanto può essere censurato in sede di legittimità in quanto risulti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10590 del 7 ottobre 1998
«Il principio dell'immutabilità del giudice concerne l'iter del processo che si dispiega dal momento dell'apertura del dibattimento fino alla deliberazione della sentenza, dovendo la decisione conclusiva essere necessariamente adottata dal medesimo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9815 del 16 settembre 1998
«La semplice lettura, da parte del giudice che decide, degli atti di istruzione probatoria in precedenza raccolti da giudice diversamente composto non è sufficiente a garantire il rispetto del principio di immutabilità del giudice di cui all'art....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3339 del 29 luglio 1996
«Ai provvedimenti emessi de plano non è applicabile l'art. 525, comma secondo, c.p.p. che si riferisce direttamente alle deliberazioni prese dai giudici a conclusione del dibattimento e la cui interpretazione può essere estesa sino a ricomprendere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4489 del 13 febbraio 1996
«Il principio della immutabilità del giudice, stabilito dall'art. 525, secondo comma c.p.p. con riferimento alla sentenza pronunziata all'esito del dibattimento, è applicabile anche alle ordinanze adottate all'esito della procedura in camera di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12779 del 29 dicembre 1995
«Ai sensi dell'art. 525, comma 2, c.p.p., la violazione del principio di immutabilità del giudice si verifica ogni qualvolta la decisione venga adottata da giudici diversi rispetto a quelli che hanno partecipato alle udienze dibattimentali....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12620 del 6 novembre 1999
«Nell'ipotesi di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale per mutamento della composizione del giudice non è necessaria anche la rinnovazione della citazione dell'imputato contumace — che non è richiesta dalla norma — e ciò in quanto la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4502 del 16 aprile 1998
«In virtù di quanto disposto dall'art. 526 c.p.p., sono utilizzabili, ai fini della decisione, tutte le prove acquisite nel dibattimento, comprese quelle non assunte in dibattimento ma acquisite al fascicolo per il dibattimento: ed invero, la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40381 del 7 dicembre 2006
«Il giudice d'appello, che facendo applicazione del cosiddetto criterio di resistenza ritiene di poter prescindere per la decisione dalla prova contestata, non è tenuto a dichiararne preventivamente l'inutilizzabilità.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4294 del 9 maggio 1997
«In tema di sentenza di assoluzione ex art. 530, comma secondo, c.p.p., si ha l'insufficienza della prova solo se la prova non assume quella consistenza ed efficacia tale da poter fondare una affermazione di responsabilità; mentre si ha la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5356 del 6 maggio 1992
«Nell'ipotesi di censura sulla logicità della motivazione fornita in ordine al dubbio sulla sufficienza della prova, ovvero, sul bilanciamento degli elementi probatori, vanno ribaditi i limiti alla cognizione della Corte di cassazione in tema di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7557 del 11 giugno 1999
«In tema di estensione degli effetti della impugnazione, sono da considerarsi motivi estensibili nei confronti di imputati che versano in identiche situazioni, quelli che, investendo la esistenza stessa del reato, non possono essere considerati...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4403 del 8 aprile 1999
«Nel caso in cui, in qualsiasi grado del giudizio, intervenga sentenza dichiarativa di improcedibilità perché l'azione penale non doveva essere iniziata, il giudice non può dichiarare la falsità di atti e documenti; invero, da un lato, la...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 30327 del 11 settembre 2002
«Il giudice di appello, che su gravame del solo pubblico ministero condanni l'imputato assolto nel giudizio di primo grado, deve provvedere anche sulla domanda della parte civile che non abbia impugnato la decisione assolutoria.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9779 del 21 marzo 2006
«È illegittima la decisione con cui il giudice di appello disponga l'assegnazione della provvisionale in assenza della richiesta della parte civile, considerato che l'art. 539 c.p.p. subordina tale statuizione alla specifica richiesta della parte...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7241 del 8 giugno 1999
«Il provvedimento di assegnazione di una provvisionale in sede penale ha carattere meramente delibativo e non acquista efficacia di giudicato in sede civile, perché destinato ad essere travolto in detta sede dall'effettiva liquidazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1471 del 12 febbraio 1992
«In tema di sospensione dell'esecuzione della condanna civile da parte della Cassazione, per la relativa pronunzia da adottarsi con ordinanza in camera di consiglio, si esige una richiesta di carattere interlocutorio, da introdursi medio tempore,...»
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Cassazione penale, Sez. VII, sentenza n. 15908 del 26 aprile 2002
«Anche nel caso in cui il ricorso per cassazione proposto dall'imputato venga dichiarato inammissibile con decisione assunta in camera di consiglio e non all'esito di pubblica udienza, è possibile, in applicazione della regola generale desumibile...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9344 del 31 agosto 1994
«In tema di pagamento delle spese processuali in favore della parte civile costituita la decisione del giudice di merito di compensare totalmente le medesime, essendo l'espressione di un potere discrezionale attribuito dalla legge, è incensurabile...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11499 del 12 marzo 2003
«In tema di computo dei termini processuali, ai fini della tempestività della proposizione dell'impugnazione - nel caso di imputato presente al dibattimento e di sentenza emessa con la sola lettura del dispositivo e riserva del deposito della...»