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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2058 del 13 marzo 1996
«È pienamente valida la deposizione resa dal consulente del lavoro anche nell'ipotesi in cui il giudice abbia omesso di avvertirlo del suo diritto di astenersi dal testimoniare, atteso che né l'art. 351 c.p.p. (vecchio testo) — che prevedeva il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5601 del 4 dicembre 1996
«La pronuncia di sentenza di appello che confermi la condanna di primo grado per un reato derubricato rispetto a quello contestato (nella specie lesioni aggravate in luogo di omicidio volontario) costituisce un fatto nuovo ai fini della valutazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2824 del 30 ottobre 1996
«In caso di ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di più soggetti, costituisce fatto nuovo sopravvenuto, del quale il giudice deve tenere conto ai fini della decisione sulla richiesta di revoca avanzata da taluno di costoro, ai...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2204 del 10 novembre 1995
«Può costituire fatto nuovo, che comporta la modifica del quadro di riferimento probatorio e legittima la revoca della custodia in carcere, dopo il rinvio a giudizio dell'indagato, il convincimento espresso dal giudice del dibattimento, all'esito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 481 del 14 marzo 1995
«In tema di misure cautelari personali, quando sia intervenuta una decisione di riesame sull'ordinanza applicativa della misura, chi propone l'istanza di revoca ha l'onere di indicare il fatto nuovo sopraggiunto ovvero originario, ma non oggetto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3597 del 16 settembre 1994
«...per il giudice, l'obbligo, enunciato dall'art. 299, comma 1, di rivalutare nell'attualità tutto il coacervo di indizi (gravi) posto a fondamento del provvedimento impositivo, anche quando, di per sé, il nuovo elemento risulti di scarso rilievo.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5165 del 1 dicembre 1999
«In tema di revoca delle misure cautelari, il «fatto nuovo» ovvero l'«elemento nuovo» idoneo a superare il c.d. giudicato cautelare già formatosi non può consistere nella semplice circostanza di una diversa e più favorevole valutazione delle stesse...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1789 del 5 febbraio 1991
«In virtù del quarto comma dell'art. 300 del nuovo c.p.p., quando è pronunciata sentenza di condanna (qualifica che indubbiamente deve riconoscersi alla sentenza di cui al secondo comma dell'art. 444 di detto codice), ancorché sottoposta ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3311 del 13 dicembre 1991
«In presenza della perdita di efficacia di una misura cautelare per effetto di un fenomeno estintivo della privazione della libertà, quale la revoca di cui all'art. 299, comma primo, c.p.p. (che implica una nuova valutazione delle condizioni di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 101 del 29 gennaio 1993
«L'operatività dell'art. 375 c.p.c., che, quando sussistono le condizioni ivi previste, prevede la possibilità di trattazione del ricorso per cassazione in camera di consiglio — da ritenersi consentita, in difetto di contraria previsione espressa,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4310 del 4 gennaio 1996
«L'obbligo di sentire previamente il difensore, che l'art. 301, comma 2, c.p.p. — nel testo risultante a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 219 del 1994 con la quale è stata dichiarata la parziale illegittimità della norma — pone...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9037 del 7 settembre 1991
«È legittima, nel corso del giudizio di secondo grado, la riemissione — su richiesta del P.G. — di un nuovo provvedimento restrittivo della libertà personale, senza previamente procedere ad un nuovo interrogatorio dell'imputato, qualora nella...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1530 del 28 settembre 1999
«...a seguito di giudizio di rinvio dalla Cassazione in cui, per la decisione del nuovo giudizio incidentale de libertate, sono stati utilizzati anche elementi di valutazione ulteriori rispetto a quelli contenuti negli atti trasmessi dal P.M. al Gip).»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5057 del 14 gennaio 1997
«...e. Decorrendo di nuovo i termini di fase, quello massimo di cui all'art. 304 sesto comma deve computarsi senza tener conto della custodia già sofferta, per provvedimento del giudice incompetente. Pertanto, solo nel caso in cui sia già spirato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4602 del 6 dicembre 1996
«Quando l'imputato sia già detenuto per lo stesso fatto anche presso il giudice dichiarato competente, il nuovo termine decorre comunque dal momento della dichiarazione di incompetenza anche quando la misura venga disposta in modo autonomo oltre la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17328 del 11 ottobre 2012
«Poiché la novazione oggettiva si configura come un contratto estintivo e costitutivo di obbligazioni, caratterizzato dalla volontà di far sorgere un nuovo rapporto obbligatorio in sostituzione di quello precedente con nuove ed autonome situazioni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7139 del 21 marzo 2013
«In materia di diritto al risarcimento del danno da illecito extracontrattuale, in presenza di illecito che determini, dopo un primo evento lesivo, ulteriori conseguenze pregiudizievoli, il termine di prescrizione dell'azione risarcitoria per il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4993 del 8 febbraio 2010
«In tema di giudicato cautelare, non costituisce fatto nuovo, idoneo a modificare il quadro indiziario già valutato in sede di riesame ed a legittimare la revoca della misura, il mero fatto dell'adozione, sempre in sede cautelare, di una decisione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1184 del 26 aprile 1994
«Il principio del ne bis in idem, qualora non venga invocato nell'ambito suo proprio di tutela del giudicato, per cui vi è divieto di celebrare un nuovo processo per il medesimo fatto che sia già stato oggetto di procedimento definito con un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2076 del 4 giugno 1998
«...a norma dell'art. 293, comma secondo, c.p.p., come integrato dalla sentenza Corte cost. n. 192 del 1997 — ma a rendere effettiva la garanzia di un nuovo esame della questione cautelare, in tutti i suoi aspetti, dal tribunale del riesame.»
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Cassazione penale, Sez. II, ordinanza n. 3032 del 20 giugno 1995
«Tra i vizi deducibili con il ricorso per saltum avverso i provvedimenti cautelari, che l'art. 311, secondo comma, c.p.p., limita alla violazione di legge, non rientrano i vizi attinenti alla motivazione, con la conseguenza che resta esclusa la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44 del 4 marzo 1993
«Il Gip che rimette gli atti al P.M. per la modificazione dell'imputazione con la contestazione del fatto nuovo non può procedere all'attività prevista dall'art. 392 c.p.p. perché tale norma presuppone l'esercizio dell'azione penale e questo si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10135 del 24 settembre 1994
«... Il nuovo codice di procedura penale distingue quindi nettamente tra atto del procedimento e suo contenuto e non vi è perfetta equiparazione tra ciò che diviene conoscibile all'interno del procedimento e la sua divulgabilità. Tuttavia, anche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 40355 del 13 novembre 2001
«Il reato di calunnia continua ad essere configurabile anche nel caso, espressamente previsto dall'art. 368 c.p., in cui la falsa incolpazione sia contenuta in una denuncia anonima, non potendosi in contrario trarre argomento dal fatto che l'art....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6712 del 16 febbraio 1999
«Alla luce della disciplina del nuovo codice di procedura penale, la polizia giudiziaria, una volta intervenuto il Pubblico Ministero, deve compiere non solo gli atti ad essa specificamente delegati, ma anche tutte le altre attività di indagine...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4603 del 26 gennaio 1993
«Nella disciplina prevista dal nuovo codice di procedura penale non esiste un divieto assoluto per la polizia giudiziaria di procedere ad atti di iniziativa successivamente alla trasmissione della notizia di reato al pubblico ministero; esiste...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40714 del 15 novembre 2001
«La contestazione in udienza del reato di violazione dei sigilli collegato alle contravvenzioni edilizie ai sensi dell'art. 12, comma 1, lett. b) del codice di rito, non rientra nella previsione della contestazione di «fatto nuovo» prevista...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1555 del 3 luglio 1991
«L'art. 381, ultimo comma del nuovo codice di procedura penale, con lo stabilire che, in caso di reato per cui è previsto l'arresto facoltativo in flagranza, si procede all'arresto soltanto se la misura è giustificata dalla gravità del fatto ovvero...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3010 del 8 agosto 1996
«Il ruolo della persona offesa da reato è stato potenziato nel nuovo codice in considerazione dell'essere portatrice di un interesse squisitamente penale finalizzato alla repressione del fatto criminoso a differenza della parte civile titolare di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 155 del 1 aprile 1993
«Nel contesto normativo del nuovo codice di procedura penale deve affermarsi l'esistenza di un vero e proprio diritto di intervento della persona offesa dal reato nel procedimento di archiviazione allorquando la stessa persona offesa abbia...»