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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 9573 del 5 maggio 2014
«La domanda proposta nei confronti del Ministero della difesa dagli eredi di un militare italiano, per il risarcimento dei danni conseguenti all'esposizione del proprio congiunto all'uranio impoverito e ad altre sostanze nocive nel corso della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3553 del 7 dicembre 2000
«Ai fini della qualificazione di un atto come «atto sessuale», quale previsto dall'art. 609 bis c.p., non deve necessariamente farsi riferimento all'istinto sessuale del soggetto agente, ben potendo rientrare nella nozione in questione anche un...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 13 del 5 luglio 2000
«In tema di violenza sessuale, l'«abuso di autorità» di cui all'art. 609 bis, primo comma, c.p. presuppone nell'agente una posizione autoritativa di tipo formale e pubblicistico. (In applicazione di tale principio la Corte ha escluso la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1913 del 21 febbraio 2000
«Deve ritenersi corretta la qualificazione di incaricato di pubblico servizio attribuita al medico convenzionato con il servizio sanitario nazionale perché investito di funzioni di carattere pubblicistico aventi nel contempo natura sanitaria ed...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 20578 del 1 giugno 2010
«Il reato di induzione a compiere o subire atti sessuali con l'inganno per essersi il reo sostituito ad altra persona (art. 609 bis, comma secondo, n. 2, c.p.) è integrato anche dalla falsa attribuzione di una qualifica professionale, rientrando...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 32513 del 30 settembre 2002
«La figura di violenza sessuale delineata al comma 2 n. 1 dell'art. 609 bis c.p., centrata sull'induzione all'atto sessuale di persona in condizioni di inferiorità fisica o psichica, si distingue sia dalla fattispecie di costrizione mediante abuso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4114 del 8 maggio 1997
«L'art. 2 c.p. che regola la successione nel tempo della legge penale, riguarda quelle norme che definiscono la natura sostanziale e circostanziale del reato, comprese quelle norme extrapenali richiamate espressamente ad integrazione della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23988 del 15 giugno 2011
«La fattispecie criminosa di violenza sessuale di gruppo richiede per l'integrazione la presenza di più persone al momento e sul luogo del delitto e in ciò si differenzia dall'ipotesi di concorso nel reato di violenza sessuale. (Nella specie la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46289 del 3 dicembre 2003
«In tema di violenza sessuale sui minori avvenuta in ambito familiare, le dichiarazioni dei congiunti che hanno raccolto le confidenze del minore costituiscono veri e propri riscontri allorché integrano qualificate deposizioni de relato e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 25112 del 2 luglio 2007
«Ai fini della configurabilità del reato di violenza sessuale, va qualificato come «atto sessuale» anche il bacio sulla bocca che sia limitato al semplice contatto delle labbra, potendosi detta connotazione escludere solo in presenza di particolari...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 42789 del 10 novembre 2003
«Il delitto previsto dall'art. 611 c.p. (violenza o minaccia per costringere a commettere un reato) è un reato di pericolo che si consuma nel momento stesso dell'uso della violenza e della minaccia, indipendentemente dal reato fine; comunque,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5762 del 16 giugno 1983
«Il testimone mantiene la qualifica di pubblico ufficiale fin quando il processo non si è definitivamente esaurito, ed anche dopo aver egli già deposto è pertanto ipotizzabile il reato di violenza o minaccia in suo danno, previsto dall'art. 611 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3186 del 5 aprile 1997
«La minaccia condizionata è punibile — tranne che con essa l'autore intenda non già restringere la libertà psichica del minacciato, bensì prevenire un'azione illecita dello stesso, rappresentandogli tempestivamente quale reazione legittima il suo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12277 del 28 ottobre 1999
«L'art. 18 della legge 25 giugno 1999, n. 205 ha abrogato la norma che prevedeva il delitto di oltraggio ma non ha fatto venir meno la rilevanza penale dei fatti-reato sussunti nella fattispecie di oltraggio: non può quindi trovare applicazione il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11518 del 7 ottobre 1999
«In tema di oltraggio a pubblico ufficiale, a seguito dell'abolitio criminis di cui all'art. 18 della L. 25 giugno 1999, n. 205, il fatto, originariamente qualificato come oltraggio a norma dell'art. 341 c.p., può eventualmente essere nuovamente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7089 del 17 giugno 1988
«Il delitto di violazione di domicilio è assorbito nell'aggravante del furto ex art. 625 n. 1 c.p., ma non nel delitto di rapina, in cui il furto, che entra nella composizione complessa di detto reato, non è qualificato da alcuna aggravante.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5088 del 19 maggio 1993
«L'abuso di poteri inerenti alle funzioni, che qualifica la condotta del delitto di violazione di domicilio commesso da un pubblico ufficiale, non postula la presenza degli estremi necessari per l'integrazione del reato di abuso di ufficio, potendo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4926 del 4 febbraio 2009
«L'occulta collocazione all'interno di un'autovettura di un telefono cellulare in grado di intercettare le conversazioni intercorse tra le persone a bordo non integra il reato d'installazione d'apparecchiature atte ad intercettare od impedire...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8635 del 24 settembre 1996
«Il reato di rivelazione di segreto professionale previsto dall'art. 622 c.p., nel caso in cui la rivelazione del segreto sia compiuta al fine di aiutare taluno ad eludere le investigazioni dell'autorità a suo carico, coesiste con il reato di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 23938 del 11 luglio 2006
«La norma dell'art. 627 c.p. deve ritenersi applicabile a tutela della situazione di fatto qualificabile come possesso e\o detenzione che può coincidere con il diritto di proprietà, ma che prescinde dallo stesso, ed il codetentore è il soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24503 del 12 giugno 2009
«Non integra il reato di deviazione di acque l'appropriazione o distrazione di acque piovane, in quanto si tratta di acque qualificabili come "res nullius" rispetto alle quali non è invocabile la tutela penale, prevista solo nel caso in cui la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6128 del 24 giugno 1982
«Deviazione delle acque ai sensi dell'art. 632 c.p. deve qualificarsi qualsiasi modificazione, comunque ottenuta, dell'equilibrio idrico di un corso d'acqua, incluse le acque stagnanti delle zone barenose. (Nella fattispecie la Corte ha ravvisato...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 22370 del 7 giugno 2002
«Il reato di danneggiamento di cui all'art. 635 c.p. si distingue, sotto il profilo del «deterioramento», da quello di deturpamento o imbrattamento previsto dall'art. 639 c.p. perché mentre il primo produce una modificazione della cosa altrui che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 21868 del 5 giugno 2002
«In tema di truffa, pur non esigendosi l'identità tra la persona indotta in errore e quella che subisce le negative conseguenze patrimoniali di tale induzione, è tuttavia da escludere la configurabilità del reato quando il soggetto indotto in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4933 del 3 marzo 2014
«Per la validità della notificazione tramite ufficiale giudiziario è sufficiente un solo impulso processuale del richiedente, in quanto l'ufficiale giudiziario, a differenza dell'ufficiale postale, non si limita a riscontrare l'effettività...»
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Cassazione civile, Sez. VI-5, ordinanza n. 10030 del 8 maggio 2014
«L'erronea indicazione, nella relazione di cui all'art. 148 c.p.c., di una qualifica non corrispondente a quella reale del consegnatario è irrilevante, e non incide sulla validità della notificazione, qualora sia univocamente identificabile la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5824 del 14 giugno 1990
«Qualora nel corso del procedimento divisionale, i termini della divisione vengano modificati mediante inclusione nella massa da dividere di beni non compresi al momento della proposizione della domanda, la presunzione legale di adesione dei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8443 del 17 luglio 1998
«I delitti di turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.) e di truffa (art. 640 c.p.) possono concorrere formalmente, dato che essi sono caratterizzati da distinte oggettività giuridiche - l'uno essendo rivolto alla difesa del regolare...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9773 del 3 marzo 2009
«Ricorre il delitto di truffa, e non l'ipotesi contravvenzionale di cui all'art. 16, comma terzo, D.L.vo Lgt. n. 788 del 1945 relativa all'indebita percezione delle prestazioni di cassa integrazione, se la condotta tenuta per conseguire l'indebita...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 22170 del 6 giugno 2007
«È configurabile il delitto di cui all'art. 640, comma secondo, c.p. nel caso in cui un soggetto stipuli contratti per la prestazione di servizi — successivamente effettuata — in favore di una P.A., ponendo in essere artifici o raggiri consistiti...»