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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 51 del 14 gennaio 1985
«La parte che, ai sensi dell'art. 425 c.p.c., abbia proposto istanza per l'acquisizione di informazioni ed osservazioni, orali o scritte, del rappresentante dell'associazione sindacale, è tenuta ad indicare specificamente i quesiti cui tali...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9694 del 23 aprile 2010
«Il processo erroneamente introdotto con il rito ordinario è regolato dal rito speciale non dal momento in cui ne viene statuita la natura, bensì dal momento in cui il giudizio ha inizio in applicazione del relativo rito, in quanto in precedenza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26611 del 6 novembre 2008
«Nel rito locatizio l'ordinanza di trasformazione del rito prevista dall'art. 426 c.p.c. deve essere comunicata alla parte contumace, in osservanza di un principio generale del nostro ordinamento ; tuttavia la mancata comunicazione può essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1330 del 24 gennaio 2006
«Nel rito del lavoro, applicabile alle controversie in materia di locazione, la regola desumibile dall'art. 416 c.p.c., secondo la quale il convenuto è tenuto a proporre con la memoria di costituzione tutte le eccezioni, processuali e di merito,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 23018 del 15 novembre 2005
«La decisione resa dal giudice ex art. 426 c.p.c., qualora contenga una pronuncia circa la natura del rapporto dedotto in giudizio, decidendo parzialmente la causa nel merito, preclude, a norma dell'art. 41 c.p.c., il regolamento preventivo di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 428 del 19 gennaio 1987
«Qualora il giudice disponga la trasformazione del rito ai sensi dell'art. 426 c.p.c., l'ordinanza di fissazione dell'udienza di discussione e di concessione di termine perentorio per la integrazione degli atti deve essere comunicata solo alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11998 del 25 maggio 2009
«Qualora la parte convenuta in giudizio contesti la competenza del giudice adito secondo le regole ordinarie (nella specie, del giudice di pace) ed affermi la competenza per materia del giudice del lavoro, perché il giudice possa escludere "ictu...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4838 del 13 maggio 1998
«Per il disposto dell'art. 428 c.p.c., nelle controversie relative a rapporti regolati dall'art. 409 stesso codice, l'incompetenza per territorio può o essere eccepita dal convenuto nella memoria difensiva o rilevata d'ufficio dal giudice non oltre...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6139 del 12 marzo 2013
«Nell'ipotesi di incompetenza ex art. 428 c.p.c., qualora il giudice ometta di fissare il termine previsto dal secondo comma di tale articolo per la riassunzione della causa dinanzi al giudice competente, deve ritenersi tempestiva la riassunzione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7368 del 2 giugno 2000
«In relazione all'ipotesi di incompetenza prevista dal l'art. 428 c.p.c., qualora il giudice erroneamente fissi per la riassunzione della causa dinanzi al giudice competente un termine superiore a quello massimo di trenta giorni previsto dal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4939 del 10 ottobre 1985
«L'inosservanza del termine perentorio, non superiore a trenta giorni, stabilito dal giudice ai sensi del secondo comma dell'art. 428 c.p.c., per la riassunzione della causa in caso di dichiarazione d'incompetenza, comporta l'estinzione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17134 del 23 agosto 2005
«Il credito azionato «in executivis» dal difensore del lavoratore munito di procura nella sua veste di distrattario delle spese di lite, ancorché consacrato in un provvedimento del giudice del lavoro, non condivide la natura dell'eventuale credito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15021 del 21 novembre 2000
«Il terzo e il quarto comma dell'art. 431 c.p.c. contemplano un'ipotesi di sospensione dell'esecuzione provvisoria del dispositivo della sentenza favorevole al lavoratore, cosicché l'ordinanza di sospensione adottata sulla base delle richiamate...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3738 del 21 giugno 1985
«La provvisoria esecutività riconosciuta dal primo comma dell'art. 431 c.p.c. riguarda solo le sentenze contenenti una condanna al pagamento (in favore del lavoratore e per crediti derivanti dal rapporto di lavoro) di somme di denaro, come...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5603 del 6 novembre 1984
«Avverso l'ordinanza, con la quale il giudice d'appello, nel rito del lavoro, sospende in tutto od in parte la provvisoria esecuzione della sentenza di primo grado (art. 431, terzo e quarto comma c.p.c.), non è esperibile il ricorso per cassazione,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22115 del 19 ottobre 2009
«Nel rito del lavoro, l'art. 432 c.p.c., che consente al giudice di liquidare in via equitativa il compenso dovuto al lavoratore subordinato o parasubordinato, non deroga al principio dell'onere della prova sancito dall'art. 2967 c.c., trovando...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 50 del 7 gennaio 2009
«Quando è certo il diritto alla prestazione spettante al lavoratore, ma non sia possibile determinare la somma dovuta, sicché il giudice la liquida equitativamente ai sensi dell'art. 432 c.p.c., l'esercizio di tale potere discrezionale non è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2846 del 5 aprile 1990
«Il ricorso alla valutazione equitativa ex art. 432 c.p.c. è consentito al fine di determinare la «giusta retribuzione» ex art. 36 Cost. dovuta al lavoratore (anche nel caso in cui questi sia stato compensato in parte in natura ed in parte in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12013 del 8 agosto 2002
«Nel rito del lavoro — che si applica anche alle controversie in materia di locazione urbana, ai sensi degli artt. 447 bis e 8, secondo comma, n. 2, (norma, quest'ultima, abrogata a decorrere dal 2 giugno 1999) c.p.c., l'introduzione del giudizio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3652 del 29 maggio 1986
«Nel rito delle controversie di lavoro, l'art. 433, secondo comma, c.p.c. - il quale prevede la proponibilità dell'appello prima del deposito della sentenza, nell'ipotesi in cui l'esecuzione sia stata iniziata in base al dispositivo letto in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 118 del 11 gennaio 1986
«In tema di riserva di gravame differito avverso la sentenza non definitiva, anche nel rito del lavoro opera l'art. 340 c.p.c. anche se, rispetto al rito ordinario, il termine iniziale decorre, anziché dalla comunicazione del deposito della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4829 del 13 maggio 1998
«La competenza del giudice d'appello è funzionale ed inderogabile ai sensi dell'art. 341 c.p.c. e del successivo art. 433 c.p.c. relativo alle controversie di lavoro e previdenziali, in considerazione della peculiarità del giudizio di impugnazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12101 del 18 maggio 2010
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, qualora l'appello abbia contenuto esclusivamente rescindente, in quanto il riscontro del motivo di invalidità esaurisce l'oggetto della cognizione riservata al giudice di secondo grado, la parte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15166 del 9 giugno 2008
«Il requisito della specificità dei motivi di appello, previsto dall'art. 434 c.p.c., richiede che l'appellante indichi le parti della sentenza ritenute errate e le ragioni, di fatto e diritto, su cui fonda la relativa impugnazione ; ne consegue...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6488 del 23 aprile 2003
«Sussistono i requisiti di specificità dei motivi di appello, prescritti dall'art. 434 c.p.c., qualora la parte appellante indichi, sia pure a mezzo di una esposizione sommaria, le proprie doglianze in modo che il giudice del gravame sia posto in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 355 del 15 gennaio 1997
«Essendo i poteri cognitori del giudice circoscritti, all'infuori delle questioni rilevabili d'ufficio, dall'iniziativa della parte istante, spettando ad essa di attivarsi per la riforma delle decisioni sfavorevoli contenute nella sentenza di primo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22746 del 3 dicembre 2004
«In tema di ricorso in appello nel processo del lavoro, il richiamo contenuto nell'art. 434 c.p.c. alle indicazioni contenute nell'art. 414 dello stesso codice non ne equipara totalmente la disciplina al ricorso introduttivo, in quanto la «ratio»...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25097 del 28 novembre 2005
«Nell'ipotesi in cui la sentenza impugnata abbia pronunciato su cause legate da uno stretto rapporto di dipendenza, è applicabile la disciplina delle cause inscindibili; ne consegue, in materia di impugnazione, l'applicabilità del principio in base...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22154 del 24 novembre 2004
«Nell'ipotesi in cui nel termine di legge sia stata depositata una dichiarazione di appello con richiesta di riforma della sentenza di primo grado, ma priva dei motivi, contenuti nella relazione tecnica di parte alla quale si sia fatto semplice...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 433 del 17 gennaio 1997
«Ai fini della decorrenza del termine di trenta giorni per l'impugnazione, previsto dagli artt. 325 e 434 c.p.c., la notificazione della sentenza - che deve essere fatta al procuratore costituito ai sensi dell'art. 170 c.p.c. - ove quest'ultimo...»