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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6498 del 7 giugno 1991
«In tema di concordato fallimentare con assuntore, nel caso in cui una clausola del concordato differisca il trasferimento dei beni all'assuntore, subordinandolo all'esecuzione, da parte di questo ultimo, degli obblighi cui si è assoggettato,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 18450 del 19 settembre 2005
«Il contratto sottoposto a condizione potestativa mista è soggetto alla disciplina di cui all'art. 1358 c.c., che impone alle parti l'obbligo giuridico di comportarsi secondo buona fede durante lo stato di pendenza della condizione, e la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6423 del 22 aprile 2003
«Il contratto sottoposto a condizione mista è soggetto alla disciplina tanto dell'art. 1358 c.c., che impone alle parti di comportarsi secondo buona fede durante lo stato di pendenza, quanto dell'art. 1359 c.c., secondo cui la condizione si...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13099 del 15 giugno 2011
«Qualora le parti, al momento della stipulazione del contratto, abbiano sottoposto l'efficacia di una o più clausole del medesimo all'avverarsi di una condizione sospensiva costituita dal conseguimento di un provvedimento amministrativo, al fine di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 949 del 7 febbraio 1985
«Qualora l'operatività di un contratto (nella specie, agenzia) venga subordinata dalle parti al perfezionarsi di un altro contratto fra una di esse ed un terzo (nella specie, fornitura al preponente di componenti degli impianti industriali dei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14460 del 30 giugno 2011
«Nell'interpretare la clausola del regolamento di condominio contenente il divieto di destinare gli appartamenti a determinati usi, si deve considerare che l'esatto significato lessicale delle espressioni adoperate può non corrispondere...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 9786 del 23 aprile 2010
«In tema di interpretazione del contratto, il giudice di merito, nel rispetto degli artt. 1362 e 1363 cod. civ., per individuare quale sia stata la comune intenzione delle parti, deve preliminarmente procedere all'interpretazione letterale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4176 del 22 febbraio 2007
«In tema di interpretazione del contratto, ai fini della ricerca della comune intenzione dei contraenti, il principale strumento è rappresentato dal senso letterale delle parole e delle espressioni utilizzate nel contratto; il rilievo da assegnare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23978 del 24 dicembre 2004
«L'espressione «senso letterale delle parole» deve intendersi riferita all'intera formulazione letterale della dichiarazione negoziale, in ogni sua parte e in ogni parola che la compone, e non già limitata ad una parte soltanto o addirittura a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 83 del 8 gennaio 2003
«Nell'interpretazione delle clausole contrattuali il giudice di merito deve arrestarsi al significato letterale delle parole, e non può far ricorso agli ulteriori criteri ermeneutici quando dalle espressioni usate dalla parti emerga in modo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4121 del 29 aprile 1994
«Nella ricerca della comune intenzione delle parti contraenti, il primo e principale strumento dell'operazione interpretativa è costituito dalle parole ed espressioni del contratto e, qualora queste siano chiare e dimostrino una loro intima ratio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4507 del 16 aprile 1993
«Il giudice di merito, chiamato ad interpretare il contratto (nella specie, accordo aziendale del 1987), deve arrestarsi al significato letterale delle clausole, che evidenzi chiaramente la volontà delle parti, e non è tenuto a motivare su...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6610 del 11 giugno 1991
«In tema d'interpretazione del contratto, il contrasto insanabile, sul piano testuale, tra il nomen juris del contratto stesso e le singole clausole dimostra di per sé l'inadeguatezza dell'interpretazione letterale e la necessità del ricorso ai...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4641 del 6 settembre 1985
«L'interpretazione di una clausola contrattuale, in applicazione dell'art. 1362 primo comma c.c., non può essere fondata sul solo senso letterale delle parole usate, qualora questo, divergendo dal complessivo spirito e contenuto del contratto, non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11295 del 23 maggio 2011
«Il comportamento delle parti contrario a buona fede oggettiva e posteriore alla conclusione del contratto non può essere valutato come canone interpretativo dello stesso ai sensi dell'art. 1362, secondo comma, c.c., al fine di escludere la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12120 del 9 giugno 2005
«I criteri legali di ermeneutica contrattuale sono governati da un principio di gerarchia interna in forza del quale i canoni strettamente interpretativi prevalgono su quelli interpretativi integrativi — quale va considerato anche il principio di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6233 del 29 marzo 2004
«Nell'interpretazione dei contratti, gli strumenti dell'interpretazione letterale (art. 1362, comma primo, c.c.), del coordinamento delle varie clausole e della individuazione del senso che emerge dal complesso dell'atto (art. 1363) sono legati da...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6366 del 10 marzo 2008
«Nell'interpretare la norma collettiva, il giudice del merito può limitarsi a ricercare la comune intenzione delle parti sulla base del tenore letterale della sola clausola da interpretare soltanto se questo riveli l'intenzione delle parti con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19928 del 25 settembre 2007
«In tema di interpretazione del contratto ex art. 1362 c.c., il comportamento delle parti posteriore alla conclusione dello stesso che può assumere rilievo ai fini della sua interpretazione, è solo quello posto in essere in esecuzione ed in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4129 del 21 marzo 2003
«A norma dell'art. 1362 c.c., l'interpretazione del contratto richiede la determinazione della comune intenzione delle parti, da accertare sulla base del senso letterale delle parole adoperate e del loro comportamento complessivo, anche posteriore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11089 del 13 agosto 2001
«Nell'interpretazione del contratto l'elemento letterale assume funzione fondamentale, ma la valutazione del complessivo comportamento delle parti non costituisce un canone sussidiario bensì un parametro necessario e indefettibile in quanto le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10250 del 4 agosto 2000
«Nella ricerca della comune intenzione delle parti contraenti ex art. 1362 c.c., il primo e principale strumento dell'operazione interpretativa è costituito dal senso letterale delle parole ed espressioni del contratto, coordinato con l'elemento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17341 del 25 giugno 2008
«Ai fini dell'accertamento dell'ambito oggettivo di un contratto quadro relativo alla prestazione di servizi di investimento, il giudice di merito non può fermarsi all'intitolazione enunciativa del contratto, ma deve esaminare l'intero contenuto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16144 del 18 agosto 2004
«Il contratto di lavoro dà origine ad un rapporto che, fondato sulla volontà delle parti, si protrae nel tempo, restando, tale volontà, inscritta in ogni atto di esecuzione del contratto. L'esecuzione, esprimendo soggettivamente la suddetta volontà...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4333 del 18 aprile 1995
«In tema di interpretazione della volontà delle parti (con riferimento, nella specie, ad una transazione intervenuta nel corso di un giudizio di risarcimento del danno) quando l'ambito dell'accordo sia stato individuato sulla base delle pretese...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3480 del 15 ottobre 1976
«Le convenzioni preliminari e le trattative precontrattuali possono fornire elementi d'interpretazione solo per l'identificazione della natura e dell'oggetto del contratto definitivo, ma al fine di determinare ed interpretare il contenuto delle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 91 del 13 gennaio 1976
«In tema di interpretazione del contratto, compito del giudice del merito è quello di determinare la comune intenzione delle parti, come trasfusa nel contratto stesso, e, pertanto, l'indagine sui motivi o sulle cause che hanno indotto i contraenti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11247 del 30 luglio 2002
«Nei contratti di diritto privato stipulati da un ente pubblico, la volontà negoziale deve essere tratta unicamente dalle pattuizioni intercorse tra le parti contraenti e risultanti dal contratto tra esse stipulato, interpretato secondo i canoni di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19104 del 2 settembre 2009
«In materia contrattuale, è rimesso all'apprezzamento del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se sorretto da congrua e corretta motivazione, lo stabilire se una determinata clausola contrattuale sia soltanto di stile ovvero...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15380 del 1 dicembre 2000
«Il promissario acquirente di un immobile, garantito libero da ipoteche, ma in realtà, da esse gravato, ha la facoltà, non l'obbligo, ai sensi dell'art. 1482, primo comma, c.c., applicabile al contratto preliminare, di chiedere al giudice la...»