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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1434 del 15 febbraio 1997
«Il reato previsto dall'art. 650 c.p. — inosservanza dei provvedimenti dell'autorità — si perfeziona con la scadenza dei termini previsti nel provvedimento dell'autorità amministrativa, ma si protrae per tutto il tempo della volontaria omissione,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1660 del 21 febbraio 1997
«La clausola di riserva, di cui all'art. 15, comma primo, T.U.L.P.S., deroga al generale principio di specialità di cui all'art. 9 legge 24 novembre 1981, n. 689, ed esclude che la disposizione di cui al citato art. 15 T.U.L.P.S. — che riduce...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1663 del 31 maggio 1997
«Una volta ritenuta la continuazione tra più reati, il trattamento sanzionatorio originariamente previsto per i reati satelliti non esplica più alcuna efficacia, dovendosi solo aumentare la pena prevista per la violazione più grave, senza che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1985 del 1 marzo 1997
«In tema di furto, qualora la condotta dell'agente riguardi una pluralità di cose di pertinenza dello stesso possessore e il ladro operi in un medesimo contesto temporale e spaziale, impossessandosi di una parte di esse e non riuscendo, per cause...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2043 del 5 marzo 1997
«In presenza di una causa estintiva del reato, non è consentito al giudice di legittimità l'annullamento con rinvio al giudice di merito, perché ciò sarebbe incompatibile con il principio secondo il quale non è possibile la prosecuzione di un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2353 del 12 marzo 1997
«In tema di contravvenzioni concernenti l'inosservanza dei provvedimenti di polizia, l'ordine a comparire davanti all'autorità di pubblica sicurezza di cui all'art. 15 del T.U.L.P.S. (T.U. delle leggi di pubblica sicurezza) non deve essere confuso,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2355 del 12 marzo 1997
«L'art. 659 c.p. prevede la contravvenzione di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone. Il bene giuridico tutelato da tale norma si identifica con il turbamento della tranquillità pubblica o privata che per sua intrinseca natura...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2626 del 18 marzo 1997
«Anche nel giudizio speciale di cui all'art. 444 c.p.p. (cosiddetto patteggiamento) il tempo necessario per la prescrizione dei reati va determinato con riguardo alla pena stabilita per il reato ritenuto in sentenza ed in particolare tenendo conto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2646 del 19 marzo 1997
«La disposizione di cui al secondo comma dell'art. 659 c.p. — che punisce colui il quale esercita una professione o un rumore rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell'autorità — è norma imperfetta o in bianco, il cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2691 del 19 marzo 1997
«La Commissione tecnica provinciale di vigilanza sui pubblici spettacoli — anche in considerazione della sua peculiare composizione collegiale — non costituisce un organo dotato di autonomo potere di ordinanza, essendo le attribuzioni consultive ed...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2711 del 21 marzo 1997
«In materia di casi di non punibilità (art. 384 c.p.), deve escludersi che l'autore di un reato, sentito come testimone in processo a carico di terzo, debba dire il vero anche se ciò comporta una dichiarazione di autoaccusa, e ciò come conseguenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3000 del 28 marzo 1997
«In materia di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, la valutazione relativa all'accertamento in concreto del superamento dei limiti di tollerabilità deve essere effettuato con criteri oggettivi riferibili alla sensibilità media...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3085 del 26 giugno 1997
«Il giudice dell'esecuzione, in sede di applicazione del reato continuato, non può infliggere una pena di specie diversa da quella inflitta dal giudice della cognizione, neanche se quest'ultima sia parzialmente o totalmente derivante da...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3208 del 7 aprile 1997
«La detenzione di sostanze stupefacenti diverse, nella specie cocaina ed hashish, integra due autonome ipotesi di reato tra le quali è possibile ravvisare la continuazione, trattandosi di distinte azioni tipiche a diversa oggettività giuridica, con...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 321 del 21 gennaio 1997
«L'inosservanza all'ordine impartito dall'Autorità di P.S. allo straniero di presentarsi per dare contezza di sè circa le ragioni del proprio soggiorno in Italia — ordine previsto dalla norma di cui all'art. 144 del testo unico delle leggi di P.S....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3306 del 6 giugno 1997
«Le ipotesi previste dall'art. 62 n. 6 c.p. (riparazione totale del danno e ravvedimento operoso), pur avendo sfere di applicazione autonome, non possono essere valutate per una duplice riduzione di pena, inerendo esse ad un'unica ragione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3650 del 24 ottobre 1997
«Ai fini della configurabilità della continuazione dei reati — venuto meno con la riforma del 1974 il requisito dell'omogeneità delle violazioni — ha acquistato rilevanza decisiva l'identità del disegno criminoso, inteso come ideazione e volizione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3903 del 28 aprile 1997
«La condotta di colui il quale — avendo personalmente parcheggiato un veicolo in modo da impedire sia l'entrata che l'uscita da un passo carrabile — si rifiuti di obbedire all'ordine di rimozione del mezzo impartitogli da agenti di P.S. intervenuti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3908 del 28 aprile 1997
«Le due ipotesi dell'art. 659 c.p. costituiscono distinti titoli di reato, con conseguente ammissibilità del concorso formale tra le due norme. In particolare, l'abuso previsto dal secondo comma è solo quello costituito da una violazione delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4087 del 8 maggio 1997
«In tema di trattamento sanzionatorio del reato continuato, al fine della individuazione, per il calcolo della pena, del reato più grave, si deve tenere conto, in caso di concorso di pene dello stesso genere e specie, della pena edittale massima e,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4181 del 31 gennaio 1997
«Nella quantificazione della pena, in caso di continuazione tra delitti e contravvenzioni, il giudice deve far riferimento, per l'individuazione del reato più grave, alla pena edittale massima prevista per ciascuno di essi e ritenere in ogni caso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4265 del 9 maggio 1997
«Se il sequestro di persona viene eseguito per ottenere l'adempimento di una pretesa legittima, deve essere esclusa la sussistenza del reato previsto dall'art. 630 c.p., ossia del sequestro a scopo di estorsione, mentre si pone l'alternativa tra la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4322 del 10 maggio 1997
«Nel caso di reato continuato, ai fini della determinazione della pena base, la violazione più grave deve essere individuata con riferimento alla pena da infliggere in concreto per ciascuna di esse, dopo la valutazione di ogni singola circostanza e...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4904 del 23 maggio 1997
«Qualora venga rimessa dalla Corte di cassazione al giudice di rinvio esclusivamente la questione relativa alla determinazione della pena, il giudicato (progressivo) formatosi sull'accertamento del reato e della responsabilità dell'imputato, con la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5314 del 28 novembre 1997
«La circostanza che i successivi decreti legge, che prevedevano come reato l'ingiustificato rifiuto dello straniero di esibire il documento di identificazione all'autorità di P.S., non siano stati convertiti in legge nei termini prescritti, se non...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5354 del 6 giugno 1997
«Ai fini dell'individuazione del termine di prescrizione di un reato occorre avere riguardo alla fattispecie criminosa nella sua concreta e specifica configurazione finale così come accertata e descritta dal giudice in sentenza a seguito...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5363 del 7 giugno 1997
«L'applicazione dell'art. 650 c.p. — inosservanza dei provvedimenti dell'autorità — presuppone l'esistenza di un ordine «legalmente dato». La omessa indicazione di un termine per adempiere non incide sulla legalità del provvedimento. Ed invero, sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5670 del 31 ottobre 1997
«La perdita di efficacia della misura cautelare, prevista dall'art. 309, comma decimo, c.p.p. per il caso, fra gli altri, in cui non abbia avuto luogo nei termini prescritti la trasmissione al tribunale del riesame degli atti a suo tempo presentati...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 597 del 4 aprile 1997
«L'aspetto soggettivo del reato continuato è costituito dall'elemento intellettivo e cioè dalla previsione di una sequenza ordinata di azioni criminose rispondenti a determinate finalità dell'agente e dall'elemento volitivo consistente nel coagulo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6232 del 26 giugno 1997
«Il reato di violazione di sigilli, di cui all'art. 349 c.p., sussiste non solo se e quando i sigilli risultino in concreto manomessi, ma anche quando, pur essendo lasciati intatti, vengono posti in essere atti equivalenti a violazione dei divieti...»