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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9759 del 5 luglio 2002
«Ai fini del giudizio circa l'adeguatezza della retribuzione ai sensi dell'art. 36 Cost., il giudice del merito deve accertare la natura e l'entità qualitativa e quantitativa delle prestazioni lavorative del dipendente, nonché le effettive esigenze...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11293 del 28 agosto 2000
«Nella determinazione della giusta retribuzione a norma dell'art. 36 Cost., può assumere rilevanza anche l'anzianità di servizio del lavoratore, sul presupposto di una correlazione tra anzianità di servizio e qualità della prestazione resa, e il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3235 del 3 aprile 1999
«Atteso che i minimi retributivi fissati dai contratti collettivi di diritto comune sono stabiliti in relazione ad un determinato orario settimanale, ne deriva che la loro utilizzazione come parametro per stabilire l'equa retribuzione di cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3218 del 26 marzo 1998
«Con riguardo a rapporto di lavoro intercorso con datore di lavoro non aderente ad una delle organizzazioni firmatarie di un contratto collettivo, è impedito assumere puramente e semplicemente quale parametro di determinazione della giusta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2872 del 7 febbraio 2008
«Le maggiorazioni retributive e le indennità erogate in corrispettivo di prestazioni di lavoro notturno, non occasionali, ma continuative ed organizzate secondo regolari turni periodici, costituiscono parte integrante della ordinaria retribuzione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9764 del 25 luglio 2000
«Il criterio di onnicomprensività della retribuzione adottato in tema di festività infrasettimanali dall'art. 5 della legge 27 maggio 1949 n. 260, modificato dall'art. 1 della legge 31 marzo 1954 n. 90, si riferisce al compenso stabilito per il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5826 del 26 maggio 1995
«Attesa l'inesistenza di un principio generale di onnicomprensività della retribuzione, nel caso di istituti retributivi di origine legale o contrattuale, per la cui operatività debba farsi riferimento al parametro costituito dalla retribuzione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25897 del 10 dicembre 2009
«Il principio di tutela della professionalità acquisita, che resta impregiudicato pur in presenza di un accorpamento convenzionale delle mansioni, precludendo la disciplina legale di carattere inderogabile dell'art. 2103, primo comma, c.c. la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6763 del 10 maggio 2002
«L'esercizio dello ius variandi rientra nella discrezionalità del datore di lavoro, che non è di per sé sottratta — in linea generale — all'osservanza dei doveri di correttezza e buona fede e, per il caso di violazione, al rimedio del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10775 del 3 novembre 1997
«Alla utilizzabilità di prove testimoniali formatesi in altro processo fra le stesse parti non è d'ostacolo la circostanza (costituente del resto la regola) che i due giudizi vertano su fatti diversi e che, in particolare, quello nel quale le prove...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14546 del 9 novembre 2000
«Ai fini dell'applicazione dell'art. 2103 c.c., spetta all'autonomia collettiva fissare la gerarchia delle mansioni e delle relative qualifiche allo scopo di stabilire la «categoria superiore» e le «mansioni superiori»; peraltro, per appurare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10628 del 9 maggio 2006
«La violazione, da parte delle Amministrazioni datrici di lavoro, dell'obbligo di adibire il prestatore di lavoro alle mansioni per le quali è stato assunto o alle mansioni considerate equivalenti (art. 52, comma primo, D.L.vo n. 165 del 2001), va...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12852 del 26 maggio 2010
«Ai fini del riconoscimento del diritto alla qualifica superiore ai sensi dell'art. 2103 c.c., qualora la qualificazione del livello sia connessa alla classificazione in ambito aziendale dell'importanza dell'ufficio (nella specie, agenzia postale)...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6687 del 19 marzo 2009
«Il diritto del pubblico dipendente, avuto riguardo all'ipotesi del trasferimento, in mancanza di specifiche discipline recate dai contratti collettivi, non può che rapportarsi alla garanzia apprestata dall'art. 2103, primo comma, ultimo periodo,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6117 del 22 marzo 2005
«In tema di trasferimento del lavoratore e con riferimento alla sussistenza delle ragioni organizzative e produttive riferite alla sede di partenza, ai fini della prova che deve fornire il datore di lavoro, rileva — non la dislocazione urbana degli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15889 del 14 agosto 2004
«L'istituto della trasferta presuppone che lo spostamento del lavoratore sia determinato da fatti occasionali e contingenti, implicanti di volta in volta singole decisioni del datore di lavoro, mentre la prolungata permanenza in varie sedi di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15419 del 4 dicembre 2000
«Dalla lettura logico-sistemica della legislazione in materia di orario di lavoro si desume che, come regola generale, la settimana di calendario costituisce il parametro di riferimento dell'orario massimo normale sia in relazione alla singola...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6661 del 5 aprile 2004
«In tema di lavoro straordinario, la circostanza che esso sia prestato in maniera fissa e continuativa non è sufficiente a trasformare la natura della prestazione lavorativa resa oltre l'orario normale in prestazione ordinaria, salvo che, alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15781 del 16 luglio 2007
«E del tutto legittima perché non si pone in contrasto né con l'art. 36 Cost. né con l'art. 2108 c.c. la condotta del datore di lavoro che — in presenza della contrattazione che predetermini, nell'esercizio dell'autonomia delle organizzazioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2645 del 7 febbraio 2007
«In ossequio alla norma dell'art. 2108 c.c. per la quale il lavoro straordinario deve essere compensato con un aumento di retribuzione rispetto al lavoro ordinario, nel determinare i criteri di calcolo di tale compenso, il giudice, in assenza di un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 453 del 17 gennaio 2000
«In tema di determinazione del compenso per il lavoro straordinario - che per legge (art. 2108 c.c. e art. 5 legge n. 692 del 1923) non può essere inferiore al dieci per cento della retribuzione dovuta per il lavoro ordinario - il limite...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7745 del 6 agosto 1998
«Ai fini della determinazione della base di calcolo del compenso dovuto in caso di superamento dell'orario normale legale (cosiddetto straordinario legale) la nozione di retribuzione quale prevista dalla disciplina legale, tanto del codice civile...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16261 del 19 agosto 2004
«Ai fini del riconoscimento del diritto dei lavoratori subordinati al computo nella base di calcolo della retribuzione per il periodo feriale della maggiorazione per lavoro notturno, non è sufficiente l'accertamento della «normalità» della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12683 del 17 ottobre 2001
«In materia di base di calcolo della retribuzione dovuta al lavoratore durante le ferie annuali, la mancanza di precise indicazioni nelle disposizioni dell'art. 2109 c.c. e della Convenzione OIL 24 giugno 1970, n. 157, ratificata con legge 10...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10846 del 16 agosto 2000
«Le maggiorazioni corrisposte per il lavoro notturno e festivo prestato secondo i programmati turni periodici fanno parte della retribuzione normale od ordinaria, siccome afferenti a prestazioni lavorative ordinarie, e sono perciò computabili sia...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 89 del 5 gennaio 2001
«L'esigenza del riposo settimanale del lavoratore, volta ad evitare a quest'ultimo il pregiudizio di un accumulo di fatica fisica e psichica, viene rispettata allorché la contrattazione collettiva, introducendo nella regolamentazione dell'orario...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4772 del 9 marzo 2004
«In tema di compenso per le festività infrasettimanali, l'art. 5, comma terzo, ultima parte, della legge 27 maggio 1949, n. 260, come modificato dalla legge 31 marzo 1954, n. 90, prevede che il compenso aggiuntivo (corrispondente all'aliquota...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10324 del 16 luglio 2002
«La legittimità, a norma dell'art. 5 della legge 22 febbraio 1934 n. 370, dello spostamento del riposo settimanale in un giorno diverso dalla domenica, anche con una cadenza variabile per cui detto riposo intervenga oltre il sesto giorno...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13674 del 7 giugno 2010
«Il diritto dei lavoratori turnisti ad essere compensati per la particolare penosità del lavoro svolto in relazione a prestazioni lavorative comportanti turni di sette giorni consecutivi può essere soddisfatto, oltre che con supplementi di paga o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6446 del 8 luglio 1994
«Il lavoratore turnista che presti la propria opera per sette o più giorni consecutivi, pur godendo complessivamente di riposi in ragione di uno per settimana, ha diritto, oltre che ad un compenso per la penosità del lavoro domenicale, ad un...»