-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5349 del 11 aprile 1990
«La norma di cui al primo comma dell'art. 59 c.p. si applica alle circostanze aggravanti o attenuanti del reato, siano esse previste dal codice penale o da leggi speciali. Infatti, in quanto disciplina la loro valutazione a carico o a favore...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5913 del 23 aprile 1990
«Ai fini della comparazione delle circostanze, nel sistema penale vigente, il criterio generale che deve essere osservato dal giudice, è quello risultante dallo schema dell'art. 133 c.p.; dal coordinamento di detta norma con quello dell'art. 69...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8238 del 6 giugno 1990
«Per conseguenze dannose e pericolose del reato debbono intendersi esclusivamente quelle concernenti il danno penale causato dal reato stesso e cioè solo quello strettamente inerente alla lesione o al pericolo di lesione del bene giuridico...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2653 del 26 febbraio 1991
«Non sussiste pertanto l'esercizio di una siffatta potestà allorché il giudice è chiamato a decidere sul comportamento, tenuto dagli organi della pubblica amministrazione o dai dipendenti di essa, in relazione al caso concreto e detto comportamento...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3503 del 27 marzo 1991
«L'esimente di cui all'art. 384 c.p., se ritenuta sussistente, elimina dal fatto il carattere di penale antigiuridicità, cosicché, come ulteriore conseguenza, non potrà dar luogo a responsabilità dell'agente in ordine ad un evento diverso...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6012 del 31 maggio 1991
«In tema di falsità commessa su documenti di accompagnamento dei vini, la normativa su tali documenti, pur essendo extrapenale, integra la fattispecie del falso in quanto è ad essa che deve farsi riferimento per individuare un elemento del precetto...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11076 del 17 novembre 1992
«La sentenza di proscioglimento emessa dal Gip in sede di valutazione della richiesta di decreto penale di condanna, formulata dal P.M., è soggetta, in difetto di specifica e diversa normativa, alle ordinarie impugnazioni previste dagli artt. 568 e...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 300 del 15 gennaio 1992
«La disposizione di cui al secondo comma dell'art. 659 c.p. integra una norma penale in bianco e quindi il precetto, dalla cui violazione discende la sanzione, non è ivi completamente specificato, richiedendosi la sua integrazione mediante un atto...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3663 del 27 marzo 1992
«L'art. 245 del D.L.vo 28 luglio 1989, n. 271, che detta le norme transitorie in conseguenza dell'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, prevede espressamente quali disposizioni di questo nuovo codice debbano trovare immediata...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6117 del 22 maggio 1992
«A norma dell'art. 589, secondo comma del nuovo codice di procedura penale, la dichiarazione di rinuncia, parziale o totale all'impugnazione può essere fatta personalmente dalla parte privata oppure a mezzo del difensore munito di procura speciale...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6995 del 17 giugno 1992
«...processuale vigente, non essendo prevista da alcuna norma la restituzione degli atti al P.M. che abbia validamente esercitato l'azione penale e neppure l'emissione di altro decreto di citazione se del primo non sia stata dichiarata la nullità.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 108 del 17 marzo 1993
«Le norme che disciplinano l'esecuzione della pena e le misure alternative alla detenzione (ivi comprese le condizioni richieste per la concessione di queste ultime), non possono essere ritenute di natura penale sostanziale, non prevedendo esse...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4726 del 14 gennaio 1993
«Nel caso in cui, al momento della denuncia di conflitto di competenza, penda davanti ad un giudice — nella specie davanti al pretore — a carico dell'imputato processo penale per un reato, mentre davanti ad altro ufficio giudiziario siano solo in...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5216 del 20 maggio 1993
«...di cui al secondo comma dell'art. 81, cpv., c.p. trova la sua ragion d'essere nel minor disvalore sociale di più reati che non scaturiscano da altrettanti progetti, ma da uno solo, che avvinca tutte le singole violazioni della legge penale.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 712 del 26 gennaio 1993
«...l'organo, nell'esercitare il suo potere, anche se conformemente alle prescrizioni dell'amministrazione di appartenenza, abbia o meno improntato il suo comportamento alle prescrizioni dettate a protezione dell'interesse protetto dalla norma penale.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7962 del 24 agosto 1993
«Analogamente deve ritenersi utilizzabile la prova espletata mediante l'esame dei testi condotto direttamente dal giudice, anziché dalle parti, atteso che il nuovo processo penale non realizza integralmente il processo di parti ma conserva, ove...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8700 del 23 settembre 1993
«L'illiceità penale della condotta di chi, esercitando una professione o un mestiere, provochi effetti rumorosi, può essere affermata solo se l'esercizio dell'attività si verifica fuori dei limiti modali, spaziali e temporali imposti dalla legge o...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9096 del 6 ottobre 1993
«In base a tali criteri, quando il fatto non è più preveduto dalla legge come reato, sia in seguito a una pura e semplice abolitio criminis, sia in seguito alla trasformazione dell'illecito penale in illecito amministrativo, il giudice è tenuto a...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3319 del 9 settembre 1994
«Nel reato permanente (nella specie associazione per delinquere di stampo mafioso) assume rilevanza giuridica ed è dalla legge incriminata la condotta dell'intero periodo consumativo, perché essa, fino a quando non venga volontariamente interrotta...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3695 del 20 settembre 1994
«Non vi è più spazio, cioè, per quell'operazione interpretativa, che, sotto l'egida delle precedenti norme regolatrici del processo penale, aveva reso possibile di scivolare dalla contraddittorietà, intesa come contrasto analitico tra varie...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3769 del 31 marzo 1994
«...di giustizia o di sicurezza pubblica, o d'ordine pubblico o d'igiene» per cui il provvedimento viene emesso, ma non invece della disposizione penale che il giudice sarebbe chiamato ad applicare per effetto dell'inosservanza del provvedimento.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5801 del 20 maggio 1994
«L'ipotesi contravvenzionale di cui all'art. 650 c.p., in quanto norma penale «in bianco» di carattere sussidiario, è utilmente richiamabile solo nelle ipotesi in cui la violazione di un obbligo imposto da un ordine autorizzato da una norma...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9767 del 9 settembre 1994
«Va, infatti, rilevato che ai sensi dell'art. 47 c.p. è legge diversa da quella penale soltanto quella destinata in origine a regolare rapporti giuridici di carattere non penale e non richiamata implicitamente (o esplicitamente incorporata) in una...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11240 del 16 novembre 1995
«Nell'ipotesi di concorso formale tra il reato di corruzione e quello di finanziamento illecito dei partiti non è ipotizzabile una causa di esclusione della punibilità sotto il profilo dell'inesigibilità della condotta richiesta dalla norma di cui...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3052 del 22 marzo 1995
«...vuoi che traggono fondamento da norme primarie, vuoi che si ricolleghino invece a disposizioni secondarie o interne o a istruzioni di servizio dettate al fine di assicurare e promuovere il regolare e più corretto svolgimento dell'azione penale.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7962 del 18 luglio 1995
«La fattispecie penale prevista dall'art. 630, comma 2, c.p. nel testo modificato dall'art. 5 della L. 14 ottobre 1974, n. 497, delinea un reato complesso, integrato dal delitto di sequestro di persona, quale elemento costitutivo, e dal delitto di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1119 del 19 marzo 1996
«In tal senso, non legittimano la presunzione di unicità del disegno criminoso né l'omogeneità delle varie violazioni (es.: furti aggravati, tentati o consumati) della legge penale, né la permanenza di un proposito criminoso riconducibile allo...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1260 del 28 maggio 1996
«...della giustizia — del Libro II del codice penale, e non già la persona, cui dalla violazione della norma siano derivati danni rilevanti e risarcibili sul piano civile, ma che non è coperta dalla tutela offerta dalla norma predetta in sede penale.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5239 del 10 dicembre 1996
«In tema di reato continuato, corrisponde alla norma di carattere programmatico contenuta nell'art. 1 D.P.R. 22 settembre 1988 n. 448 (disposizioni sul processo penale a carico di minorenni) — che prescrive come le norme processuali debbano...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5714 del 7 giugno 1996
«...in un luogo contiguo a quello da cui provengono i rumori: in tale ultima ipotesi il fatto non assume invero rilievo penale, ma deve essere inquadrato nell'ambito dei rapporti di vicinato tra immobili confinanti, disciplinato dal codice civile.»