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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6329 del 30 maggio 1994
«Il riconoscimento di una o più circostanze attenuanti non comporta la diminuzione della pena nella misura massima possibile, potendo e dovendo il giudice determinare la pena in concreto (compresa la misura della diminuzione per effetto delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7536 del 30 giugno 1988
«In tema di reato continuato, il giudizio di comparazione ai sensi dell'art. 69 c.p., va compiuto soltanto in rapporto alla violazione più grave al fine di determinares la pena base, mentre in relazione ai reati meno gravi le circostanze ad essi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1450 del 7 febbraio 1987
«Nella continuazione di reati circostanziati il giudizio di comparazione tra circostanze aggravanti e circostanze attenuanti adempie ad una finalità ed ha, corrispondentemente, una dimensione parzialmente diversa, secondo che si riferisca al reato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14080 del 6 aprile 2001
«Attesa la possibilità di riconoscimento della continuazione fra reato da giudicare e reato già giudicato, anche quando il primo sia più grave del secondo (dovendosi in tal caso determinare la pena complessiva sulla base di quella da infliggere per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7089 del 18 luglio 1997
«Nel caso in cui in un giudizio in corso sia stata riconosciuta la continuazione tra i reati sub iudice e reati già giudicati con sentenza irrevocabile ed il giudice abbia ritenuto meno gravi i primi, alla pena inflitta con la sentenza irrevocabile...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4210 del 7 maggio 1985
«L'offesa di persona diversa da quella alla quale l'offesa era diretta (aberratio ictus con pluralità di eventi lesivi) dà luogo ad una fattispecie criminosa autonoma e unitaria, con autonoma previsione di pena determinata con aumento per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8282 del 8 marzo 2006
«In tema di imputabilità, il «disturbo antisociale della personalità» può rientrare nella nozione di infermità e può incidere, escludendola o scemandola grandemente, sulla capacità di intendere o di volere. Quest'ultima può assumere rilevanza...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7739 del 31 luglio 1997
«Al reato di porto di armi improprie senza giustificato motivo, ancorché punito in concreto con la sola ammenda in virtù del riconoscimento dell'attenuante della lieve entità del fatto di cui all'art. 4, terzo comma, L. 18 aprile 1975, n. 110, si...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 28682 del 1 luglio 2004
«Quando, a seguito della derubricazione del fatto contestato ex art. 521 c.p.p., il giudice pronuncia sentenza di condanna per un reato che, a differenza di quello contestato originariamente, consente l'oblazione ai sensi degli artt. 162 e 162 bis...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2734 del 7 marzo 2000
«In materia di oblazione l'estinzione del reato si verifica automaticamente con il versamento della somma fissata dal giudice, ed a questi non resta altro che dichiarare con sentenza la causa di estinzione del reato ormai già realizzatasi al...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4305 del 24 aprile 1996
«Ai fini della distinzione tra le fattispecie di cui agli artt. 473 e 474 c.p., l'uso di marchi e segni distintivi punito dalla prima norma, essendo inteso a determinare un collegamento tra il marchio contraffatto e un certo prodotto, precede...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4169 del 19 aprile 1995
«Ai fini di stabilire l'esatta qualificazione giuridica tra concussione e corruzione non è di per sé decisivo l'eventuale vantaggio che arriva al privato dell'accettazione della illiceità proposta del pubblico ufficiale: ciò che conta è sempre e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3312 del 20 aprile 1983
«La falsità materiale in atto pubblico commessa da un privato o da un pubblico ufficiale fuori dall'esercizio delle sue funzioni, prevista dall'art. 482 c.p., costituisce una figura autonoma di reato e non un'ipotesi attenuata dei reati di cui agli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17199 del 11 luglio 2013
«L'art. 156, secondo comma, c.c., stabilisce che il giudice debba determinare la misura dell'assegno non solo valutando i redditi dell'obbligato, ma anche altre circostanze non indicate specificatamente, né determinabili a priori, ma da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15486 del 20 giugno 2013
«In tema di determinazione dell'assegno di mantenimento, nei casi di assoluta brevità della convivenza che non consentono di ricorrere al riscontro di altri comportamenti abituali dei coniugi, l'elemento costituito dalla consistenza patrimoniale,...»
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Cassazione civile, Sez. VI-1, ordinanza n. 17032 del 25 luglio 2014
«In tema di amministrazione di sostegno, la prescrizione di cui all'art. 413, secondo comma, cod. civ., non costituisce adempimento processualmente necessario, sicché l'omessa comunicazione dell'istanza di chiusura della procedura...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12555 del 22 maggio 2013
«In caso di provvedimento amministrativo costitutivo della natura demaniale di un bene, lo stesso è sufficiente a determinare la inesistenza o il superamento di ogni controversia sul carattere non più pubblico dei terreni, quando il decreto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 23282 del 31 ottobre 2014
«Per determinare la proprietà del muro divisorio, ai sensi dell'art. 881 cod. civ., su tutti gli altri indizi prevale la positura del piovente, anche nel caso di doppio piovente, sicché il confinante che realizzi un piovente sul muro divisorio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26418 del 16 dicembre 2014
«Ai fini dell'usucapione del diritto a tenere alberi a distanza dal confine inferiore a quella di legge, il termine decorre dalla data del piantamento, perché è da tale momento che ha inizio la situazione di fatto idonea a determinare, nel concorso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 27564 del 31 dicembre 2014
«La "actio negatoria servitutis" può essere diretta sia all'accertamento dell'inesistenza di diritti vantati da terzi sia alla cessazione disturbative o molestie e, in tale ultima ipotesi, ove la turbativa o la molestia sia attuata mediante la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6792 del 2 aprile 2015
«Colui che è convenuto con azione possessoria per violazione dei limiti imposti dalle norme in materia di distanze può dimostrare l'insussistenza dell'altrui diritto al fine di negare lo stato di possesso vantato dall'attore, senza con ciò...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25256 del 16 giugno 2015
«In tema di stupefacenti, la reviviscenza dell'art. 73 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, nel testo anteriore alle modifiche introdotte dal D.L. 30 dicembre 2005, n. 272, convertito con modificazioni dalla legge 21 febbraio 2006, n. 49, successivamente...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 24462 del 8 giugno 2015
«La titolarità di una posizione di garanzia non comporta, in presenza del verificarsi dell'evento, un automatico addebito di responsabilità colposa a carico del garante, imponendo il principio di colpevolezza la verifica in concreto sia della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5342 del 26 maggio 1993
«Il dolo alternativo è compatibile con il delitto tentato, giacché in tale forma di dolo l'agente si rappresenta e vuole indifferentemente l'uno o l'altro dei due eventi casualmente ricollegabili alla sua condotta e alla sua cosciente volontà....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2269 del 2 marzo 1992
«Il dolo diretto si sostanzia nella coscienza e volontà di perseguire l'evento tipicizzato nella norma penale. Infatti il dolo diretto od intenzionale non è escluso dalla previsione dell'evento perseguito come meramente possibile, poiché...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 39157 del 23 settembre 2013
«In tema di responsabilità per colpa, il costruttore risponde per gli eventi dannosi causalmente ricollegabili alla costruzione del prodotto ove risulti privo dei necessari dispositivi o requisiti di sicurezza e sempre che l'utilizzatore non ne...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2415 del 26 febbraio 1998
«In tema di stato di necessità, il nesso di causalità — che, ove esistente, esclude la configurabilità dell'esimente — fra condotta volontaria dell'agente e situazione di pericolo deve essere individuato ricorrendo al principio della causa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32851 del 29 luglio 2013
«In tema di delitto tentato, il giudizio di idoneità degli atti consiste in una prognosi compiuta "ex post" con riferimento alla situazione che si presentava all'imputato al momento dell'azione, in base alle condizioni meramente prevedibili nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23706 del 21 maggio 2004
«Anche in un'attività preparatoria può ravvisarsi l'ipotesi del tentativo, qualora sia idonea e diretta in modo non equivoco alla consumazione del delitto; in ogni caso, l'idoneità degli atti deve essere valutata con giudizio ex ante tenendo conto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 534 del 22 gennaio 1993
«Poiché la capacità di intendere e di volere del minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni non si presume, si richiede al giudice di merito un'adeguata motivazione sull'accertamento, in concreto, di detta capacità intesa come...»