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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11706 del 12 novembre 1998
«Il termine, di carattere perentorio, entro il quale il contravventore deve di norma chiedere di essere ammesso all'oblazione facoltativa di cui all'art. 162 bis c.p. (prima dell'apertura del dibattimento) non opera anche in quei casi in cui tale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7225 del 27 febbraio 2006
«È legittimo il diniego della sospensione condizionale della pena qualora si tratti di reato attribuito alla competenza del giudice di pace (nella specie delitto di lesioni personali), commesso prima della data di entrata in vigore del D.L.vo n....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14928 del 26 marzo 2004
«In tema di sospensione condizionale della pena, poiché la sopravvenuta abolitio criminis, comporta la cessazione di tutte le conseguenze giuridiche che si riconnettono alla condanna, è possibile una nuova concessione del beneficio pur dopo che lo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15917 del 29 novembre 1990
«Nell'ipotesi di irrogazione congiunta di una pena detentiva, non superiore ai limiti previsti dall'art. 163 c.p., e di pena pecuniaria, il beneficio della sospensione condizionale può essere concesso soltanto se a detta pena detentiva sia stata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3631 del 21 ottobre 1993
«Il giudice dell'esecuzione che riconosca l'esistenza del vincolo di continuazione tra una pluralità di condanne, tutte condizionalmente sospese, non può revocare il beneficio con riferimento alla pena unitaria, più favorevolmente determinata e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 33934 del 10 ottobre 2002
«Il primo è una sanzione accessoria tipicamente amministrativa rimessa all'autorità giudiziaria penale; il secondo costituisce un obbligo ripristinatorio che si pone quale condizione al godimento del beneficio, che il giudice può imporre...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 42934 del 7 novembre 2012
«Il delitto di ricettazione è configurabile anche nell'ipotesi di acquisto o ricezione, al fine di profitto, di cose con segni contraffatti nella consapevolezza dell'avvenuta contraffazione, atteso che la cosa nella quale il falso segno è impresso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7467 del 6 luglio 1995
«Tale riconoscimento si ottiene, per i marchi esteri, attraverso la registrazione presso l'ufficio internazionale per la proprietà industriale, che comporta l'equiparazione a quelli registrati direttamente in Italia. (Fattispecie relativa ad...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4084 del 24 gennaio 1994
«Questa norma, infatti, ne punisce la contraffazione, ossia la realizzazione, attraverso l'indebito sfruttamento del modello, di altro oggetto dello stesso tipo, conformazione e caratteristica funzionale, capace di rendere confondibile l'oggetto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2128 del 17 marzo 1986
«Sussiste il reato previsto dall'art. 473 c.p. quando un prodotto industriale venga presentato in una confezione diversa da quella originariamente indicata dal marchio depositato, anche se non ne siano alterate l'originalità e le qualità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4305 del 24 aprile 1996
«L'uso punito dall'art. 474 c.p., invece, è direttamente connesso con l'immissione in circolazione del prodotto falsamente contrassegnato, in quanto presuppone già realizzato il collegamento tra contrassegno e prodotto o, più specificamente, già...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 701 del 25 gennaio 1982
«Mentre l'atto pubblico di cui all'art. 476 c.p. è destinato a provare un fatto giuridicamente rilevante compiuto dallo stesso autore del documento o da lui percepito o attestato, o che comunque costituisce o concorre a costituire un diritto o un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5105 del 28 aprile 2000
«In tema di falso, deve ritenersi che un atto abbia natura di autorizzazione quando ne derivi immediatamente la rimozione di ostacoli giuridici all'esercizio di una determinata attività, non quando esso disciplini in via generale le condizioni che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7701 del 31 maggio 1990
«Sussiste il reato di cui all'art. 478 c.p. nel caso di rilascio da parte del pubblico ufficiale di copia autentica di atto che non esiste, né rileva che esso sia ricostruibile dall'esame di quelli esistenti. Infatti, l'atto deve avere tutti i...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3023 del 3 marzo 1980
«La norma contenuta nell'art. 478, comma primo, c.p. punisce la formazione ed il rilascio in forma legale della pretesa copia di un atto inesistente, sicché l'autenticazione del pubblico ufficiale e cioè la falsa attestazione di conformità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12731 del 6 dicembre 2000
«L'alterazione della copia autentica di un atto non rientra nella previsione di cui all'art. 478 c.p. (falsità materiale commessa da un pubblico ufficiale in copie autentiche di atti pubblici o privati e in attestati del contenuto di atti), che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6770 del 9 luglio 1981
«Commette il reato di falsità materiale in atti pubblici previsto e punito dall'art. 476 c.p. e non quello di falsità in attestati sul contenuto di atti di cui all'ultimo comma dell'art. 478 stesso codice, il pubblico ufficiale che, nell'esercizio...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 35488 del 24 settembre 2007
«Il delitto di falsa attestazione del privato di cui all'art. 483 c.p. può concorrere — quando la falsa dichiarazione sia prevista di per sé come reato — con quello della falsità per induzione in errore del pubblico ufficiale nella redazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16010 del 28 aprile 2005
«In tema di falsità ideologica, l'incompetenza relativa del pubblico ufficiale — ravvisabile allorché l'atto sia compiuto da un pubblico ufficiale facente parte dell'organo cui la norma attribuisce il relativo potere, ma privo di specifiche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11230 del 29 novembre 2000
«...ede. Tale situazione è necessariamente presupposta quando il provvedimento non può essere emanato senza la sua ricorrenza: l'atto stesso allora di per sè rigenera un affidamento su quest'ultima. Quando invece l'adozione del provvedimento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14283 del 17 dicembre 1999
«...la valutazione ad una verifica. In tal caso il P.U. esprime pur sempre un giudizio, ma l'atto potrà essere obiettivamente falso se il giudizio di conformità, non sarà rispondente ai parametri cui il giudizio stesso è implicitamente vincolato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2207 del 3 marzo 1995
«...fidefaciente. Alla stregua di queste considerazioni, la Suprema Corte ha ritenuto che l'eventuale falsità della diagnosi medica è sussumibile nella figura di reato di cui all'art. 480 c.p. e non in quella di cui all'art. 479 stesso codice).»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1827 del 24 febbraio 1995
«Anche nell'atto dispositivo — che consiste in una manifestazione di volontà e non nella rappresentazione o descrizione di un fatto — è configurabile la falsità ideologica in relazione alla parte «descrittiva» in esso contenuta e, più precisamente,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4532 del 20 aprile 1994
«...ica. Ma il significato stesso degli enunciati e delle parole dipende dall'uso che se ne fa, dalle azioni che con il parlare si compiono e dal contesto normativo dell'agire. Non risponde, pertanto, del delitto di cui all'art. 479 c.p....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2888 del 16 marzo 1992
«Il dolo del delitto di falso in atto pubblico non inest in re ipsa. Esso, al contrario, va sempre rigorosamente provato e va escluso tutte le volte in cui la falsità risulti essere oltre o contro l'intenzione dell'agente, come quando risulti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16308 del 27 novembre 1989
«Il reato di cui all'art. 479 c.p. e quello di cui all'art. 483 c.p. si differenziano tra loro con riguardo alla provenienza dell'attestazione falsa, con la conseguenza che la falsità ideologica di cui all'art. 479 c.p. è ravvisabile soltanto in...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7299 del 17 settembre 1984
«Risponde, pertanto, del reato di cui all'art. 479 c.p. e non del reato di cui all'art. 480 c.p. il pubblico ufficiale, il quale attesti, assumendo il falso, la conformità di un fabbricato al progetto approvato con la concessione edilizia senza...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45208 del 18 dicembre 2001
«La condotta di chi, previa presentazione di una falsa denuncia di smarrimento di una carta d'identità intestata ad altro soggetto, ottenga poi il rilascio di un duplicato della medesima, recante la propria fotografia ed i propri connotati fisici,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13069 del 29 marzo 2011
«Integra gli estremi dei reati di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico (art. 479 c.p.) ed in certificati o autorizzazioni amministrative (art. 480 c.p.), la condotta di colui che, in qualità di titolare di scuola guida,...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 10478 del 6 dicembre 1996
«Per poter infatti qualificare certificato amministrativo un atto proveniente dal pubblico ufficiale, occorrono due condizioni: che esso non attesti i risultati di un accertamento compiuto dal pubblico ufficiale redigente, ma riproduca attestazioni...»