-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3031 del 26 marzo 1993
«L'epilessia non costituisce di per sé una malattia che comporti uno stato permanente di infermità mentale nel soggetto; la incapacità di intendere o volere è invece ravvisabile nel momento del raptus, vale a dire allorché il malato è colto da una...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31743 del 28 luglio 2003
«Il giudice deve motivare la dichiarazione di abitualità a delinquere, fondandola non solo sulla constatazione della recidiva specifica, sia pure reiterata ed infraquinquennale, ma anche sulla valutazione della complessiva condotta di vita tenuta...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5416 del 17 maggio 1991
«Con riferimento alla dichiarazione di abitualità nel reato, l'applicazione dell'art. 103 c.p., in sostituzione del contestato art. 102 stesso codice, determina mancanza di correlazione tra la contestazione e la pronuncia, che impone l'annullamento...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 535 del 19 gennaio 1989
«In tema di dichiarazione di abitualità del reato, la omogeneità della natura dei reati commessi, unitamente alla reiterazione della condotta commessa in tempi ravvicinati può costituire elemento decisivo per essa dichiarazione e, perciò,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38252 del 28 settembre 2004
«La circostanza aggravante dell'essere stato, il reato, commesso da cinque o più persone (art. 112, comma secondo, n. 1 c.p.) trova applicazione unicamente in relazione ai reati che restano realizzati dalla partecipazione di due persone soltanto, e...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11531 del 15 novembre 1991
«Ai fini della configurabilità della circostanza aggravante prevista dall'art. 112, primo comma, n. 1, c.p., nel numero dei cinque partecipanti al reato non vanno computati coloro che sono stati assolti per insufficienza o per mancanza di dolo. In...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8767 del 21 giugno 1989
«Nei reati plurisoggettivi l'aggravante di cui all'art. 112 n. 1 c.p. è ravvisabile, salvo previsioni particolari per fattispecie individuate: solo se siano concorse nella fattispecie criminosa non meno di quattro persone, oltre quelle la cui...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1786 del 16 gennaio 2009
«Ai fini della determinazione della pena il giudice, nel valutare la gravità del danno cagionato dal reato, deve fare riferimento non soltanto a quello derivato, con relazione di diretta immediatezza, dalla lesione del bene protetto, ma anche alle...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6300 del 27 aprile 1989
«In materia di reati colposi, qualora l'evento, posto ad oggetto del reato scaturisca dal sinergismo di consapevoli condotte colpose, attribuibili alla vittima e a terzi imputati, va applicata la disposizione di cui all'art. 113 c.p., speciale...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8593 del 3 agosto 1988
«...di rinuncia all'esercizio della potestà conferita dalla legge al ministro, ma si configura come manifestazione negativa di volontà dell'organo competente volta a non valersi della potestà di dare impulso al procedimento penale nello Stato.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4184 del 27 marzo 2000
«La rateizzazione della pena pecuniaria prevista dall'art. 113 ter c.p. ha come presupposto le disagiate condizioni economiche del condannato, raffrontate all'entità della pena. Peraltro, l'imputato, per far valere la precarietà delle condizioni...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2288 del 15 giugno 1994
«La conversione delle pene della multa e dell'ammenda non eseguite per insolvibilità del condannato in libertà controllata o in lavoro sostitutivo è disciplinata non già dall'art. 135 c.p. sibbene dagli artt. 136 c.p. e 102 della L. 24 novembre...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4303 del 28 gennaio 2009
«...va integralmente detratto, secondo le regole dell'ordinamento interno, dalla durata della pena detentiva da scontare in base alla condanna dello Stato richiedente. (Fattispecie relativa a un mandato d'arresto europeo emesso dalle autorità romene).»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1817 del 14 agosto 1996
«Nessuna delle esigenze cautelari indicate dall'art. 274 c.p.p., come presupposto inderogabile per disporre la custodia cautelare in carcere, riveste carattere punitivo ed emendativo, rispondendo tutte a necessità di ordine processuale o preventivo...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 618 del 5 aprile 1990
«Il periodo di ricovero dell'imputato in un ospedale giudiziario, durante la detenzione in stato di custodia cautelare, va computato ai fini della determinazione della residua pena da espiare e, dunque, a norma dell'art. 137 c.p., dev'essere...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 31943 del 4 luglio 2008
«Al fine di determinare la pena da espiare, la custodia cautelare sofferta all'estero può essere computata solo se riferita al medesimo fatto per cui vi è stata condanna in Italia. Ne consegue che, qualora la condanna in Italia sia avvenuta per più...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1152 del 12 ottobre 1981
«, Cass. pen., , sez. I, , 30 luglio 2008, n. 31943, , (c.c. 4 luglio 2008) , Pellegrini. [RV240682]
Accanto al ne bis in idem processuale, che si sostanzia nel principio della forza preclusiva del giudicato, si pone quello del ne bis in idem...»
-
Corte costituzionale, sentenza n. 438 del 18 ottobre 1995
«... (Omissis). Pur dovendosi quindi annettere al particolare e grave morbo di cui qui si tratta [N.d.r. AIDS] tutto il risalto che lo stesso merita e che l'ampia normativa di settore e la stessa coscienza collettiva gli ha ormai riconosciuto, la...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42276 del 30 novembre 2010
«Il rinvio obbligatorio dell'esecuzione della pena, nei confronti del condannato affetto da sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) conclamata o da grave deficienza immunitaria, presuppone che la malattia sia giunta ad una fase così avanzata...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1504 del 30 maggio 1994
«Il primo comma, n. 3 dell'art. 146 c.p., come modificato dall'art. 2, D.L. 14 maggio 1993, n. 139, convertito dalla L. 14 luglio 1993, n. 222, prevede un'ipotesi di rinvio obbligatorio dell'esecuzione della pena allorché il condannato sia affetto...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11233 del 21 marzo 2001
«L'art. 146, comma 1, n. 3, c.p., nella parte in cui prevede il rinvio obbligatorio dell'esecuzione della pena qualora il condannato sia affetto da «malattia particolarmente grave» per effetto della quale le sue condizioni di salute risultino...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 853 del 13 marzo 1998
«In tema di liberazione condizionale, il fatto che il condannato si trovi in regime di differimento dell'esecuzione della pena, per la sussistenza di taluna delle ragioni indicate negli articoli 146 e 147 c.p., non può essere di ostacolo alla...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2731 del 18 maggio 1999
«I ricoveri previsti dall'art. 148 c.p. costituiscono modalità di esecuzione della pena detentiva, e non misure di sicurezza. Pertanto essi sono disposti senza previo accertamento della pericolosità sociale, comportano il mantenimento dello stato...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1502 del 12 maggio 1990
«Il procedimento penale iniziato contro persona deceduta al momento del promovimento dell'azione penale è viziato da inesistenza giuridica per la mancanza di un presupposto processuale essenziale. L'inesistenza del procedimento non determina in...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12375 del 28 marzo 2011
«È inammissibile per difetto di interesse il ricorso per cassazione - avverso la sentenza che dichiari l'estinzione del reato per remissione di querela - proposto dal Pubblico Ministero per dedurre che l'imputato non è stato posto in condizioni di...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36078 del 8 settembre 2004
«La remissione della querela proposta nei confronti dell'intervistato, per il reato di diffamazione a mezzo stampa, non estende i suoi effetti nei confronti del direttore del giornale, responsabile ai sensi dell'art. 57 c.p., stante l'autonomia...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5551 del 3 giugno 1982
«...o. Gli atti interruttivi della prescrizione hanno valore oggettivo in quanto denotano la persistenza nello Stato di un interesse punitivo. Pertanto, la prescrizione del reato è interrotta dall'atto processualmente nullo nei confronti di uno...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37454 del 14 ottobre 2005
«In forza delle sentenze della Corte costituzionale n. 108 del 1973 e 154 del 1976, la reiterazione della concessione del perdono giudiziale è consentita, ricorrendone le condizioni, rispetto ai reati commessi in epoca anteriore alla sentenza con...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4000 del 20 marzo 1989
«La reiterazione della concessione del perdono giudiziale è consentito, ricorrendone le condizioni, rispetto ai reati commessi in epoca anteriore alla sentenza con la quale è già stato concesso il beneficio, senza che sia necessario accertare la...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2388 del 25 giugno 1996
«La pena inflitta per un reato coperto da amnistia impropria non è eseguibile e non può ricomprendersi nel provvedimento di unificazione delle pene, né può costituire oggetto di applicazione dell'indulto, in quanto va applicata prima di tale...»