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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 107 del 27 marzo 1993
«Le dichiarazioni accusatorie, spontaneamente rese da un indagato a norma dell'art. 350, comma settimo, c.p.p., raccolte dalla polizia giudiziaria ma non documentate in verbale (né per esteso né riassunto), possono essere utilizzate in fase di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1278 del 14 gennaio 2003
«In tema di misure cautelari, il comma 1 bis dell'art. 273 c.p.p., introdotto dall'art. 11 della legge 1 marzo 2001 n. 63, nello stabilire che nella valutazione dei gravi indizi di colpevolezza si applicano, tra le altre, le disposizioni dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4374 del 12 febbraio 1998
«Le specificazioni introdotte con la legge n. 332 del 1995 all'art. 292 c.p.p. mirano ad evitare che si applichi la misura custodiale per reati prossimi alla prescrizione, e riguarda un periodo di tempo notevole trascorso dal fatto, tale da...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5028 del 1 ottobre 1998
«In materia di valutazione della prova, una volta verificata l'attendibilità intrinseca del chiamante in correità, il procedimento argomentativo e, dunque, la motivazione del provvedimento, non può pervenire omisso medio all'esame dei riscontri...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7269 del 22 marzo 2013
«Nel giudizio avente ad oggetto il risarcimento del danno cosiddetto da nascita indesiderata (ricorrente quando, a causa del mancato rilievo da parte del sanitario dell'esistenza di malformazioni congenite del feto, la gestante perda la possibilità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4243 del 19 novembre 1993
«Il procedimento incidentale di riesame non può estendersi oltre i limiti istituzionali, che ricomprendono certamente anche un esame di merito, ma non sino al punto da coinvolgere un accertamento preventivo e diffuso in ordine alla esatta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11265 del 17 novembre 1995
«In tema di valutazione delle prove, l'art. 192, commi 3 e 4, c.p.p. ha riconosciuto alle dichiarazioni rese dal coimputato di un medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso ex art. 12, o di un reato collegato a quello per cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30534 del 26 luglio 2007
«Ai fini dell'esercizio dell'azione penale, la norma di cui all'art. 405, comma primo bis, c.p.p., trova applicazione nell'ipotesi in cui la Corte di cassazione conosca direttamente dell'indizio di colpevolezza e pervenga, in ragione dell'assenza o...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7567 del 11 giugno 1999
«L'archiviazione degli atti per essere rimasti ignoti gli autori del reato, rappresentando ipotesi oggettivamente diversa da tutti gli altri casi di archiviazione previsti dalla legge, non determina alcuna preclusione processuale alla ripresa delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5998 del 21 maggio 1998
«In tema di criminalità organizzata di tipo mafioso la qualificazione di un soggetto come «uomo d'onore», proveniente da un appartenente ad una famiglia mafiosa, ha indubbiamente il valore di una notitia criminis ma, perché possa perdere la propria...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 166 del 25 febbraio 1995
«A norma dell'art. 350, comma settimo, c.p.p., le dichiarazioni spontanee rese alla polizia giudiziaria da persona indagata, senza assistenza del difensore, possono essere utilizzate nel dibattimento ai sensi dell'art. 503, comma terzo, c.p.p.; le...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10304 del 7 maggio 2007
«In tema di responsabilità civile, nel caso di scontro tra veicoli a motore per i quali vi sia obbligo di assicurazione, affinché possa sussistere la presunzione di veridicità del modello di constatazione amichevole dell'incidente (cosiddetto CID),...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9939 del 18 giugno 2012
«In tema di assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli o dei natanti, la vittima di un sinistro stradale causato da un veicolo non identificato non ha alcun obbligo, per ottenere il risarcimento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7885 del 16 giugno 1999
«Per escludere (o diminuire) l'imputabilità, l'intossicazione da sostanze stupefacenti non solo deve essere cronica (cioè stabile), ma deve produrre un'alterazione psichica permanente, cioè una patologia a livello cerebrale implicante psicopatie...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11446 del 17 novembre 1994
«I delitti di truffa e di millantato credito si differenziano oltre che per la diversità dell'oggetto della tutela penale, che nella truffa è il patrimonio e nel millantato credito è il prestigio della pubblica amministrazione, anche per il mezzo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6531 del 11 giugno 1991
«In tema di ricettazione (art. 648 c.p.), la prova dell'elemento psicologico del reato può desumersi da qualsiasi elemento di fatto e da qualunque indizio giuridicamente apprezzabile, compreso il comportamento dell'imputato in relazione alla sua...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5131 del 3 marzo 2009
«In tema di rivendicazione, il giudice di merito è tenuto innanzitutto a verificare l'esistenza, la validità e la rilevanza del titolo dedotto dall'attore a fondamento della pretesa, e ciò a prescindere da qualsiasi eccezione del convenuto,giacchè,...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 29830 del 29 dicembre 2011
«L'atto notorio, pur essendo considerato da alcune specifiche norme di legge come prova sufficiente delle qualità di erede e di legatario, allorché queste siano fatte valere a fini esclusivamente amministrativi, anche se nell'ambito della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1377 del 4 febbraio 1993
«In tema di presunzioni semplici — le quali vanno distinte sia dalla fictio iuris che dalle presunzioni legali (assolute o relative) — il requisito della concordanza costituisce un elemento non essenziale ma solo eventuale del procedimento logico...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19354 del 4 ottobre 2005
«Alla dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà posta in essere da un terzo estraneo alla lite deve attribuirsi la stessa rilevanza assegnata alla scrittura proveniente da un terzo, onde tale dichiarazione, non configurandosi come prova...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7518 del 4 giugno 2001
«Se il giudice è libero di utilizzare, per la formazione del suo convincimento, anche prove raccolte in un diverso processo svoltosi tra le stesse od altre parti, tale prova può valere, come indizio idoneo a fornire elementi di giudizio, solo una...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2865 del 11 marzo 1995
«La decisione del giudice di merito, quando si basa solo su prove indirette, deve essere sorretta, perché possa considerarsi soddisfatta l'esigenza di motivazione della sentenza, da un apparato argomentativo logicamente congruo che colleghi, da un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2814 del 10 marzo 2000
«La citazione di un imprenditore individuale ovvero di una impresa individuale ha come destinatario la persona fisica dell'imprenditore stesso e va quindi notificata a quest'ultimo secondo le regole delle notificazioni a persone fisiche ex artt....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 28376 del 12 luglio 2001
«Non vi è ragione di escludere l'utilizzabilità, a fini cautelari, di dichiarazioni eteroaccusatorie ricevute da un ufficiale di polizia giudiziaria e da questi registrate all'insaputa del dichiarante non gravato, all'epoca, da alcun indizio di reità.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7947 del 22 agosto 1997
«La testimonianza cosiddetta de relato è sempre utilizzabile allorquando sia impossibile l'esame del soggetto nel quale si identifica l'originaria fonte della notizia sui fatti. Pur individuando l'art. 195 comma terzo c.p.p. solo tre casi di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2071 del 9 settembre 1996
«L'indizio proveniente dalla chiamata indiretta, non riscontrata a norma dell'art. 195 c.p.p., pur ammissibile in sede di applicazione dell'art. 273 c.p.p. ha valenza diversa e minore di quella proveniente dalla chiamata diretta che, alla luce...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11453 del 25 novembre 1988
«La prova della sussistenza dell'animus necandi sia pure sotto il profilo del dolo eventuale nella fattispecie del tentato omicidio, deve essere desunta dal comportamento del colpevole e dagli accadimenti reali e non dall'eventuale e possibile...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2949 del 7 febbraio 2011
«In tema di espropriazione immobiliare - nel regime dell'art. 584 c.p.c. nel testo antecedente le modifiche di cui al d.l. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modifiche, nella legge 14 maggio 2005, n. 80, e di cui alla legge 28 dicembre 2005, n....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7233 del 29 marzo 2006
«In tema di espropriazione immobiliare, l'offerta di aumento di sesto ex art. 584 c.p.c. (nel testo in vigore antecedentemente alle modifiche ad esso apportate dal D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 615 del 27 gennaio 1979
«Poiché la prova scritta, ai sensi dell'art. 634 c.p.c., posta a fondamento del ricorso per decreto ingiuntivo, costituisce, di regola, nel giudizio di cognizione successivo all'opposizione dell'ingiunto, un mero indizio, nel caso di contestazione...»