-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11043 del 8 novembre 1995
«L'attenuante prevista dall'art. 62, n. 1, c.p. — aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale — ricorre ogniqualvolta il soggetto abbia agito o per motivi meritevoli di particolare approvazione secondo il comune senso etico o per...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4439 del 16 aprile 1994
«La causa d'onore non può identificarsi con un malinteso senso dell'orgoglio maschile che è incompatibile con i valori sociali che si sono consolidati nella moderna società in tema di infedeltà coniugale. Ed infatti gli istituti apprestati a tutela...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 51237 del 10 dicembre 2014
«Ai fini della configurabilità della circostanza attenuante della provocazione, pur nella forma c.d. per accumulo, si richiede la prova dell'esistenza di un fattore scatenante che giustifichi l'esplosione, in relazione ed in occasione di un ultimo...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13921 del 13 aprile 2010
«Anche ai fini della ricorrenza dell'attenuante della provocazione cosiddetta "per accumulo" si richiede la prova dell'esistenza di un fattore scatenante che giustifichi l'esplosione, in relazione e in occasione di un ultimo episodio pur...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12558 del 16 marzo 2004
«Ai fini della configurabilità dell'attenuante della provocazione occorrono: a) lo «stato d'ira» costituito da una situazione psicologica caratterizzata da un impulso emotivo incontenibile, che determina la perdita dei poteri di autocontrollo,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35607 del 23 ottobre 2002
«Al fine di ritenere configurabile la circostanza attenuante della provocazione nell'ipotesi di reazione del soggetto provocato diretta contro persona diversa dal provocatore, occorre che la vittima sia legata al provocatore da un rapporto che...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 630 del 23 gennaio 2001
«Ai fini della configurabilità della circostanza attenuante della provocazione può costituire «fatto ingiusto» anche il ricorso a forme espressive non corrette, ma anzi caratterizzate da insolenza e villania e, quanto allo «stato d'ira», lo stesso...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 701 del 21 gennaio 1998
«Al fine della sussistenza della circostanza attenuante della provocazione non occorre una vera e propria proporzione tra offesa e reazione; tuttavia occorre comunque l'adeguatezza della risposta rispetto alla gravità del fatto ingiusto. Infatti...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12785 del 29 dicembre 1995
«Per la sussistenza dell'attenuante della provocazione è necessario che il reato sia stato commesso in un vero e proprio stato d'ira determinato da un fatto altrui che deve essere obiettivamente ingiusto. Inoltre, anche senza che vi debba essere un...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11185 del 9 novembre 1994
«Ai fini del riconoscimento dell'attenuante della provocazione è richiesta una certa proporzione tra fatto ingiusto e reazione per escludere che il primo sia stato mera occasione per la commissione del reato e non la causa psicologica di questo....»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2784 del 5 marzo 1994
«Ai fini del riconoscimento della circostanza attenuante della provocazione, per stabilire l'adeguatezza psicologica della condotta alla afflizione determinata nell'agente dall'altrui comportamento, il giudice di merito non può limitare l'esame...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6355 del 23 giugno 1993
«L'attenuante della provocazione si compone di due elementi: uno oggettivo, costituito dal fatto ingiusto della vittima, che può essere realizzato non solo da un comportamento antigiuridico, ma anche dalla violazione di norme sociali o di costume;...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10552 del 3 novembre 1992
«Ai fini della sussistenza della circostanza attenuante della provocazione, il concetto di «fatto ingiusto», pur comprendendo in sé qualsiasi comportamento, intenzionale o colposo, legittimo o illegittimo, purché idoneo a scatenare, l'altrui...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1378 del 30 aprile 1994
«In tema di estinzione del reato per amnistia, l'art. 4, lett. d), del D.P.R. 12 aprile 1990, n. 75, laddove, per la determinazione della pena con riferimento al reato di furto ai fini dell'applicazione di tale causa estintiva deroga alla...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 29938 del 29 luglio 2010
«L'attenuante di cui all'art. 62 n. 5 c.p., richiedendo la sussistenza del fatto doloso della persona offesa, rinvia, per la nozione del dolo, al precedente art. 43 e quindi presuppone che la persona offesa preveda e voglia l'evento dannoso come...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9352 del 31 agosto 1994
«Per l'applicazione dell'attenuante prevista dall'art. 62 n. 5 c.p. non è sufficiente che la condotta della persona offesa si inserisca nella serie causale determinativa dell'evento ai sensi dell'art. 41 c.p. ma è altresì necessario che essa sia...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10938 del 29 novembre 1993
«In materia di repressione delle attività illecite concernenti gli stupefacenti, il legislatore, con l'art. 97 del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, ha introdotto, nei confronti degli ufficiali di polizia giudiziaria addetti alle unità speciali...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3741 del 10 marzo 1989
«L'art. 62, n. 5, c.p., nel prevedere il fatto doloso della persona offesa come causa concorrente, con l'azione o l'omissione del colpevole, a determinare l'evento, non precisa che la persona offesa debba volere lo stesso evento voluto dal...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6235 del 29 maggio 2000
«Ai fini della configurabilità del reato di favoreggiamento personale, è sufficiente che sia stata posta in essere un'azione diretta ad aiutare taluno ad eludere le investigazioni o a sottrarsi alle ricerche dell'autorità, mentre non è necessario...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1325 del 16 luglio 1998
«La differenza tra concorso nel reato e favoreggiamento va individuata con riferimento all'elemento psicologico, dimodoché é ravvisabile il concorso nel reato presupposto se l'agente non si limiti ad aiutare taluno a eludere le investigazioni...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9756 del 13 ottobre 1992
«In tema di favoreggiamento personale, il tentativo, ancorché astrattamente ipotizzabile nei casi in cui l'efficienza causale della condotta venga neutralizzata da un fatto indipendente dalla volontà del colpevole, non può configurarsi quando gli...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 52118 del 16 dicembre 2014
«In tema di favoreggiamento personale, la causa di esclusione della punibilità prevista per chi ha commesso il fatto per essere stato costretto dalla necessità di salvare sé stesso o un prossimo congiunto da un grave e inevitabile nocumento alla...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 45444 del 4 novembre 2014
«In tema di favoreggiamento personale, la causa di esclusione della punibilità prevista per chi ha commesso il fatto per essere stato costretto dalla necessità di salvare sé stesso o un prossimo congiunto da un grave e inevitabile nocumento alla...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6874 del 9 luglio 1993
«La causa di non punibilità prevista dall'art. 384 c.p., in relazione all'art. 378 dello stesso codice, postula come condizione, che ne costituisce anche la ragione giustificatrice, lo stato di necessità, ossia una situazione non determinata dal...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13346 del 11 ottobre 1989
«La speciale causa di non punibilità prevista dal terzo comma, lett. b) dell'art. 1 della L. 29 maggio 1982, n. 304 (non punibilità per la commissione di uno dei reati di cui agli artt. 307, 378 e 379 c.p. nei confronti di persona imputata di uno...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39022 del 20 settembre 2013
«La causa di non punibilità prevista dall'art. 384, primo comma, c.p.p., non può applicarsi al testimone in un processo civile di cui è parte un suo prossimo congiunto, quando la regiudicanda investe profili di esclusiva rilevanza economica e...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8632 del 27 luglio 1995
«Perché possa operare la causa di giustificazione speciale prevista dall'art. 384, comma 1, c.p. (necessità di salvare sè medesimo od un prossimo congiunto da un grave ed inevitabile nocumento nella libertà o nell'onore) occorre che il fatto...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1642 del 24 febbraio 1986
«Nei reati contro l'amministrazione della giustizia, la disposizione dell'art. 384 c.p. prevede delle ipotesi di non punibilità (al fine di salvare sé medesimo o un prossimo congiunto da un grave ed inevitabile nocumento alla libertà e all'onore)...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9085 del 12 ottobre 1985
«La causa di non punibilità, prevista dall'art. 384 c.p., ricorre anche nell'ipotesi in cui il testimone abbia reso una falsa deposizione al fine di sottrarsi al pericolo di essere incriminato per gli stessi reati oggetto del giudizio principale, e...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29679 del 16 luglio 2008
«In tema di reato di evasione, non può ravvisarsi, in caso di allontanamento dall'abitazione in cui il soggetto è in stato di restrizione domiciliare, la causa di giustificazione dello stato di necessità per asserito deterioramento dei rapporti con...»