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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26343 del 27 giugno 2001
«In tema di esecuzione, è inammissibile la richiesta di detrazione della pena espiata all'estero per il medesimo fatto che sia stata proposta direttamente al giudice dell'esecuzione e non al pubblico ministero, organo funzionalmente competente a...»
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Cassazione penale, Sez. I, ordinanza n. 373 del 1 aprile 1994
«Il pubblico ministero presso la pretura non è legittimato a proporre impugnazione avverso l'ordinanza con la quale il magistrato di sorveglianza dichiara inammissibile la richiesta di conversione della pena pecuniaria, atteso che il magistrato di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3378 del 10 giugno 1997
«Attesa la inscindibilità fra provvedimento di conversione della pena pecuniaria per insolvibilità del condannato e provvedimento di determinazione delle modalità di esecuzione delle pene conseguenti alla conversione, di cui all'art. 107 della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45 del 4 marzo 1993
«Il cumulo delle pene, avendo natura amministrativa, rientra fra i compiti del pubblico ministero al fine di rendere possibile una più rapida esecuzione delle pene (salva la facoltà del condannato di adire il giudice dell'esecuzione se ritenga...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4526 del 21 agosto 1997
«Nel caso di plurime applicazioni dello stesso indulto effettuate in giudizi diversi o in fase esecutiva, è il pubblico ministero l'organo che, nel procedere all'unificazione delle pene, a norma dell'art. 663 c.p.p., deve, in linea con i suoi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4102 del 25 gennaio 1995
«È pubblico ufficiale anche colui che sia chiamato a svolgere attività accessorie o sussidiarie a quelle istituzionali proprie dello Stato o degli altri enti pubblici tra le quali rientrano i compiti di cooperazione alla elaborazione in via...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2550 del 25 novembre 1998
«L'esecuzione dell'ordine di demolizione dell'opera abusiva e la determinazione delle concrete modalità di una tale esecuzione spettano al P.M., quale organo dell'esecuzione, e non al giudice dell'esecuzione. Se nel corso dell'esecuzione della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1846 del 23 maggio 1996
«La competenza a decidere in tema di riabilitazione conseguente all'applicazione di una misura di prevenzione spetta al tribunale di sorveglianza. La indicazione quale giudice competente della corte di appello contenuta nel comma 1 dell'art. 15, L....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 720 del 14 aprile 1993
«La competenza a decidere sulla richiesta di riabilitazione, attribuita dall'art. 683 c.p.p. al tribunale di sorveglianza, pure nel caso di «condanne pronunciate da giudici speciali, quando la legge non dispone altrimenti», sussiste anche quando si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24026 del 26 novembre 2010
«In tema di concordato fallimentare, proposto (nella specie, dal curatore) nella vigenza del d.l.vo n. 5 del 2006 e prima del d.l.vo n. 169 del 2007, in una procedura di fallimento disciplinata, ad ogni altro effetto, dal testo originario del r.d....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10634 del 9 maggio 2007
«L'interpretazione dei patti del concordato fallimentare e della sentenza di omologazione importa una quaestio voluntatis la cui risoluzione spetta al giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità, se correttamente e adeguatamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7338 del 25 febbraio 2002
«In tema di esecuzione, quando la revoca di benefici sia prevista come obbligatoria ed automatica, la pur necessaria pronuncia formale adottata ai sensi dell'art. 674 c.p.p. dal giudice dell'esecuzione ha un carattere meramente dichiarativo e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17121 del 21 luglio 2010
«In tema di responsabilità degli amministratori di società a responsabilità limitata, la riforma societaria di cui al d.l.vo n. 6 del 2003, che pur non prevede più il richiamo, negli artt. 2476 e 2487 c.c., agli artt. 2392, 2393 e 2394 c.c., e cioè...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11084 del 11 giugno 2004
«I fallimenti della società e dei soci illimitatamente responsabili costituiscono, ad onta dell'unicità della sentenza dichiarativa e dell'unicità degli organi, entità giuridiche diverse, centri diversificati di imputazione giuridica degli effetti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4699 del 16 aprile 1992
«L'art. 162 R.D. 16 marzo 1942 n. 267, nell'esigere che il pubblico ministero sia sentito al fine della pronuncia sulla ammissibilità della domanda di concordato preventivo, fissa un principio di obbligatorietà del suo intervento da ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4670 del 26 maggio 1997
«Il sindacato del giudice ordinario sull'atto amministrativo, ai soli fini della sua disapplicazione al caso concreto, non è limitato alla mera violazione di legge, ma si estende anche all'accertamento del vizio di eccesso di potere, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5099 del 2 dicembre 1999
«Allorché il provvedimento del giudice, emesso in forma di ordinanza, non decide su questioni contingenti o temporanee, sia di rito, sia di merito, ma statuisce su determinate situazioni giuridiche con carattere di definitività ed è soggetto a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5494 del 16 novembre 1996
«Nei procedimenti incidentali in materia di misure cautelari personali gli effetti delle relative decisioni permangono fino a quando non intervenga un mutamento della situazione processuale che legittimi il riesame della questione. Ed invero, nella...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2546 del 7 marzo 2000
«Poiché anche nel processo fallimentare la pubblicazione costituisce il momento in cui la sentenza viene giuridicamente ad esistenza mentre la deliberazione in camera di consiglio è momento interno all'organo decidente privo di effetti immediati e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16987 del 26 agosto 2004
«In tema di concordato preventivo, al commissario liquidatore non possono riconoscersi i compensi aggiuntivi previsti dall'art. 5 comma secondo del D.M. n. 570 del 1992 per l'attività di controllo della liquidazione (nel concordato con cessione dei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15056 del 22 novembre 2000
«Anche un organo collegiale composto da tre persone, in quanto regolarmente costituito, può deliberare legittimamente (sempre che il numero dei componenti non scenda al di sotto del quorum prescritto) e funzionare con la presenza di due soli...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19293 del 3 ottobre 2005
«Ancorché l'art. 21 della L.F. non sia richiamato dalla disciplina della liquidazione coatta amministrativa, il principio in esso previsto deve ritenersi applicabile, ricorrendo una eadem ratio anche alle vicende concernenti l'illegittimità di tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11085 del 10 ottobre 1992
«Il commissario liquidatore di un'impresa posta in liquidazione coatta amministrativa, che chieda la dichiarazione dello stato di insolvenza dell'impresa (artt. 195, 202 della legge fallimentare), non ha bisogno del ministero di un difensore,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 27777 del 21 novembre 2008
«Il bilancio, redatto dal commissario liquidatore per determinare il reddito di impresa relativo al periodo compreso tra l'inizio dell'esercizio e il provvedimento che ordina la liquidazione coatta amministrativa, a norma dell'art. 125 del d.P.R....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25966 del 26 giugno 2001
«Il comma 4 bis dell'art. 665 c.p.p. (introdotto dal D.L.vo 19 febbraio 1998 n. 51) secondo cui se l'esecuzione concerne più provvedimenti emessi dal tribunale in composizione monocratica e collegiale, l'esecuzione è attribuita in ogni caso al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4914 del 10 agosto 2000
«La regola stabilita dal comma 4 bis dell'art. 665 c.p.p., secondo cui, qualora l'esecuzione riguardi provvedimenti emessi dal tribunale in composizione monocratica o collegiale, competente a decidere sulle relative questioni è in ogni caso il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1125 del 19 marzo 1996
«In forza del criterio stabilito dall'art. 665, comma quarto, c.p.p., il giudice che deve provvedere, in sede esecutiva, alla applicazione o alla revoca dei benefici indicati negli artt. 672 e 674 c.p.p., come pure alla risoluzione degli incidenti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4172 del 10 marzo 1995
«La condotta criminosa prevista dall'art. 229 della legge fallimentare è quella del curatore che riceve o pattuisce una retribuzione, in danaro o in altra forma, in aggiunta all'altra liquidata in suo favore dal tribunale o dal giudice delegato, e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22711 del 8 novembre 2010
«Il giudizio di opposizione allo stato passivo è regolato - ai sensi dell'art. 99 legge fall., novellato dal d.l.vo n. 169 del 2007 - dal principio dispositivo, come qualunque ordinario giudizio di cognizione a natura contenziosa, per cui il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6172 del 17 aprile 2003
«Nel procedimento di impugnazione del credito ammesso al passivo fallimentare (art. 100 L. fall.), il curatore è considerato ope legis contraddittore necessario, dovendo essere chiamato in giudizio — al pari del creditore ammesso il cui credito...»