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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6032 del 4 dicembre 1999
«I provvedimenti emessi dal pubblico ministero, ivi compresi quelli attinenti alla libertà personale, sono inoppugnabili in quanto si tratta di atti non giurisdizionali e privi di efficacia propriamente decisoria, sicché l'interessato, che intenda...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9542 del 8 settembre 2000
«Le conclusioni della commissione tecnica prevista dall'art. 80 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773 (secondo il quale non può concedersi la licenza per l'apertura di un teatro o di un luogo di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39087 del 3 novembre 2001
«Non integra il reato di esercizio abusivo della professione di biologo la condotta di chi, avendo messo a disposizione del pubblico un apparecchio per autodiagnosi, esegua in luogo dell'interessato quelle operazioni materiali necessarie per il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6023 del 13 febbraio 2001
«Dà luogo a violazione dell'art. 309, comma 5, c.p.p. e, conseguentemente, a perdita di efficacia della misura cautelare, la mancata trasmissione al tribunale del riesame, da parte del pubblico ministero, quale autorità procedente, di atti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41005 del 5 dicembre 2002
«In materia di assistenza giudiziaria penale, gli atti compiuti all'estero su rogatoria sono assunti secondo le forme stabilite dall'ordinamento dal Paese richiesto, salvo l'eventuale contrasto con norme inderogabili di ordine pubblico e buon...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3443 del 23 gennaio 2003
«Sono utilizzabili le intercettazioni audiovisive effettuate dalla polizia giudiziaria, senza l'autorizzazione del Gip, nel bagno di un locale pubblico, in quanto deve escludersi che esso possa considerarsi luogo di privata dimora la quale, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47496 del 11 dicembre 2003
«Pertanto, qualora il pubblico ministero denunci, al fine di ottenere l'esatta applicazione della legge, la violazione di una norma di diritto sostanziale o processuale, in tanto può riconoscersi la sussistenza di un interesse concreto che renda...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5391 del 5 febbraio 2003
«È configurabile il reato di falsità ideologica, previsto dall'art. 479 c.p., nella condotta del pubblico impiegato che inserisca la scheda magnetica (c.d. badge) di un altro dipendente nell'apposita apparecchiatura elettronica predisposta...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 12238 del 30 marzo 2005
«Il giudice investito della richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero, anche nel caso in cui ritenga sussistere una causa di non punibilità rilevante ai sensi dell'articolo 129 del c.p.p., non può emettere de plano sentenza di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 47247 del 29 dicembre 2005
«...609 bis c.p. (Fattispecie nella quale la Corte ha affermato la connessione tra il reato di violenza e quello di atti osceni in luogo pubblico in quanto il fatto era stato commesso in un centro di igiene mentale ove la vittima era ricoverata).»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 34818 del 14 settembre 2007
«La procedibilità d'ufficio dei reati sessuali nel caso previsto dall'art. 609 septies, comma quarto, n. 3, c.p. è stata stabilita in ragione dell'autorità connessa alle funzioni esercitate ed all'influenza, al vincolo, alla dipendenza, se non al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10068 del 6 marzo 2009
«In tema di pornografia minorile, la partecipazione di un minore come mero spettatore di esibizioni pornografiche poste in essere in luogo pubblico o aperto al pubblico, integra il delitto di cui all'art. 600 ter, comma primo, c.p., in quanto il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 36823 del 12 ottobre 2011
«...il reato nel caso di avvenuto abbandono, in luogo di pubblico transito, di una donna privata degli abiti e del telefono cellulare, in tal modo limitata nella libertà di movimento ed esposta ad un apprezzabile pericolo per la propria incolumità).»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 21644 del 21 maggio 2013
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 266, comma secondo, c.p.p., sollevata in relazione all'art. 14 della Costituzione, che statuisce il principio dell'inviolabilità del domicilio, perché la collocazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14022 del 25 marzo 2014
«...il libero accesso da parte del pubblico, atteso che, ai fini della configurabilità dell'aggravante, assume rilievo non la natura, privata o pubblica, del luogo di esposizione del bene, ma la facilità di raggiungere la "res" oggetto di sottrazione.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32026 del 21 luglio 2014
«Commette il reato di furto in abitazione chi si introduce all'interno di un esercizio commerciale adibito a tabaccheria, durante l'orario di apertura e nella parte concretamente aperta al pubblico, trattandosi di locale nel quale le persone si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 51613 del 2 dicembre 2016
«Ai fini della configurabilità del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, quale ora previsto dall'art. 341 bis c.p., per un verso, l'obiettiva capacità offensiva di determinate espressioni verbali non può dirsi elisa dalla facilità e dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8673 del 28 marzo 2019
«La categoria dell'organismo di diritto pubblico - elaborata nel diritto eurounitario per individuare le cd. "amministrazioni aggiudicatrici", ossia i soggetti tenuti al rispetto delle regole dell'evidenza pubblica, cui consegue la giurisdizione...»
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Consiglio di Stato, Sez. Ad. Plen., sentenza n. 14 del 15 settembre 1999
«La disposizione in esame costituisce una previsione di chiusura del sistema, applicabile a tutti quei procedimenti per i quali sussiste un concreto pericolo di pregiudizio all'interesse pubblico alla corretta informazione e partecipazione,...»
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Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana, sentenza n. 614 del 1 luglio 2019
«Il principio di parità di trattamento e l'obbligo di trasparenza devono essere interpretati nel senso che ostano all'esclusione di un operatore economico da una procedura di aggiudicazione di un appalto pubblico in seguito al mancato rispetto, da...»
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Consiglio di Stato, Sez. IV, sentenza n. 3805 del 5 settembre 2016
«Al contrario, nel caso di poteri discrezionali, la valutazione e la conseguente scelta della misura concreta da adottare per il perseguimento dell'interesse pubblico (per la tutela del quale il potere è stato conferito), non verrebbero ad essere...»
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Consiglio di Stato, Sez. III, sentenza n. 4490 del 26 ottobre 2016
«Se è vero che la proposizione del ricorso avverso l'aggiudicazione provvisoria di un appalto pubblico è una scelta, una volta che essa è compiuta sorge l'onere del controinteressato di difendersi (art. 42 D.Lgs. n. 104/2010, CPA) (Parziale riforma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14610 del 12 luglio 2005
«...che non era aperto all’affluenza diretta e immediata del pubblico, che in esso non era autorizzata l’attività di vendita, la quale non risultava neanche provata, in quanto gli scontrini fiscali venivano emessi in altro locale posto di fronte).»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10598 del 10 agosto 2000
«Le disposizioni della legge c.d. sull’equo canone che attribuiscono al conduttore di immobile adibito per uso diverso da quello di abitazione (artt. 35-38-69 legge 27 luglio 1978, n. 392) il diritto ad una indennità per la perdita dell’avviamento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11865 del 23 novembre 1998
«L’art. 35 della legge n. 392 del 1978, nel riferirsi al requisito dei contatti diretti con il pubblico degli utenti e dei consumatori, postula che l’immobile sia adoperato come luogo aperto alla frequentazione diretta, senza intermediazione, e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1304 del 15 marzo 1989
«L’art. 35 della L. n. 392 del 1978, stabilendo che l’indennità per la perdita dell’avviamento commerciale spetta al conduttore quando l’immobile sia adibito allo svolgimento delle attività tutelate di cui al precedente art. 27 ove comportino...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3551 del 27 aprile 1990
«...l’immobile locato come luogo di incontro e di contatto con il pubblico degli utenti e dei consumatori e cioè con la generalità indeterminata dei destinatari finali dell’offerta dei beni o dei servizi. (Nell’affermare il suddetto principio la S.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5268 del 12 giugno 1997
«...finali di un servizio (così dovendo intendersi il riferimento contenuto nell’art. 35 della legge 27 luglio 1978, n. 392 al «pubblico degli utenti e dei consumatori») rispetto al quale abbia rilievo la ubicazione del luogo in cui esso è prestato.»
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Consiglio di Stato, Sez. VI, sentenza n. 2384 del 23 aprile 2012
«La disciplina civilistica ex art. 299 e ss. c.p.c., relativa all'istituto dell'interruzione del processo, al quale l'art. 79 del c.p.a. fa integrale rinvio, trova applicazione anche nell'ipotesi di estinzione di un ente pubblico con successione a...»
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Consiglio di Stato, Sez. VI, sentenza n. 3569 del 19 giugno 2012
«...viene definita formazione progressiva del giudicato. Ne consegue che, la normativa successiva, potendo occupare gli spazi lasciati liberi dal giudicato, realizza normalmente una successione cronologica di regole di disciplina del potere pubblico.»