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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13666 del 17 settembre 2003
«L'esecuzione dei provvedimenti interinali in tema di reintegrazione e manutenzione del possesso si colloca al di fuori del processo di esecuzione previsto e regolato dal libro terzo del codice di procedura civile, stante la natura e funzione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2654 del 9 febbraio 2005
«Il principio secondo cui gli interessi sulle somme di denaro liquidate a titolo risarcitorio decorrono dalla data in cui il danno si è verificato è sì applicabile soltanto in tema di responsabilità extracontrattuale da fatto illecito (in quanto il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19927 del 25 settembre 2007
«In tema di inadempimento delle obbligazioni pecuniarie, la natura non imprenditoriale del creditore non preclude la possibilità che gli venga riconosciuto, ove fornisca la prova relativa, il maggior danno di cui all'art. 1224, comma 2, c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9645 del 16 novembre 1994
«Ai fini della concessione del sequestro giudiziario, si ha controversia sulla proprietà o sul possesso non soltanto quando sia esperita azione di rivendica, ma anche in ipotesi di azioni personali aventi per oggetto la restituzione della cosa da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13469 del 16 settembre 2002
«In tema di risarcimento danni, qualora la peculiare natura del pregiudizio lamentato dall'attore (e ritenuto esistente, sotto il profilo dell' an debeatur , dal giudice di merito) renda impervia ovvero impossibile la prova concreta del suo preciso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1885 del 11 febbraio 2002
«In tema di assicurazione della responsabilità civile, l'obbligazione dell'assicuratore di tenere indenne l'assicurato da quanto il danneggiato richiede a titolo di risarcimento del danno comporta che, ove l'assicuratore non abbia fatto seguire,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2171 del 26 marzo 1986
«L'impossibilità di provare il danno nel suo preciso ammontare, richiesta dalla norma dell'art. 1226 c.c., come condizione dell'esercizio, da parte del giudice, della potestà di procedere alla liquidazione equitativa, non va intesa in senso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12714 del 25 maggio 2010
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi del fatto colposo del creditore che abbia concorso al verificarsi dell'evento dannoso (di cui al primo comma dell'art. 1227 c.c.) va distinta da quella (disciplinata dal secondo comma della medesima...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24080 del 25 settembre 2008
«In tema di risarcimento del danno, il fatto colposo del creditore che abbia contribuito al verificarsi dell'evento dannoso (ipotesi regolata dall'art. 1227, primo comma, c.c.) è rilevabile d'ufficio, per cui la sua prospettazione non richiede la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 27123 del 19 dicembre 2006
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi disciplinata dal secondo comma dell'art. 1227 c.c., laddove esclude il risarcimento del danno che il creditore avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza, costituisce oggetto di una eccezione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7025 del 23 maggio 2001
«Con riguardo all'esimente da responsabilità, prevista dal secondo comma dell'art. 1227 c.c., il giudice del merito è tenuto a svolgere l'indagine in ordine all'omesso uso dell'ordinaria diligenza da parte del creditore, soltanto se vi sia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4799 del 2 aprile 2001
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi del fatto colposo del creditore che abbia concorso al verificarsi dell'evento dannoso (primo comma dell'art. 1227 c.c.) va distinta da quella (disciplinata dal secondo comma della medesima norma)...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5883 del 9 maggio 2000
«A norma dell'art. 1227 comma secondo c.c. ed al fine di escludere la risarcibilità dei danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza, vanno presi in considerazione soltanto i comportamenti tenuti dal...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1073 del 1 febbraio 2000
«In tema di esecuzione per consegna o rilascio, a norma dell'art. 609, comma primo c.p.c. per «cose mobili appartenenti alla parte tenuta al rilascio» s'intendono non solo quelle di sua proprietà ma anche quelle oggetto di un semplice diritto di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3408 del 22 maggio 1986
«Mentre il concorso di colpa del creditore, previsto dal primo comma dell'art. 1227 c.c., può essere rilevato anche d'ufficio, nella diversa ipotesi dell'esimente contemplata dal secondo comma della stessa norma, il giudice è tenuto a svolgere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10526 del 13 maggio 2011
«Qualora la messa in circolazione di un veicolo in condizioni di insicurezza (nella specie, un ciclomotore con a bordo tre persone, di cui uno minore d'età, in violazione dell'art. 170 cod. strada) sia ricollegabile all'azione o omissione non solo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10995 del 14 luglio 2003
«In materia di responsabilità contrattuale, l'art. 1227, secondo comma, c.c., laddove esclude il risarcimento del danno che il creditore avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza, pone a carico del creditore medesimo l'onere di non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7987 del 7 agosto 1990
«Nei contratti con prestazioni corrispettive, il contraente che abbia adempiuto la propria prestazione non è tenuto, nel caso di inadempimento totale o parziale dell'altro contraente, a svolgere attività per conseguire aliunde la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8527 del 8 aprile 2009
«La novazione non forma oggetto di un'eccezione in senso proprio, come si deduce dalla nozione e dalla disciplina quali delineate negli artt. 1230 - 1235 c.c., poste a raffronto con l'espressa previsione della non rilevabilità d'ufficio della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2021 del 22 febbraio 1995
«Nell'ambito dei modi di estinzione delle obbligazioni diversi dall'adempimento, mentre l'accordo remissorio, diretto ad estinguere il debito verso il pagamento, da parte del debitore, di una quota di esso, costituendo un tipico negozio a struttura...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1322 del 23 aprile 1969
«L'accordo remissorio diretto ad estinguere il debito verso pagamento da parte del debitore di una quota di esso si perfeziona col consenso manifestato dalle parti (laddove la dichiarazione unilaterale di remissione si presume accettata soltanto se...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10629 del 9 maggio 2006
«Ai fini della configurabilità della compensazione in senso tecnico di cui all'art. 1241 c.c., non rileva la pluralità o unicità dei rapporti posti a base delle reciproche obbligazioni, essendo invece necessario solo che le suddette obbligazioni,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11943 del 8 agosto 2002
«Il principio secondo il quale l'istituto della compensazione — postulando l'autonomia dei rapporti cui si riferiscono le contrapposte ragioni di credito delle parti — non trova applicazione nel caso in cui non sussista la predetta autonomia di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10447 del 7 ottobre 1991
«L'applicabilità delle disposizioni degli artt. 1241 e ss. c.c. (riguardanti l'ipotesi della compensazione in senso tecnico-giuridico) postula l'autonomia dei rapporti da cui nascono i contrapposti crediti delle parti e pertanto va esclusa allorché...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1905 del 15 marzo 1983
«Le norme concernenti la compensazione - fra cui, in particolare, quella della non rilevabilità d'ufficio - riguardano l'ipotesi di compensazione in senso tecnico-giuridico, la quale postula l'autonomia dei rapporti cui si riferiscono i...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6391 del 14 luglio 1997
«L'eccezione di compensazione ha carattere di eccezione in senso stretto, non rilevabile d'ufficio dal giudice per l'espresso divieto posto dall'art. 1242 primo comma c.c., ed è soggetta nel rito del lavoro a decadenza se non proposta nella memoria...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5036 del 9 maggio 1995
«La questione relativa all'esistenza, alla natura ed all'importo dei crediti da opporre eventualmente in compensazione a quelli dedotti in giudizio dalla controparte non è rilevabile d'ufficio ed è soggetta all'onere di allegazione e di prova; essa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3849 del 27 giugno 1985
«L'eccezione di compensazione, in quanto eccezione in senso proprio, è dal convenuto deducibile, ai sensi dell'art. 184 c.p.c., anche dopo la comparsa di risposta, sino alla precisazione delle conclusioni di primo grado, e, non soggiacendo alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 143 del 16 gennaio 1976
«La dichiarazione con la quale il convenuto oppone, alla domanda di pagamento, la compensazione con un suo credito, deducendo quest'ultimo al limitato fine di paralizzare, in tutto od in parte, la richiesta avversaria, configura un'eccezione in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1655 del 13 marzo 1982
«La compensazione legale, pur avendo a necessario presupposto la reciprocità delle obbligazioni, per cui i due soggetti debbono essere debitori l'uno dell'altro, opera anche quando i debiti contrapposti non siano esclusivamente propri dei due...»