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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45327 del 17 ottobre 2005
«Sussiste il concorso tra il reato di cui all'art. 453 c.p. (falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate) e quello di cui all'art. 461 c.p. (fabbricazione o detenzione di filigrane o di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4250 del 1 febbraio 1980
«L'art. 459 c.p. punisce l'acquisto, la detenzione e la messa in circolazione di valori bollati contraffatti ed è pertanto sufficiente, ai fini della sussistenza dell'elemento psicologico del reato, la volontà cosciente e libera dell'acquisto,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6404 del 27 maggio 1988
«Il delitto contemplato dal primo comma dell'art. 459 c.p., si consuma appena sia stata compiuta l'attività di contraffazione o di alterazione dei valori di bollo, ovvero si sia realizzata la condotta di introduzione nel territorio dello Stato o di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13780 del 22 marzo 2013
«L’art. 459, comma primo, c.p., nella parte in cui prevede la punibilità, ai sensi delle disposizioni di cui agli artt. 453, 455 e 457 c.p., ma con pene ridotte di un terzo, della condotta consistente nell’acquisto, detenzione e messa in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 691 del 27 gennaio 1983
«Il reato di cui all'art. 464 primo comma, c.p. è punito a titolo di dolo e questo consiste nella consapevolezza della falsità del valore di bollo all'atto della ricezione.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4261 del 28 gennaio 2013
«Non sono annoverabili tra le “carte di pubblico credito”, quali definite dall'art. 458 c.p., titoli che, pur avendo l'apparenza di essere stati emessi da governi o da altri istituti a ciò autorizzati, siano però di pura fantasia, non avendo in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4254 del 1 aprile 1999
«In tema di falso, la grossolanità della contraffazione, che dà luogo al reato impossibile, non va giudicata alla stregua delle conoscenze e delle conclusioni di un esperto del settore. Invero la punibilità è esclusa solo quando il falso sia ictu...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 990 del 23 maggio 1967
«Sussiste il reato di falsificazione di carte di pubblico credito, che l'art. 458 c.p. parifica alle monete, nell'avvenuta stampa del titolo, ogni qualvolta le carte siano imitate in modo che possano essere ritenute vere da un numero indeterminato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11489 del 17 agosto 1990
«La differenza tra l'ipotesi delittuosa di cui all'art. 457 c.p. e quella di cui all'art. 455 stesso codice consiste in ciò che per il reato di cui all'art. 455 la scienza della falsità delle monete o titoli equipollenti deve sussistere nel...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 49039 del 22 dicembre 2004
«In tema di falso nummario (art. 455 c.p.), sussiste la legittimazione a costituirsi parte civile del soggetto presso il quale la moneta contraffatta sia stata spesa e che abbia subito un pregiudizio di natura patrimoniale, il quale è risarcibile...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34695 del 22 agosto 2003
«Anche dopo il 1 marzo 2002, data in cui è stato definitivamente introdotto l'euro nel nostro sistema monetario, integra il reato di cui all'art. 455 c.p. la detenzione di banconote in lire italiane contraffatte al fine della messa in circolazione,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 145 del 7 gennaio 1984
«Anche nei riguardi dei reati contro la fede pubblica è applicabile l'attenuante dell'attivo ravvedimento di cui all'art. 62 n. 6 c.p., ben potendo il colpevole, dopo la realizzazione dell'evento, adoperarsi per elidere o attenuare quelle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32914 del 26 agosto 2011
«Per la configurabilità del reato di detenzione, al fine di metterle in circolazione, di banconote contraffatte (art. 455 c.p.) è necessario il dolo specifico - "sub specie" di intenzione del soggetto agente di mettere in circolazione le banconote...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19465 del 21 maggio 2010
«Al fine dell'integrazione dell'elemento soggettivo del reato di spendita di monete falsificate, previsto dall'art. 455 c.p., non occorre una assoluta conoscenza della falsità nel momento in cui sono ricevute, essendo sufficiente anche il dubbio...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38599 del 5 ottobre 2009
«Il dolo specifico nel reato di cui art. 455 c.p. è richiesto soltanto in relazione alle condotte di importazione, acquisto o detenzione di monete contraffatte o alterate, come fine di metterle in circolazione, e non anche per le condotte di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14659 del 29 dicembre 1999
«Il dolo specifico del reato di spendita ed introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate non può essere desunto, con riferimento alla detenzione di una sola banconota falsa ed a fronte della prospettazione difensiva di averla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7276 del 10 settembre 1984
«Il reato previsto dall'art. 455 c.p. si consuma con la detenzione al fine della messa in circolazione della banconota, senza che sia necessaria l'accettazione del prenditore.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8605 del 5 ottobre 1982
«Il reato di spendita di moneta falsa non è reato di danno, ma di pericolo, avendo per oggetto soltanto la possibilità della lesione giuridica; per la configurabilità del reato non si richiede, pertanto, che il fine di mettere in circolazione la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28443 del 10 luglio 2009
«Il reato d'introduzione nello Stato o di messa in circolazione di monete false, da parte di chi non ha concorso nella falsificazione, non concorre con quello di ricettazione, che resta in esso assorbito per il principio di specialità.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 882 del 21 luglio 1993
«In tema di patteggiamento è consentita la confisca soltanto delle cose costituenti il prezzo del reato o di quelle intrinsecamente criminose. Al riguardo per «prezzo del reato» deve intendersi il compenso per commettere il reato ovverosia il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 435 del 21 gennaio 1982
«Il reato di spendita di monete false si perfeziona non appena è posta in essere la condotta, indipendentemente dal profitto e dal danno. Pertanto, ove ne derivi all'agente un ingiusto profitto con danno patrimoniale altrui, si configura il delitto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6713 del 7 luglio 1981
«Le norme di cui agli artt. 455 e 640 c.p. tutelano beni giuridici diversi: la prima attiene alla regolare circolazione monetaria e dunque all'autorità e alla credibilità degli interessi patrimoniali e finanziari degli istituti di emissione; la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9391 del 12 novembre 1979
«Il reato di falso nummario, che è reato di pericolo e non di danno, ha come oggetto giuridico la tutela della pubblica fede ossia della fiducia che deve essere risposta nella circolazione monetaria. Esula, quindi, dalla sfera della tutela penale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3905 del 8 aprile 1975
«Il falso nummario è reato contro la fede pubblica, siccome diretto a tutelare la legalità della circolazione monetaria; ed è anche essenzialmente un reato di pericolo, pur tutelando anche l'interesse patrimoniale dell'istituto di emissione, nonché...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1145 del 13 novembre 1973
«Il reato di falso nummario è un reato contro la fede pubblica che ha lo scopo di tutelare la regolarità della circolazione monetaria e quindi è essenzialmente un reato di pericolo, diretto anche a salvaguardare gli interessi patrimoniali e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9085 del 3 luglio 1989
«Ai fini della configurabilità del reato di falsificazione di monete ovvero di spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate, si intende per corso legale non soltanto la libera circolazione della moneta accettata come...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1416 del 11 febbraio 1985
«In tema di falso nummario l'alterazione integra estremi di reato (artt. 453, n. 3, 454 c.p.) solo se vale ad attribuire alla moneta l'apparenza di un valore superiore o inferiore. Sicché, nell'ipotesi in cui vengano manipolate delle banconote,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41108 del 24 ottobre 2011
«In tema di falso nummario, la grossolanità della contraffazione, che dà luogo al reato impossibile, si apprezza solo quando il falso sia "ictu oculi" riconoscibile da qualsiasi persona di comune discernimento ed avvedutezza e non si debba far...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3672 del 27 marzo 1992
«In tema di falso nummario, la grossolanità della contraffazione, inquadrabile nello schema del reato impossibile, si verifica quando il falso sia riconoscibile ictu oculi da qualsiasi persona di comune discernimento, non debba, cioè, farsi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5737 del 8 giugno 1981
«La grossolanità del falso va intesa come inidoneità assoluta dell'azione e si inquadra nell'ipotesi del reato impossibile. Pertanto, in tema di falsificazione di banconote, essa ricorre ed esclude la punibilità solo quando il falso sia...»