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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5736 del 7 novembre 1979
«L'ultimo comma dell'art. 383 c.p.c. — secondo cui la Corte di cassazione, se riscontra una nullità del giudizio di primo grado per la quale il giudice d'appello avrebbe dovuto rimettere le parti al primo giudice, rinvia la causa a quest'ultimo —...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10913 del 17 settembre 1978
«Risponde del delitto di frode in commercio colui che, nell'esercizio di attività commerciale di deposito di prodotti petroliferi, con il sistema della doppia fatturazione fa ritenere ai clienti di consegnare loro olio combustibile fluido o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16386 del 20 novembre 2002
«Nel giudizio di opposizione instaurato dal datore di lavoro contro il decreto ingiuntivo per il pagamento di somme richieste dal lavoratore, dovendo la domanda del creditore opposto essere individuata in relazione alle richieste formulate con il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3493 del 15 aprile 1985
«Agli effetti della nozione di osceno ai fini penali, di cui all'art. 529 c.p., atti ed oggetti si equivalgono, sicché è arbitraria l'adozione di un criterio meno restrittivo nel giudizio di oscenità di un oggetto, di quello che dovrebbe darsi in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37395 del 23 settembre 2004
«La condotta vietata dall'art. 609 bis c.p. ricomprende oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo, ancorché fugace ed estemporaneo, tra soggetto attivo e soggetto passivo, ovvero in un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15039 del 3 novembre 1989
«Ai fini della sussistenza del dolo nel delitto di alterazione di stato è sufficiente la coscienza e volontà di rendere una dichiarazione contraria alla realtà, tale da attribuire al neonato uno stato civile diverso da quello che gli spetterebbe...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 98 del 26 gennaio 1972
«Il bene protetto dall'art. 570 c.p. è l'interesse dello Stato di salvaguardare la famiglia contro le gravi violazioni degli obblighi giuridici, previsti dal codice civile, disciplinanti le posizioni giuridiche di padre, tutore legale e coniuge....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 714 del 23 gennaio 1986
«In tema di reato permanente, quale è il delitto di violazione degli obblighi di assistenza familiare, di cui all'art. 570 capoverso n. 2 c.p., allorché, come tale, il reato stesso è stato contestato col decreto di citazione a giudizio senza alcuna...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37419 del 17 ottobre 2001
«Il giudice di appello, che accolga il motivo riguardante la mancata unificazione nel vincolo della continuazione del reato giudicando ad altro, giudicato separatamente con sentenza irrevocabile, è libero di rivalutare la gravità dei fatti e di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3450 del 19 marzo 1998
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, non vi è interdipendenza tra il reato di cui all'art. 570, secondo comma n. 2, c.p. e l'assegno liquidato dal giudice civile, sia che tale assegno venga corrisposto, sia che non venga...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10154 del 5 ottobre 1995
«Il reato di cui all'art. 570, comma 2, c.p. costituisce fattispecie autonoma e non figura circostanziata rispetto a quella del comma 1 dello stesso articolo, per cui non è possibile operare il giudizio di comparazione ex art. 69 c.p.: ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11064 del 28 settembre 1999
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, l'abbandono della casa coniugale è giustificato — e, quindi, non idoneo ad integrare la fattispecie criminosa di cui all'art. 570 c.p. — non soltanto quando segua la proposizione della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4094 del 8 maggio 1984
«L'inosservanza dei diversi obblighi di assistenza familiare previsti dall'art. 570 comma secondo c.p. non è assoggettabile a pene separate né costituisce circostanza idonea ad essere sottoposta ad un giudizio di comparazione con le circostanze...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15571 del 4 aprile 2013
«Il reato di maltrattamenti in famiglia assorbe i delitti di percosse e minacce anche gravi, ma non quelli di lesioni, danneggiamento ed estorsione, attesa la diversa obiettività giuridica dei reati.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8410 del 25 febbraio 2009
«Integra il delitto di omicidio aggravato dai motivi abietti la condotta di colui che uccide, per vendetta e con l'intenzione di affermare il proprio prestigio criminale, la persona offesa di un tentativo di estorsione che lo aveva denunziato,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8489 del 1 agosto 1991
«Lo stato di abbandono materiale e morale in cui deve versare il colpevole del reato di infanticidio non è ontologicamente incompatibile con la presenza nel territorio, ove il parto si verifica, di strutture socio-sanitarie idonee, sempreché...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4081 del 20 febbraio 2014
«In tema di contratto d'opera intellettuale, ai sensi dell'art. 2233, primo comma, cod. civ., per la liquidazione del compenso del professionista (nella specie, curatore allo scomparso), ove il compenso stesso non sia stato pattuito tra le parti,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7998 del 4 aprile 2014
«Nel giudizio di separazione personale dei coniugi, ed al fine della addebitabilità della separazione, vertendosi in materia di diritti indisponibili, le ammissioni di una parte non possono assumere valore di confessione in senso stretto, a norma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 487 del 13 gennaio 2014
«È manifestamente infondata, in relazione agli artt. 24, 29 e 30 Cost., la questione di legittimità costituzionale degli artt. 244 cod. civ., 395, n. 1, e 404 cod. proc. civ., nella parte in cui limitano la proponibilità dell'opposizione di terzo o...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 12117 del 29 maggio 2014
«Il contratto di compravendita immobiliare, stipulato dal genitore esercente la potestà sul figlio minorenne, impiegando il denaro di questo nell'interesse proprio, in violazione delle modalità prescritte dal giudice tutelare in sede di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3346 del 13 febbraio 2014
«L'inserzione dell'atto di rinuncia all'eredità nel registro delle successioni costituisce una forma di pubblicità funzionale a rendere la rinuncia opponibile ai terzi e non ai fini della sua validità. Ne consegue che il creditore ereditario, che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2333 del 3 marzo 1998
«La procura conferita per un determinato grado del giudizio di merito, ove non escluda espressamente o comunque in modo inequivocabile la facoltà di proporre eventualmente istanza di regolamento di competenza, abilita il difensore alla proposizione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4135 del 2 maggio 1985
«La prova della verità del fatto diffamatorio essendo una causa di esclusione della punibilità per reato concretamente accertato nella materialità del fatto, è operante ove sia piena e completa, occorre cioè la certezza che il fatto attribuito...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 30552 del 30 dicembre 2011
«In tema di divisione ereditaria, l'art. 723 c.c. prevede che dopo la vendita, se ha avuto luogo, dei mobili e degli immobili, si procede ai conti che i condividenti si devono rendere tra loro e, tra l'altro, ai relativi conguagli e rimborsi, ivi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1703 del 24 gennaio 2013
«In tema di liquidazione delle spese giudiziali, nessuna norma prevede, per il caso di soccombenza reciproca delle parti, un criterio di valutazione della prevalenza della soccombenza dell'una o dell'altra basato sul numero delle domande accolte o...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22743 del 7 giugno 2011
«Ai fini dell'applicabilità dell'esimente di cui all'art. 598 c.p. - in virtù della quale non sono punibili le offese contenute negli scritti presentati o nei discorsi pronunziati dalle parti o dai loro patrocinatori innanzi alla autorità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9071 del 28 febbraio 2008
«In tema di diffamazione, è applicabile l'esimente di cui all'art. 598 c.p. - per il quale non sono punibili le offese contenute negli scritti e discorsi pronunciati dinanzi alle autorità giudiziarie o amministrative - qualora le espressioni...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6701 del 22 febbraio 2006
«In tema di diffamazione, la competenza a decidere sulla richiesta di risarcimento del danno non patrimoniale per le offese contenute negli scritti presentati nei procedimenti dinanzi alla autorità giudiziaria, scriminabili ai sensi dell'art. 598...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46864 del 22 dicembre 2005
«In tema di diffamazione, sussiste l'esimente di cui all'art. 598 c.p. — per il quale non sono punibili le offese contenute negli scritti e discorsi pronunciati dinanzi alle autorità giudiziarie o amministrative — allorché le espressioni offensive...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10087 del 25 settembre 2000
«In relazione ad offese contenute in scritti o discorsi pronunciati dinanzi alle autorità giudiziarie, ed ai fini della applicabilità della esimente prevista dall'art. 598 c.p., è sufficiente che le offese provengano dalle parti o dai loro...»