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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3894 del 7 luglio 1979
«La mancata prestazione del giuramento decisorio da parte di un litisconsorte facoltativo nuoce solo a lui, e non al litisconsorte che lo ha prestato e ha diritto a che la causa sia decisa in base alle risultanze di esso, in quanto tale mezzo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5265 del 12 giugno 1997
«Il giudice di merito che ritenga la causa giunta ad uno stato di semiplena probatio ha la facoltà (ma non anche l'obbligo) di deferire il giuramento suppletorio ai sensi del disposto dell'art. 2736, n. 2 c.c., mentre alla parte che abbia assolto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1407 del 22 febbraio 1996
«È illegittima la formula del giuramento suppletorio che immuti la causa petendi contenuta nella domanda e che, anziché avere ad oggetto circostanze ben determinate che, quali fatti storici, siano state percepite dal giurante con i sensi o con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4860 del 25 ottobre 1978
«Il provvedimento che ammette il giuramento suppletorio ha natura giuridica di ordinanza e, come tale, può essere revocata sia prima che dopo la prestazione del giuramento, qualora il giudice collegiale, riesaminando gli atti della causa, si...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8021 del 2 aprile 2009
«Il giudice di merito che ritenga la causa giunta ad un stato di "semiplena probatio" ha la facoltà ma non dell'obbligo di deferire il giuramento suppletorio ai sensi del disposto dell'art. 2736 n. 2 cod. civ., così che dovrà ritenersi sindacabile...»
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Cassazione civile, sentenza n. 3302 del 10 ottobre 1953
«Non è necessaria la notificazione al contumace dell'ordinanza collegiale che dispone un giuramento (nella specie; suppletorio) quando il giuramento non debba essere prestato dal contumace, ma da un'altra delle parti in causa.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3521 del 21 maggio 1983
«Il giuramento estimatorio va deferito, ai sensi dell'art. 241 c.p.c., secondo una formula che lasci libero il giurante di stabilire il valore della cosa domandata entro un limite massimo che il giudice stabilisce secondo il suo prudente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5251 del 27 agosto 1986
«Il giuramento decisorio deve essere verbalizzato secondo le prescrizioni dell'art. 230 c.p.c. e la sua espressione da parte del giurante non può essere riassunta e riportata nel verbale di udienza nella forma del discorso indiretto. In tal caso il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10272 del 29 settembre 1995
«Al fine della ammissione della prova testimoniale, l'indagine del giudice di merito sui requisiti di specificità e rilevanza dei capitoli formulati dalla parte istante, va condotta non soltanto alla stregua della letterale formulazione dei...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5525 del 4 giugno 1999
«La circostanza che il giudice abbia preso occasione dalla riapertura del verbale di causa per ammettere le prove ritualmente dedotte in memoria difensiva, non comporta violazione delle regole procedurali in tema di ammissione dei mezzi istruttori,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9902 del 6 ottobre 1998
«In materia di responsabilità aquiliana, qualora la sentenza di primo grado contenente una statuizione di condanna venga impugnata unicamente sull'accertamento della responsabilità e sull'esistenza del danno, il giudice d'appello, se non accoglie...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20652 del 25 settembre 2009
«In tema di giudizio di appello, il principio della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, come il principio del "tantum devolutum quantum appellatum", non osta a che il giudice renda la pronuncia richiesta in base ad una ricostruzione dei...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31912 del 3 agosto 2007
«La presentazione dell'impugnazione prima del deposito della motivazione non è di per sè causa di inammissibilità se le censure dedotte si riferiscono ad aspetti della decisione inequivocabilmente evincibili dalla conoscenza del solo dispositivo, e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14987 del 7 settembre 2012
«In tema di prova per testimoni, l'amministratore di una società è incapace a testimoniare soltanto nel processo in cui rappresenti la società medesima, non potendo assumere contemporaneamente la posizione di parte e di teste, ovvero se nella causa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22030 del 2 settembre 2008
«Il giudizio sulla capacità del teste deve essere effettuato con riferimento al momento in cui la deposizione viene resa, restando irrilevante che, successivamente, il teste medesimo sia divenuto parte per successione "mortis causa" alla parte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10545 del 9 maggio 2007
«Il lavoratore subordinato è incapace a testimoniare nei giudizi di opposizione ad ordinanza-ingiunzione, nei casi in cui l'addebito che ha dato luogo alla sanzione attenga ad elementi del rapporto di lavoro di chi depone come teste, non potendo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9832 del 3 ottobre 1998
«L'interesse che dà luogo ad incapacità a testimoniare a norma dell'art. 246 c.p.c. è solo quello giuridico, personale, concreto ed attuale, che comporta o una legittimazione principale a proporre l'azione, ovvero una legittimazione secondaria ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3432 del 3 aprile 1998
«L'interesse a partecipare al giudizio previsto come causa d'incapacità a testimoniare dall'art. 246 c.p.c. si identifica con l'interesse a proporre la domanda e a contraddirvi previsto dall'art. 100 dello stesso codice, sicché deve ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9061 del 12 maggio 2004
«L'eccezione di incapacità a testimoniare deve essere sollevata in sede di assunzione della prova, o nella prima difesa successiva, o al più tardi dal momento della acquisita conoscenza della nullità stessa ove successiva, restando, in difetto,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12634 del 15 novembre 1999
«Le disposizioni che comminano la nullità delle deposizioni testimoniali assunte in violazione del divieto di cui agli artt. 246 e 247 c.p.c. sono dettate nell'esclusivo interesse delle parti, sicché le nullità ivi previste si considerano sanate...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 21 del 11 febbraio 1995
«La mancanza, nell'atto di impugnazione, dei requisiti prescritti dall'art. 581 c.p.p., compreso quello della specificità dei motivi, rende l'atto medesimo inidoneo ad introdurre il nuovo grado di giudizio ed a produrre, quindi, quegli effetti cui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4957 del 30 aprile 1994
«Poiché l'atto di impugnazione nel codice vigente si articola nella dichiarazione e nella contestuale enunciazione di motivi e la mancanza del requisito della specificità dei motivi determina una causa di inammissibilità originaria, rendendo l'atto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8024 del 7 luglio 1998
«La presentazione dell'impugnazione prima del deposito della motivazione della sentenza non è di per sè causa di inammissibilità del gravame per mancata specificità dei motivi, dovendo valutarsi la specificità sulla base delle censure in concreto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 539 del 19 gennaio 1998
«Il delitto di favoreggiamento personale consiste nel turbamento della funzione giudiziaria e non richiede che le investigazioni dell'autorità siano effettivamente fuorviate, bastando che la condotta dell'agente abbia l'attitudine e possa...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 29420 del 17 dicembre 2008
«Qualora sia stata proposta un'azione revocatoria ordinaria per fare dichiarare inopponibile ad un singolo creditore un atto di disposizione patrimoniale compiuto dal debitore e, in pendenza del relativo giudizio, a seguito del sopravvenuto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3816 del 12 giugno 1981
«L'art. 254 c.p.c. attribuisce al giudice istruttore, riguardo al confronto tra testi, una mera facoltà discrezionale, la quale, per sua stessa natura, importa sia il potere di disporre il confronto, sia quello di recedere dall'anteriore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4928 del 13 agosto 1980
«Le informazioni fornite dai testimoni presenti all'ispezione giudiziale costituiscono elementi di prova ai quali il giudice, in sede di decisione sul merito della causa, può attribuire influenza prevalente sulle altre prove raccolte.»
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Cassazione civile, sentenza n. 460 del 25 febbraio 1963
«L'apprezzamento del giudice di merito sulla opportunità o meno di disporre la ispezione dei luoghi è incensurabile in cassazione. Nell'esercizio dei suoi poteri discrezionali il giudice può non dare ingresso ad ulteriore istruttoria quando, in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 27230 del 23 dicembre 2009
«L'azione revocatoria esercitata dal curatore fallimentare, si sensi dell'art. 66, secondo comma, della legge fall., nei confronti di terzi aventi causa del primo acquirente del fallito, pur presupponendo l'esercizio della revocatoria fallimentare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2977 del 10 febbraio 2006
«L'azione revocatoria esercitata dal curatore fallimentare, ai sensi dell'art. 66, secondo comma, della legge fall., nei confronti dei terzi aventi causa del primo acquirente del fallito, pur presupponendo l'esercizio della revocatoria fallimentare...»