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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10989 del 10 dicembre 1996
«Nel sistema del codice vigente la spendita del nome del rappresentato deve essere espressa, nel senso cioè che chi contratta per conto altrui deve portare a conoscenza dell'altro contraente che egli agisce non solo nell'interesse, ma anche nel...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9980 del 14 novembre 1996
«L'esternazione del potere rappresentativo può avvenire anche senza espressa dichiarazione di spendita del nome del rappresentato, purché vi sia un comportamento del mandatario che, per univocità e concludenza, sia idoneo a portare a conoscenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 936 del 7 febbraio 1984
«Se il rappresentante di una società di persone non spende il nome della società (o il nome degli altri soci, quando si tratta di socio di una società di fatto), il negozio concluso spiega effetto solo nei confronti del rappresentante medesimo,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4735 del 26 agosto 1982
«La contemplatio domini , necessaria perché il contratto concluso dal mandatario produca effetti nei confronti del mandante, non richiede formule solenni, né deve risultare espressamente dal contratto, essendo sufficiente, perché si realizzi, che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1071 del 20 febbraio 1982
«La contemplatio domini , che caratterizza la rappresentanza, deve essere oggetto di accertamento rigoroso, per la tutela dell'affidamento dei terzi, quando uno dei contraenti sostiene di avere confidato che l'altro avesse stipulato in proprio,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2725 del 6 marzo 1993
«La norma di cui all'art. 1442, secondo comma, c.c., secondo la quale; qualora l'annullabilità di un contratto dipende da incapacità legale di uno dei contraenti, l'azione di annullamento si prescrive nel termine di cinque anni decorrente dal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1717 del 5 maggio 1975
«Per stabilire il momento dal quale comincia a decorrere la prescrizione dell'azione di annullamento del contratto per dolo, questo non viene in considerazione nella sua concreta esistenza — la quale formerà oggetto della successiva indagine di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6733 del 30 marzo 2005
«Ne consegue che, in tema di azione costitutiva non necessaria (quale deve ritenersi quella avanzata ai sensi dell'art. 1453 c.c., in relazione alla quale l'effetto giuridico della risoluzione del rapporto negoziale non necessariamente deve...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6526 del 3 luglio 1998
«Ai fini del quarto comma dell'art. 1442 c.c. (a norma del quale l'annullabilità del contratto può essere opposta dalla parte convenuta per l'esecuzione del contratto stesso, anche se prescritta l'azione per farla valere), un contratto deve...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16937 del 25 luglio 2006
«Ne consegue che, stipulato un contratto preliminare (avente ad oggetto, nel caso specifico, la cessione esclusiva dei futuri diritti di sfruttamento industriale di un'invenzione) con un soggetto incapace (legalmente presunto tale per effetto di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2738 del 22 dicembre 1970
«L'esecuzione volontaria, che dà luogo alla convalida tacita del contratto annullabile, ai sensi dell'art. 1444, secondo comma, c.c., consiste in un comportamento negoziale, il quale si risolve in un'attività che, tendendo a realizzare la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7322 del 10 dicembre 1986
«Il contratto concluso per effetto di truffa, penalmente accertata, di uno dei contraenti in danno dell'altro è non già radicalmente nullo ( ex art. 1418 c.c., in correlazione all'art. 640 c.p.), sibbene annullabile ai sensi dell'art. 1439 c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3694 del 31 maggio 1986
«Si ha contratto aleatorio — non soggetto, ai sensi dell'art. 1448, quarto comma, c.c. all'azione di rescissione per lesione — quando l'alea, per specifica pattuizione delle parti ovvero per la natura stessa del negozio, lo caratterizzi nella sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9289 del 9 luglio 2001
«Nel mandato senza rappresentanza nessun rapporto si costituisce fra mandante e terzo, e il mandatario è direttamente obbligato nei confronti dell'altro contraente anche se il contratto involga interessi esclusivamente propri del mandante e l'altro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1698 del 8 marzo 1983
«Nel corso dell'esecuzione di un contratto a prestazioni corrispettive e ad esecuzione protratta nel tempo la parte, che abbia stipulato tale contratto con soggetto che si sia dichiarato rappresentante dell'altra, può, allorquando sorgano seri...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3385 del 20 febbraio 2004
«Il conflitto di interessi di cui all'art. 1394 c.c. postula un rapporto d'incompatibilità fra le esigenze del rappresentato e quelle personali del rappresentante o di un terzo che egli a sua volta rappresenti, rapporto che va riscontrato non in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8472 del 26 agosto 1998
«Infatti il conflitto di interessi di cui alla norma su citata postula un rapporto di incompatibilità fra le esigenze del rappresentato e quelle personali del rappresentante o di un terzo che egli a sua volta rappresenti, rapporto che va...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6050 del 30 maggio 1995
«La disposizione dell'art. 1449 c.c., per la quale il termine annuale di prescrizione dell'azione di rescissione decorre dalla data di conclusione del contratto, deve essere coordinata con la regola generale che fa decorrere ogni termine di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 63 del 15 gennaio 1985
«L'annullabilità del contratto che il rappresentante concluda con sé stesso (art. 1395 c.c.) trova applicazione quando questi agisca sia in proprio che come rappresentante di un'altra parte, e quindi non soltanto quando il rappresentante si serve...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 305 del 5 febbraio 1974
«I limiti di tale inopponibilità sono disciplinati esclusivamente dal secondo comma dell'art. 1396 c.c., senza possibilità di alcuna interferenza delle regole riguardanti il sottostante rapporto di mandato intercorso tra rappresentato o...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4258 del 14 maggio 1997
«Il negozio concluso dal falsus procurator non è nullo e neppure annullabile, ma inefficace nei confronti del dominus fino alla ratifica di questi; tale inefficacia (temporanea) non è rilevabile d'ufficio, ma solo su eccezione dello pseudo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9061 del 29 agosto 1995
«Il contratto di natura privatistica stipulato dal legale rappresentante dell'ente pubblico in difetto dell'atto deliberativo dell'organo competente (ratifica) è assimilabile al negozio concluso dal falsus procurator ed è soggetto alla relativa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2468 del 16 marzo 1988
«Nel caso in cui un soggetto, qualificandosi, senza esserlo, rappresentante di un altro, assuma per quest'ultimo l'obbligo di concludere un contratto, la responsabilità risarcitoria del primo quale falsus procurator , per l'inefficacia del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3086 del 1 ottobre 1975
«Dall'autonomia logica e giuridica del contratto preliminare rispetto al contratto definitivo consegue che l'azione generale di rescissione per lesione ultra dimidium, proponibile contro il secondo, si distingue, per diversità di presupposti e di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2500 del 10 aprile 1986
«Al fine della risoluzione del contratto a norma dell'art. 1453 c.c., la costituzione in mora della parte inadempiente, mentre può essere necessaria, in presenza di un inadempimento temporaneo, per escludere una presunzione di tolleranza della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3516 del 12 giugno 1985
«In tema di risoluzione del contratto per inadempimento (nella specie: di contratto di locazione per mutata destinazione della cosa locata), la sussistenza o meno dell'elemento soggettivo va accertata specificamente, sulla scorta delle risultanze...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2347 del 1 marzo 1995
«Il termine per l'adempimento può essere ritenuto essenziale ai sensi e per gli effetti dell'art. 1457 c.c., solo quando, all'esito di indagine istituzionalmente riservata al giudice di merito, da condursi alla stregua delle espressioni adoperate...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8505 del 14 aprile 2011
«Ove un contratto preliminare abbia ad oggetto la compravendita di un bene appartenente a più proprietari, è possibile che il medesimo non costituisca un " unicum " inscindibile, perché ciascuno dei comproprietari può vendere la propria quota a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12396 del 9 dicembre 1998
«L'istanza di risoluzione di un contratto di compravendita per inadempimento dell'acquirente non trova ostacolo nella sopravvenienza del fallimento del convenuto qualora essa risulti «quesita», prima della sentenza dichiarativa del fallimento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4762 del 29 aprile 1991
«In tema di risoluzione per inadempimento non è ammissibile una caducazione parziale del contratto quanto all'oggetto, ossia per una sola parte della prestazione, salvo che il contratto stesso sia ad esecuzione continuata o periodica (nel qual caso...»