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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7507 del 4 giugno 2001
«Ne consegue che l'unicità del fatto dannoso richiesta dal ricordato art. 2055 per la legittima predicabilità di una responsabilità solidale tra gli autori dell'illecito deve essere intesa in senso non assoluto, ma relativo al danneggiato,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4981 del 27 aprile 1998
«Il delitto di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) è sussidiario rispetto ad ogni altro reato contro la fede pubblica, come si evince dall'inciso «se il fatto non costituisce altro delitto contro la fede pubblica» contenuto nella norma...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10371 del 18 ottobre 1995
«In tema di reati di pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, quando il reato venga commesso attraverso la deliberazione di un organo collegiale, ai fini della contestazione dell'aggravante dell'art. 112 c.p. devono essere computati...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 34558 del 20 agosto 2003
«In tema di reati societari, l'estensione della procedibilità a querela, secondo quanto previsto dall'art. 2622, comma secondo, c.c. (nel testo novellato dall'art. 1 del D.L.vo 11 aprile 2002 n. 61), anche al caso in cui «il fatto integra altro...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 27019 del 24 maggio 2001
«L'art. 589, comma 3, c.p. (morte e lesioni colpose in danno di più persone) non prevede un'autonoma figura di reato complesso, ma integra un'ipotesi di concorso formale di reati, nella quale l'unificazione è sancita unicamente quoad poenam, con la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37087 del 29 settembre 2010
«È ancora attribuita alla Corte di assise, pur dopo la modifica dell'art. 5 c.p.p. per effetto della novella di cui alla L. n. 228 del 2003, la competenza per i reati di tratta di persone e di acquisto ed alienazione di schiavi, nel caso di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33435 del 4 maggio 2006
«Il delitto di corruzione appartiene alla categoria dei reati «propri funzionali» perché elemento necessario di tipicità del fatto è che l'atto o il comportamento oggetto del mercimonio rientrino nelle competenze o nella sfera di influenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5581 del 11 dicembre 1995
«Trattandosi di disciplina speciale, di rango costituzionale, che per la fase precedente il giudizio prevede in articolazioni significative norme diverse da quelle ordinarie del codice di procedura penale, essa, in linea di principio, non può...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3444 del 19 marzo 1998
«La ipotesi di connessione di cui all'art. 12, lett. b), c.p.p. si riferisce, oltre che ai diversi reati commessi con una sola azione od omissione, ai diversi reati che, con più azioni od omissioni, l'agente commette in esecuzione del medesimo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4527 del 8 febbraio 2005
«... Per escludere l'operatività dell'art. 13 è sufficiente osservare che la disposizione ha come indispensabile presupposto una pluralità di reati, comuni e militari, e che, invece, l'art. 110 c.p. configura una fattispecie plurisoggettiva...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12782 del 29 dicembre 1995
«La connessione di procedimenti prevista dall'art. 13, comma 2, c.p.p. che determina l'attribuzione di giurisdizione al giudice ordinario — opera solo nel caso che ci si trovi in presenza di reati comuni e di reati militari e che uno dei reati...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25685 del 8 giugno 2004
«Ai fini della determinazione della competenza per territorio nell'ipotesi di reati connessi, ove non sia possibile individuare il luogo in cui è stato commesso il reato più grave, si deve avere riguardo al luogo di consumazione del reato che, in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5560 del 18 aprile 1990
«Nel caso di svolgimento contestuale di più procedimenti a carico di diversi imputati, chiamati, in concorso, a rispondere di più reati, dei quali potrebbero avere cognizione giudici di sedi territoriali diverse, se si profila la continuazione nei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17328 del 14 aprile 2004
«Nel caso di omicidio colposo plurimo, previsto dall'art. 589, comma terzo, c.p., dando luogo tale previsione alla configurabilità non di un unico reato, ma di un concorso formale tra più reati con distinti eventi derivanti da un'unica condotta ed...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 106 del 18 febbraio 1999
«Deve ritenersi sussistente la causa di incompatibilità di cui all'art, 34 c.p.p., come risultante a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 371 del 17 ottobre 1996 - che ne ha dichiarato l'illegittimità nella parte in cui non prevede...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21064 del 4 giugno 2010
«Non è passibile di ricusazione il magistrato componente della Corte di Assise davanti alla quale è incardinato un procedimento penale per reati di omicidio commessi al fine di agevolare un'associazione di tipo mafioso, e quindi aggravati ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13989 del 23 marzo 2004
«Non sussiste un rapporto di specialità, ma di mera interferenza, tra il reato di riciclaggio (art. 648 bis c.p.) e quello di falso documentale (art. 476 e 482 c.p.), il quale può presentarsi come occasionale modalità di realizzazione del primo ma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1749 del 2 luglio 1993
«Se tutti i reati da unificare (e non solo una parte di essi, come nella diversa ipotesi dell'art. 137, secondo comma, att. c.p.p.) sono stati giudicati ai sensi dell'art. 444 c.p.p., non è sufficiente che la pena complessiva rientri nei limiti di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 175 del 9 gennaio 1996
«È viziato da nullità insanabile a norma dell'art. 178, lettera c), c.p.p. il decreto di citazione a giudizio notificato al domicilio reale dell'imputato e non a quello da lui ritualmente eletto presso il difensore. (Fattispecie in tema di giudizio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1988 del 18 febbraio 1998
«In materia di reati associativi, il ruolo di partecipe — anche in posizione gerarchicamente dominante — da taluno rivestito nell'ambito della struttura organizzativa criminale non è di per sé solo sufficiente a far presumere, in forza di un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14991 del 18 aprile 2012
«Il divieto della "reformatio in peius" in appello riguarda non soltanto il risultato finale, ma anche tutti gli elementi del calcolo della pena, sicchè, in caso di accoglimento dell'appello dell'imputato in ordine alle circostanze o al concorso di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9320 del 5 settembre 1995
«Per la sussistenza del reato associativo, l'accordo (coessenzialmente aperto) è destinato a costituire una struttura permanente ove i singoli associati divengono - ciascuno dell'ambito dei compiti assunti o affidati - parti di un tutto finalizzato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7671 del 23 febbraio 2001
«È illegittima, se inflitta in solido, la condanna al risarcimento del danno di persone non condannate per lo stesso reato, ma per reati diversi.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3722 del 27 novembre 1995
«Anche il concorso esterno in associazione di stampo mafioso rientra tra i reati per i quali, in ordine alle esigenze cautelari, l'art. 275 c.p.p. pone una presunzione di pericolosità: esso invero integra pur sempre una partecipazione nel reato...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37528 del 2 ottobre 2008
«In tema di riparazione per l'ingiusta detenzione, nei reati contestati in concorso, la condotta di chi, pur consapevole dell'attività criminale altrui, abbia nondimeno tenuto comportamenti idonei ad essere percepiti come indicativi di una sua...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16669 del 17 aprile 2009
«Deve ritenersi legittima la confisca (ed il sequestro preventivo ad essa finalizzata) di beni di cui ha disponibilità l'autore di reati previsti nell'art. 640 quater c.p. fino alla concorrenza di un valore corrispondente al profitto conseguito da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3136 del 20 ottobre 1992
«Infatti, deve ritenersi che s'identifichi nella persona alla quale le cose sono state sequestrate non qualsiasi soggetto che abbia un rapporto di fatto con le cose medesime e che le detenga in modo non autonomo, ma colui che avendone il possesso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1654 del 11 febbraio 1998
«Infatti la querela è condizione di punibilità del fatto-reato, e non di uno o di taluno soltanto degli autori; con essa si rimuove soltanto l'ostacolo della perseguibilità di taluni reati, restando al pubblico ministero il potere di accertamento e...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 45276 del 24 novembre 2003
«Il giudizio celebrato in contumacia nei confronti di imputato detenuto all'estero per reati colà commessi, la cui richiesta di presenziare al dibattimento sia stata respinta dalla competente autorità straniera, non essendone consentita...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25221 del 21 giugno 2001
«In tema di giudizio abbreviato per reati punibili con la pena dell'ergastolo, la norma transitoria di cui all'art. 4 ter, commi secondo e terzo, del decreto legge 7 aprile 2000, prevede che la richiesta di rito abbreviato sia ammissibile nel...»