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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6065 del 28 giugno 1984
«In caso di ubriachezza volontaria o colposa, l'imputabilità rimane integra, quali che siano gli effetti dell'alcool sulla capacità di intendere e di volere del soggetto, il quale perciò risponde del reato commesso, sempre che sia accertata...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 842 del 19 gennaio 1980
«Il principio di cui all'art. 92 c.p. secondo il quale, in caso di ubriachezza, è presunta la capacità d'intendere e di volere del soggetto, non esime il giudice dall'obbligo d'accertare in ogni singola fattispecie la colpevolezza attraverso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7363 del 14 febbraio 2003
«Affinché si possa ritenere esclusa o diminuita la imputabilità dell'agente, l'intossicazione da sostanze stupefacenti deve essere caratterizzata dalla permanenza e dall'irreversibilità e, cioè, da condizioni psichiche che permangono...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5012 del 23 aprile 1988
«Il codice penale vigente detta una disciplina dell'uso di sostanze stupefacenti distinguendo tre situazioni tra loro diverse: l'intossicazione «acuta» la quale provoca alterazioni transitorie delle facoltà intellettive e volitive dell'agente,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 295 del 2 maggio 1984
«Dal testo dell'art. 102 c.p. si ricava che la pericolosità si manifesta con la consumazione del reato e non già con il suo accertamento legale, in quanto il legislatore ha voluto condizionare la dichiarazione di abitualità presunta alla frequenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 512 del 2 maggio 1984
«In tema di abitualità prevista dalla legge, l'autonomia della disciplina della stessa per quanto riguarda il contrabbando e relativa alle condizioni necessarie per la sua dichiarazione, attiene unicamente al termine finale, che viene rimosso e non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9083 del 31 ottobre 1983
«La declaratoria di estinzione del reato, che consegue all'applicazione di una sanzione sostitutiva (art. 77 legge 24 novembre 1981 n. 689 concernente «modifiche al sistema penale»), costituisce una anomalia in relazione al principio che le cause...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9774 del 19 settembre 1995
«L'art. 115 del c.p., secondo il quale in caso di accordo per commettere un reato nessuno può essere punito se il reato non è commesso, non trova applicazione nell'ipotesi di accordo per la cessione di sostanze stupefacenti in quanto, tra le...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39292 del 21 ottobre 2008
«Ai fini dell'applicabilità dell'art. 117 c.p., che disciplina il mutamento del titolo del reato per taluno dei concorrenti, è necessario che il fatto commesso dall'estraneo costituisca comunque reato anche in mancanza della qualifica rivestita...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16058 del 18 novembre 1989
«Ai fini della configurabilità del concorso nel reato «proprio» di concussione di un extraneus è necessario che questi, con la propria condotta o concorra materialmente con il pubblico ufficiale a coartare, con le minacce o con altri mezzi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 48219 del 17 dicembre 2003
«Alla stregua della vigente formulazione dell'art. 118 c.p., introdotta dall'art. 3 della L. 7 febbraio 1990 n. 19, deve escludersi la compatibilità tra l'aggravante del nesso teleologico di cui all'art. 61, n. 2, c.p. e il concorso anomalo di cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2712 del 23 gennaio 2006
«In tema di indivisibilità della querela sotto il profilo attivo, la previsione di cui all'art. 122 c.p. — per la quale il reato commesso in danno di più persone è punibile anche se la querela è proposta da una soltanto di esse — non è applicabile...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7080 del 4 agosto 1984
«Il concetto di reato unico richiamato dall'art. 122 c.p., concerne esclusivamente quel reato che, pur se produttivo di conseguenze pregiudizievoli per una pluralità di persone, si realizzi attraverso un unico illecito penale al quale è correlata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10527 del 26 ottobre 1988
«Il giudice di cognizione, quando è inflitta la pena della reclusione per non meno di dieci anni, può, previo accertamento che colui che ha commesso il fatto è persona socialmente pericolosa, irrogargli la misura di sicurezza della libertà vigilata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12499 del 15 dicembre 1988
«Il reato di frode nell'esercizio del commercio ex art. 515 c.p. può essere commesso da chiunque agisca nell'esercizio di un'attività commerciale, non essendo essenziale la qualità di commerciante. (Nella fattispecie è stato ritenuto responsabile...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44274 del 5 dicembre 2005
«Il reato di frode in commercio può essere commesso non solo quando si consegna una cosa diversa da quella pattuita (aliud pro alio), ma anche quando, pur essendoci identità di specie, si consegna una cosa qualitativamente diversa da quella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13151 del 12 aprile 2005
«In base al dettato dell'art. 6 c.p., il reato si considera commesso nel territorio dello Stato quando l'azione od omissione che lo costituisce è ivi avvenuta, in tutto od in parte, ovvero si è verificato nel territorio italiano l'evento che è...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8507 del 5 luglio 1999
«I reati di cui agli artt. 515 c.p. e 5 legge 30 aprile 1962, n. 283 si pongono in relazione di specialità reciproca e possono pertanto concorrere. Infatti il delitto viene commesso da chi pone in vendita sostanze alimentari non genuine come...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4053 del 21 marzo 1990
«Il delitto di cui all'art. 517 c.p. può essere commesso, oltre che dall'imprenditore, anche dai suoi collaboratori sia a titolo di concorso nel reato qualora essi cooperino consapevolmente con lui nella consumazione del fatto-reato, sia a titolo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3069 del 13 marzo 1991
«Non può essere concessa, per il reato di violenza carnale, la circostanza attenuante di cui all'art. 62 n. 1 c.p., dell'aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale, invocata e giustificata con l'intenzione di aver commesso il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9171 del 15 ottobre 1985
«In seguito all'adozione speciale adottante ed adottato acquistano tutti i diritti ed i doveri inerenti alla condizione rispettiva di genitore e figlio legittimo e ciò a tutti i fini, compresi quelli della tutela penale. Ne deriva che il reato di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5321 del 11 febbraio 2004
«I delitti contro la libertà sessuale commessi prima dell'entrata in vigore della Legge 15 febbraio 1996, n. 66, ai fini dell'applicabilità della circostanza aggravante di cui al capoverso dell'art. 520 c.p. (qualità di pubblico ufficiale), non è...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11541 del 11 ottobre 1999
«Ai fini della configurabilità del reato di violenza sessuale di gruppo l'espressione «più persone» contenuta nell'art. 609 octies c.p. comprende anche l'ipotesi che gli autori del fatto siano soltanto due.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1499 del 17 febbraio 1986
«In difetto dell'accertamento dell'età del soggetto passivo, manca, per la sussistenza del delitto di corruzione di minorenni, la prova dell'elemento materiale, che consiste nell'aver commesso il fatto il presenza di un minore di anni sedici, e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 43139 del 7 ottobre 2003
«Ai fini della perseguibilità senza querela dei delitti di violenza sessuale, la connessione con un reato procedibile d'ufficio cui si riferiva l'art. 542 c.p. — e si riferisce oggi l'art. 609 septies dello stesso codice — non si connota in senso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1076 del 24 giugno 1966
«Il pubblico scandalo costituisce una condizione obiettiva di punibilità dell'incesto, indipendente dalla volontà dei colpevoli. Volontario deve essere il modo con cui è commesso l'incesto, e cioè il comportamento, anche incauto, dei soggetti, dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33326 del 20 giugno 2007
«Il processo per il delitto di alterazione di stato, commesso mediante falsa attestazione della paternità nella formazione dell'atto di nascita, può essere sospeso in relazione alla controversia civile sulla questione di stato perché essa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8690 del 4 marzo 2010
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, la condotta di omessa prestazione dei mezzi di sussistenza da parte del genitore non affidatario non è scriminata dall'impossibilità per quest'ultimo di verificare l'effettiva...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3582 del 19 marzo 1988
«L'inadempimento dell'obbligo di corrispondere un assegno all'ex coniuge in caso di divorzio non integra, se commesso prima della entrata in vigore dell'art. 21 della L. 6 marzo 1987, n. 74, che ha aggiunto l'art. 12 sexies alla L. n. 898 del 1970,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1857 del 10 febbraio 1990
«La cessazione del rapporto di convivenza non influisce sulla configurabilità del delitto di maltrattamenti in famiglia, la cui consumazione può aver luogo anche nei confronti di persona non convivente con l'imputato quando essa sia unita...»