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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1318 del 13 febbraio 1997
«In tema di competenza per connessione, la regola della perpetuatio jurisdictionis è stata confermata e anzi rafforzata dal nuovo codice di procedura penale, stante la natura di criterio originario e autonomo di attribuzione della competenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3011 del 28 agosto 1992
«Il vigente codice di procedura penale, in tema di validità di atti posti in essere da giudice incompetente, sancisce, agli artt. 26 e 27, il principio della loro conservazione. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere dell'indagato emessa da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1911 del 21 maggio 1992
«Non è qualificabile come abnorme, e non è quindi suscettibile, come tale, di dar luogo a ricorso per cassazione (attesa l'assenza di altri possibili mezzi di gravame), il provvedimento con il quale il presidente del tribunale, ai sensi dell'art. 2...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3312 del 12 settembre 1992
«L'esercizio congiunto o disgiunto dell'azione penale ovvero la riunione o la separazione dei procedimenti non modificano la determinazione della competenza per connessione. Invero, il vincolo tra reati individuato dalla legge costituisce criterio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12729 del 17 ottobre 1994
«...che possono averla giustificata, in sintonia con la particolare funzione assegnata alla fase processuale, preordinata allo svolgimento delle «indagini necessarie per le determinazioni inerenti all'esercizio dell'azione penale» (art. 326 c.p.p.).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2383 del 19 luglio 1993
«Il codice di procedura penale del 1988 ha inteso accentuare l'interesse di ogni soggetto alla rapida definizione del processo che può essere influenzata dalla separazione o dalla riunione con altri processi. Di conseguenza, innovando rispetto alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1720 del 12 settembre 1996
«...devono, in ogni caso, essere decise con unica pronuncia e non con pronunce l'una distinta dall'altra, nel codice di procedura penale un analogo precetto di inderogabilità alla regola del simultaneo processo non è stato espressamente stabilito.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 25 del 6 dicembre 1999
«È giuridicamente inesistente il provvedimento giurisdizionale che, quantunque materialmente esistente e ascrivibile a un giudice, sia tuttavia privo del requisito minimo della provenienza da un organo giudiziario investito del potere di decisione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14 del 5 gennaio 1994
«Il collegio per i reati ministeriali previsto dall'art. 7 della legge cost. 16 gennaio 1989 n. 1 non è un giudice speciale né un organo della giustizia penale-costituzionale, ma è soltanto un organo specializzato della giurisdizione ordinaria, il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1099 del 21 aprile 1994
«Nel procedimento penale relativo a reati ministeriali, successivamente alla concessione dell'autorizzazione a procedere, la competenza allo svolgimento di specifici atti istruttori ed alla decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio spetta al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20512 del 8 maggio 2003
«L'azione penale una volta esercitata è irretrattabile anche da parte del pubblico ministero presso il giudice investito di competenza ex art. 22, terzo comma, c.p.p.; la trasmissione degli atti a seguito della ritenuta incompetenza territoriale...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1299 del 5 febbraio 1996
«... Nel codice penale, infatti, l'art. 688 mira alla prevenzione dell'alcolismo e alla tutela dell'ordine pubblico, in quello stradale, invece, l'art. 186 vuole garantire la sicurezza della circolazione sulle strade e l'incolumità di chi vi si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1981 del 18 aprile 1998
«Atteso il fondamentale principio secondo cui non può darsi pronuncia di sentenza se non quando vi sia stato esercizio dell'azione penale in una delle forme previste dalla legge, deve qualificarsi come abnorme il provvedimento adottato in forma di...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 1802 del 10 settembre 1993
«Nel sistema del vigente codice di procedura penale, il difensore d'ufficio, una volta incaricato, non perde detta sua qualità sol perché, ai sensi dell'art. 97 comma 4 c.p.p., nei casi ivi previsti, gli venga designato un sostituto, anche quando,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 781 del 27 agosto 1991
«Tale provvedimento adottato incidentalmente e con cognizione limitata allo stato degli atti, assume la forma dell'ordinanza, mentre quello emesso dopo la chiusura delle indagini preliminari ed allorché è stata esercitata l'azione penale, e quindi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1787 del 8 aprile 1998
«Qualora, esercitata l'azione penale, il giudice innanzi al quale sia stato incardinato il giudizio dichiari la propria incompetenza territoriale, deve considerarsi preclusa al pubblico ministero presso il giudice competente, al quale gli atti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12317 del 25 febbraio 2004
«...generali dell'ordinamento processuale sia per quanto concerne la violazione dei diritti della difesa sia con riferimento all'esercizio dell'azione penale, la cui titolarità spetta esclusivamente al pubblico ministero presso il giudice competente.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3063 del 15 settembre 1995
«Attesa l'attribuzione al P.M., nel vigente sistema processuale, del ruolo di dominus esclusivo dell'azione penale, il giudice del dibattimento non può esercitare alcun sindacato preventivo sull'ammissibilità di contestazioni effettuate ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4542 del 5 maggio 1993
«...perché, risultando già esercitata l'azione penale ed essendo il processo giunto al dibattimento, si è venuta a formalizzare una perpetuatio iurisdictionis sicché si fa luogo solo ad una translatio iudicii dall'uno all'altro giudice dibattimentale.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5302 del 28 febbraio 1997
«...processuale sia per quanto concerne la violazione dei diritti della difesa sia con riferimento all'esercizio dell'azione penale, la cui titolarità spetta esclusivamente al pubblico ministero presso il giudice competente a norma dell'art. 51 c.p.p.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1972 del 20 novembre 1997
«...formale del numero di iscrizione nel registro delle notizie di reato, ma riferibile al contenuto della medesima notizia, vale a dire al fatto reato in relazione al quale sono in corso le indagini necessarie per l'esercizio dell'azione penale.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2515 del 31 luglio 1991
«Nell'ipotesi di istituzione di nuovi uffici giudiziari o casi a questo assimilabili il provvedimento cautelare emesso dal giudice originariamente competente, secondo le nome del codice di rito che disciplinano la competenza, mantiene la sua...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3712 del 5 dicembre 1996
«...che il delitto si perfeziona al momento dell'allontanamento dal luogo di detenzione (sia pure il domicilio domestico) o del mancato rientro per l'ammesso a lavorare fuori dello stabilimento penale (diversamente si sarebbe sempre nella flagranza).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4778 del 7 febbraio 2012
«Non è abnorme il provvedimento con cui, a seguito dell'opposizione a decreto penale emesso per un reato di competenza del tribunale collegiale, per il quale sia necessaria l'udienza preliminare, il giudice, revocato il decreto, rimetta gli atti al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19512 del 24 maggio 2010
«...il giudice monocratico, investito di opposizione a decreto penale di condanna per un reato di competenza del collegio, aveva disposto la trasmissione degli atti al pubblico ministero, anziché direttamente al tribunale in composizione collegiale).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31758 del 27 settembre 2006
«...investito del giudizio per un reato di competenza del collegio con decreto di citazione emesso dal giudice per le indagini preliminari a seguito di opposizione a decreto penale, aveva disposto la trasmissione degli atti al pubblico ministero).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6044 del 13 maggio 1999
«Ne consegue che, non incidendo sui requisiti della capacità, la incompatibilità ex articolo 34 c.p.p., non determina, comunque, la nullità del provvedimento ex articoli 178 e 179 c.p.p., ma costituisce soltanto motivo di possibile astensione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 106 del 18 febbraio 1999
«Deve ritenersi sussistente la causa di incompatibilità di cui all'art, 34 c.p.p., come risultante a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 371 del 17 ottobre 1996 - che ne ha dichiarato l'illegittimità nella parte in cui non prevede...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1752 del 11 giugno 1998
«La sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti non afferma la penale responsabilità dell'imputato. Pertanto, essa non è idonea a dar luogo all'incompatibilità - introdotta con sentenza additiva della Corte costituzionale 2...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2738 del 23 luglio 1996
«Inoltre l'esercizio congiunto o disgiunto dell'azione penale (riunione o separazione dei procedimenti) non può comportare incompatibilità del tipo invocato, giacché non si tratta di un giudice che in uno stadio anteriore del procedimento abbia...»