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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 867 del 14 aprile 1994
«Agli effetti processuali e penali, la figura di chi rende dichiarazioni all'autorità giudiziaria non può essere scissa, nel senso che il soggetto possa essere considerato testimone in relazione a talune dichiarazioni e coimputato, o coimputato in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9888 del 20 settembre 1991
«Ai fini della valutazione probatoria delle dichiarazioni di un soggetto non può prescindersi dalla qualificazione formale da lui assunta nel processo in cui sono state rese. Ne consegue che, dovendosi ascrivere la qualità di imputato soltanto a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11320 del 28 ottobre 1998
«Il disposto dell'art. 195 c.p.p., che prevede l'audizione delle fonti dirette, non è applicabile nel caso che il testimone o l'imputato in procedimento connesso si riferiscano, per la conoscenza dei fatti, all'imputato del medesimo procedimento in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3139 del 12 marzo 1998
«Nel caso di esame di soggetto imputato in procedimento connesso, questi deve essere assistito da un difensore e deve essere avvisato della sua facoltà di non rispondere: non può essere ritenuto procedimento connesso (o collegato), e quindi in tal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3753 del 27 marzo 1992
«A seguito della sentenza 31 gennaio 1992, n. 24 della Corte costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 195 comma quarto c.p.p. è ammessa la testimonianza indiretta della polizia giudiziaria anche sul contenuto delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2799 del 16 marzo 1992
«A seguito della dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'art. 195 comma quarto c.p.p., intervenuta nelle more del giudizio di cassazione con sentenza 31 gennaio 1992, n. 24 della Corte costituzionale, va annullata con rinvio la decisione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11698 del 29 dicembre 1998
«Il minore degli anni quattordici — che non può assumere, per la sua incapacità di diritto penale sostanziale e processuale, la qualità di imputato — può essere sentito in qualità di testimone in ordine ai fatti che lo hanno visto coinvolto come...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7964 del 19 febbraio 2013
«L'imputato di reato connesso o collegato, la cui posizione sia stata separatamente definita nel procedimento minorile per positiva messa alla prova, che è equiparabile ad una sentenza di condanna, assume l'ufficio di testimone assistito nel...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7730 del 15 giugno 1999
«Ai sensi dell'art. 197 lett. a) c.p.p. sussiste incompatibilità con l'ufficio di testimone per le persone imputate in procedimento connesso a norma dell'art. 12 c.p.p., disposizione che per quanto riguarda la c.d. connessione «occasionale»...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4681 del 14 aprile 1999
«Le ipotesi di incompatibilità con l'ufficio di testimone sono tassativamente elencati all'art. 197 c.p.p. e tra esse certamente non rientra il caso di colui che solo potenzialmente potrebbe essere imputato in un procedimento connesso, a norma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3422 del 21 marzo 1994
«Le disposizioni sull'esame di persone imputate in un procedimento connesso o imputate di un reato collegato (art. 210 c.p.p.) si applicano anche quando la persona da esaminare è sottoposta alle indagini e non ancora imputata. L'art. 61 c.p.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 25202 del 3 luglio 2007
«L'incompatibilità con l'ufficio di testimone, prevista dall'art. 197 lett. a) c.p.p., non è limitata alla assunta qualità di imputato, ma va estesa, in forza dell'art. 61 comma primo c.p.p., alle persone sottoposte alle indagini preliminari anche...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37005 del 26 settembre 2003
«In tema di inutilizzabilità di dichiarazioni rese da chi sin dall'inizio avrebbe dovuto essere sentito in qualità di imputato o di indagato, mentre l'incompatibilità ai sensi dell'art. 197 c.p.p., che preclude l'ammissione stessa del testimone,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21802 del 5 giugno 2002
«L'art. 63, comma 2 c.p.p., nel prevedere l'inutilizzabilità delle dichiarazioni rese da chi, «sin dall'inizio» avrebbe dovuto essere sentito in qualità di imputato o di persona sottoposta a indagine, intende riferirsi, con la suindicata...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11829 del 15 ottobre 1999
«Le incompatibilità con l'ufficio di testimone previste dall'art. 197 c.p.p. non trovano applicazione nel caso in cui debba essere assunta la testimonianza della persona offesa nei cui confronti, su denuncia dell'imputato, siano state a suo tempo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11674 del 13 ottobre 1995
«La dichiarazione dell'imputato di reato collegato, pur se assunta irritualmente con forma della testimonianza e la pronuncia della formula di cui all'art. 497, comma 2, c.p.p., possono essere utilizzate dal giudice a fini probatori, sempre che non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6425 del 1 giugno 1994
«Fuori dalle ipotesi disciplinate dall'art. 97 del D.P.R. n. 309/1990, l'attività del cosiddetto agente provocatore che, d'accordo con la polizia giudiziaria, propone ad uno spacciatore e realizza la compravendita di droga al fine di farlo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5340 del 26 maggio 1993
«Ai fini della sussistenza dell'associazione per delinquere, non è necessario che l'associazione stessa tragga origine da un regolare atto di costituzione, pur essendo necessaria un'organizzazione di fatto con predisposizione, sia pure rudimentale,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3277 del 22 gennaio 2013
«Il consulente tecnico nominato dal P.M., in sede di indagini preliminari, e da questi non inserito nella propria lista testimoniale, può essere indicato, in assenza di specifiche disposizioni che limitino il potere dispositivo delle parti in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42823 del 18 ottobre 2013
«In tema di giudizio abbreviato, il giudice d'appello può autonomamente acquisire un certificato penale dell'imputato aggiornato, in quanto la scelta del rito abbreviato non preclude tale possibilità, operando il riferimento normativo "allo stato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11288 del 28 agosto 2001
«Il credito che deriva dall'esclusione del socio fallito, relativo alla liquidazione della quota, trova radice causale nella costituzione del vincolo sociale e rimane, pertanto, radicato nell'attività negoziale posta in essere in tempo anteriore al...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 758 del 23 aprile 1969
«Costituisce omicidio l'anticipare, anche di una minima frazione di tempo, la morte di un uomo, essendo irrilevante che essa si sarebbe verificata ugualmente, per le conseguenze letali di altre lesioni riportate dalla vittima ad opera di altre...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 40701 del 14 novembre 2001
«In tema di sospensione dei termini della custodia cautelare per la particolare complessità del dibattimento, il giudice non può decidere sulla sola istanza del pubblico ministero, ma deve sentire anche il difensore o comunque porlo nella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3504 del 12 gennaio 2000
«Il dettato dell'art. 304, secondo comma, c.p.p., nel fare riferimento a “dibattimenti particolarmente complessi”, intende comprendere, in tale locuzione, le difficoltà e gli ostacoli attinenti sia al singolo processo, ivi inclusa l'esigenza di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4964 del 9 settembre 1999
«Agli effetti della sospensione dei termini della custodia cautelare a norma dell'art. 304 comma 2 c.p.p., il presupposto della particolare complessità del dibattimento e quello riguardante la natura dei reati contestati a ciascun imputato, sono...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 36854 del 11 ottobre 2001
«Ai fini della proroga dei termini di custodia cautelare per l'espletamento della perizia sullo stato di mente dell'imputato a norma dell'art. 305, comma 1, c.p.p., per «periodo di tempo assegnato» deve intendersi quello esclusivamente necessario a...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2087 del 5 settembre 1996
«L'espressione «procedimento di merito» che figura nel primo comma dell'art. 305 c.p.p. non si riferisce esclusivamente alle fasi del giudizio di merito, ma anche a quelle precedenti (indagini e udienza preliminare), in cui questioni di contenuto,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 522 del 3 marzo 1992
«La richiesta del pubblico ministero di proroga dei termini di custodia cautelare non deve essere né notificata al difensore dell'imputato né posta a sua disposizione mediante il previo deposito in cancelleria, ai fini della validità del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1754 del 17 agosto 1993
«In tema di proroga della custodia cautelare, la nuova disciplina di cui all'art. 305 c.p.p. trova applicazione soltanto nei procedimenti iniziati dopo l'entrata in vigore del codice di rito del 1988 o sotto la vigenza di quello abrogato, ma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45127 del 7 novembre 2013
«Il rinvio del dibattimento a udienza fissa prima del compimento degli atti introduttivi deve essere qualificato come rinvio vero e proprio, con il conseguente obbligo di notifica del decreto che dispone il giudizio, in quanto, ai sensi dell'art....»