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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4714 del 12 aprile 2000
«Alla parte che invoca in giudizio l'applicazione di un contratto collettivo post-corporativo incombe l'onere di produrlo, con la conseguenza che, in caso di mancata produzione di esso e di contestazione della controparte in ordine all'esistenza e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12884 del 19 novembre 1999
«Nel processo del lavoro, è legittima l'utilizzazione delle prove — ritualmente acquisite agli atti — assunte in un precedente giudizio tra le stesse parti e inerenti allo stesso contenzioso sostanziale, considerato l'ampio potere di ammissione di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6769 del 10 luglio 1998
«Ai sensi dell'art. 421 c.p.c., il potere ufficioso di ordinare l'esibizione di documenti è discrezionale, sicché il suo esercizio non comporta alcun vincolo per il giudice. Del pari discrezionale è, quindi, anche il potere di desumere argomenti di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 310 del 15 gennaio 1998
«Nel rito del lavoro, dove, per la particolare natura dei rapporti controversi il principio dispositivo va contemperato con quello della ricerca della verità materiale mediante una rilevante ed efficace azione del giudice nel processo, quando le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7881 del 22 agosto 1997
«Nel rito del lavoro, la mancanza di documenti o la loro idoneità a rappresentare i fatti allegati può indurre il giudice ad ammettere d'ufficio in qualsiasi momento ogni altro mezzo di prova ai sensi dell'art. 421 c.p.c., ma tale ammissione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4935 del 3 giugno 1997
«Nel rito del lavoro non incorre nella violazione del principio dell'onere della prova, fissato dall'art. 2697 c.c., il giudice che disponga d'ufficio, a norma dell'art. 421, secondo comma, c.p.c., una prova testimoniale finalizzata a sopperire...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5590 del 9 giugno 1994
«Nel rito del lavoro, che, per la particolare natura dei rapporti controversi, tende a contemperare il principio dispositivo con quello della ricerca della verità reale, il potere del giudice di disporre d'ufficio mezzi istruttori — che presuppone...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3537 del 24 marzo 1993
«Nel rito del lavoro, il potere del giudice di disporre d'ufficio mezzi istruttori — mentre può essere esercitato, in presenza di significativi dati d'indagine e per superare l'incertezza sui fatti costitutivi dei diritti in contestazione, anche se...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12717 del 25 maggio 2010
«Nel rito del lavoro, l'esercizio di poteri istruttori d'ufficio, nell'ambito del contemperamento del principio dispositivo con quello della ricerca della verità, involge un giudizio di opportunità rimesso ad un apprezzamento meramente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10128 del 26 maggio 2004
«In una controversia in materia di locazioni iniziata dopo il 30 aprile 1995, nella quale, in virtù di quanto disposto dall'art. 447 bis c.p.c., il giudice delle locazioni può avvalersi dei poteri d'ufficio di cui agli artt. 421 e 437 dello stesso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10522 del 25 ottobre 1997
«Nel rito del lavoro, quando le risultanze di causa offrono significativi dati di indagine, il giudice non può limitarsi a fare meccanica applicazione della regola formale di giudizio fondata sull'onere della prova, ma ha il potere-dovere di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19234 del 21 settembre 2011
«In tema di licenziamento per superamento del periodo di comporto, qualora il dipendente abbia impugnato in sede giudiziale il licenziamento, contestando l'avvenuto superamento del periodo, per essere applicabile nel caso di specie il termine...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5702 del 19 novembre 1985
«La consulenza tecnica, quale mezzo di acquisizione di elementi di cognizione utili ai fini del decidere, può essere disposta dal giudice anche d'ufficio senza incontrare limite alcuno nel regime delle preclusioni previsto dal rito del lavoro per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3650 del 17 giugno 1985
«Nel nuovo rito del lavoro — applicabile alle controversie locatizie in virtù dell'espresso richiamo operato dall'art. 46 della legge n. 392 del 1978 — la consulenza tecnica non costituisce un mezzo di prova che l'attore ha l'onere di indicare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 889 del 29 gennaio 1998
«Nelle controversie in tema di invalidità pensionabile, la nomina a consulente tecnico d'ufficio di un esperto non rientrante nella categoria dei medici legali e delle assicurazioni e dei medici del lavoro non è causa di alcuna nullità, perché le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3647 del 8 agosto 1989
«Nel caso in cui il consulente tecnico di ufficio abbia compiuto accertamenti senza dare alle parti, nelle forme e nei modi all'uopo previsti, la possibilità di presenziarvi, la violazione del principio del contraddittorio, che inficia la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2337 del 4 aprile 1985
«Il termine indicato dall'art. 424 c.p.c. per la presentazione della relazione del consulente tecnico d'ufficio ha carattere ordinatorio, perché, pur assolvendo la funzione di accelerare i tempi di svolgimento del processo, non è comminata per la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2698 del 19 aprile 1983
«I termini indicati dall'art. 424 c.p.c., per la presentazione della relazione del consulente tecnico d'ufficio, hanno carattere ordinatorio, perché, pur assolvendo la funzione di accelerare i tempi di svolgimento del processo, non è comminata per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18261 del 12 agosto 2009
«Nel rito del lavoro, il contratto collettivo di diritto comune - anche anteriormente all'entrata in vigore del D.L.vo n. 40 del 2006 - in quanto assumibile quale regola di giudizio, si distingue dai semplici fatti di causa e può essere richiesto,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19345 del 18 settembre 2007
«L'ordinanza con la quale il giudice del lavoro dispone il mutamento del rito e rimette la causa promossa con il rito speciale al capo dell'ufficio per l'assegnazione ad una sezione ordinaria non ha contenuto decisorio e non ha portata vincolante...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1330 del 24 gennaio 2006
«Nel rito del lavoro, applicabile alle controversie in materia di locazione, la regola desumibile dall'art. 416 c.p.c., secondo la quale il convenuto è tenuto a proporre con la memoria di costituzione tutte le eccezioni, processuali e di merito,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11418 del 19 novembre 1993
«La distinzione fra giudice ordinario e giudice del lavoro non involge una questione di competenza per materia, ma di semplice diversità di rito, talché la trattazione davanti a quest'ultimo col rito speciale di una causa non compresa fra quelle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4838 del 13 maggio 1998
«Per il disposto dell'art. 428 c.p.c., nelle controversie relative a rapporti regolati dall'art. 409 stesso codice, l'incompetenza per territorio può o essere eccepita dal convenuto nella memoria difensiva o rilevata d'ufficio dal giudice non oltre...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7204 del 24 giugno 1995
«Promosso un giudizio avanti al Tribunale, ove questo si sia dichiarato d'ufficio incompetente per materia, ritenendo trattasi di causa di lavoro, ed abbia quindi rimesso le parti al Pretore del lavoro, va considerata tempestiva l'eccezione di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 307 del 27 maggio 1995
«Nel rito del lavoro, l'incompetenza per territorio — a norma dell'art. 428 c.p.c. — può essere rilevata d'ufficio dal giudice non oltre l'udienza di discussione della causa di cui all'art. 420 e, ove tale rilievo sia mancato, la competenza non può...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 311 del 13 gennaio 1994
«Lo ius superveniens in tema di competenza si applica — nel regime anteriore all'entrata in vigore del nuovo testo dell'art. 5 c.p.c. dettato dalla legge n. 353 del 1993 — anche nei giudizi pendenti, ma il rilievo dell'eventuale incompetenza, che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4939 del 10 ottobre 1985
«L'inosservanza del termine perentorio, non superiore a trenta giorni, stabilito dal giudice ai sensi del secondo comma dell'art. 428 c.p.c., per la riassunzione della causa in caso di dichiarazione d'incompetenza, comporta l'estinzione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10164 del 28 aprile 2010
«La disposizione di cui al secondo comma dell'art. 431 c.p.c. nel testo modificato dalla legge 11 agosto 1973, n. 533, la quale riconosce al lavoratore la facoltà di procedere ad esecuzione "con la sola copia del dispositivo in pendenza del termine...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17134 del 23 agosto 2005
«Il credito azionato «in executivis» dal difensore del lavoratore munito di procura nella sua veste di distrattario delle spese di lite, ancorché consacrato in un provvedimento del giudice del lavoro, non condivide la natura dell'eventuale credito...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 50 del 7 gennaio 2009
«Quando è certo il diritto alla prestazione spettante al lavoratore, ma non sia possibile determinare la somma dovuta, sicché il giudice la liquida equitativamente ai sensi dell'art. 432 c.p.c., l'esercizio di tale potere discrezionale non è...»