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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1790 del 17 giugno 1974
«Mora accipiendi e liberazione del debitore non coincidono, in quanto la costituzione in mora e la conseguente offerta di restituzione valgono unicamente a stabilire il momento di decorrenza degli effetti della mora, specificamente indicati...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3362 del 7 aprile 1987
«Il diritto di ritenzione attribuito dall'art. 2756, terzo comma. c.c. al creditore per le prestazioni e per le spese relative alla conservazione ed al miglioramento di beni mobili all'uopo affidatigli e da realizzare mediante riparazioni,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3579 del 23 febbraio 2004
«In tema di prova dell'inesatto adempimento di un'obbligazione avente per oggetto una somma di denaro, allorquando il creditore deduca che l'inesattezza è costituita dal ritardo nel pagamento in quanto effettuato oltre il termine stabilito dal...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3032 del 16 marzo 2000
«L'impugnabilità e l'avvenuta impugnazione di una pronunzia esecutiva di condanna al pagamento di una somma di denaro non esimono il debitore, anche pubblico, dall'ottemperarvi, in quanto una tale pronuncia, pur non ancora consolidata nel...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1692 del 15 febbraio 2000
«La costituzione in mora per esplicare i suoi effetti presuppone che il debito sia scaduto; conseguentemente, non costituisce atto valido alla messa in mora della P.A. l'atto di citazione con cui si richieda il pagamento di interessi moratori in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 185 del 22 gennaio 1976
«Il principio secondo cui gli interessi sulle somme liquidate a titolo di risarcimento decorrono dalla data del verificarsi del danno trova applicazione soltanto in materia di responsabilità extracontrattuale, in quanto, ai sensi dell'art. 1219...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12266 del 20 agosto 2003
«L'inutile scadenza del termine di centoventi giorni dalla presentazione della domanda amministrativa, secondo la previsione dell'art. 7 della legge n. 533 del 1973, è idonea a costituire in mora, ai sensi dell'art. 1219, secondo comma, n. 2, c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2727 del 4 maggio 1984
«In tema di crediti aventi ad oggetto prestazioni pensionistiche, la reiezione, da parte dell'Inps, della domanda della prestazione (reiezione cui è legalmente equiparato il silenzio-rifiuto) configura un'ipotesi di mora ex re , ai sensi della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5836 del 13 marzo 2007
«Anche per i crediti derivanti da fitti e pigioni non è necessaria — ai fini della decorrenza degli interessi — la costituzione in mora quando il termine per pagare è scaduto e la prestazione deve essere effettuata nel domicilio del creditore.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 535 del 21 gennaio 1999
«L'art. 1182, comma terzo, c.c., secondo cui l'obbligazione avente per oggetto una somma di denaro deve essere adempiuta al domicilio del creditore, trova applicazione non solo nel caso in cui l'obbligazione abbia per oggetto una somma di denaro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4664 del 17 dicembre 1976
«La clausola penale costituisce una pattuizione accessoria del contratto che svolge — anche limitatamente a una sola parte degli obblighi che ne derivano — la duplice funzione di rafforzare, da un lato, il vincolo contrattuale e di stabilire, in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2361 del 6 febbraio 2007
«In tema di inadempimento delle obbligazioni pecuniarie, con riferimento alla costituzione in mora, non può parlarsi di offerta non formale, ai sensi dell'articolo 1220 c.c., quando la somma non viene introdotta nella sfera di disponibilità del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10269 del 16 luglio 2002
«L'offerta non formale, mediante deposito banco judicis , della somma che il debitore ritenga effettivamente dovuta può essere rifiutata dal creditore, che la ritenga insufficiente, senza incorrere in alcuna situazione pregiudizievole; qualora,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15505 del 6 dicembre 2000
«Per il disposto dell'art. 1220 c.c. (integrato con le disposizioni degli artt. 1175 e 1375 c.c., a tenore dei quali i contraenti debbono comportarsi secondo correttezza e buona fede) il debitore non può essere considerato in mora, quindi in colpa,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4791 del 1 marzo 2007
«A norma dell'art. 2043 c.c., ai prossimi congiunti di un soggetto in giovane età, deceduto in conseguenza del fatto illecito addebitabile ad un terzo (come nel caso di morte conseguente a sinistro stradale fondato su responsabilità altrui),...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7507 del 4 giugno 2001
«In contrapposizione all'art. 2043 c.c., che fa sorgere l'obbligo del risarcimento dalla commissione di un «fatto» doloso o colposo, il successivo art. 2055 considera, ai fini della solidarietà nel risarcimento stesso, il «fatto dannoso», sicché,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1161 del 4 febbraio 1988
«La liquidazione del risarcimento di danni futuri comporta la detrazione sulla somma assegnata al danneggiato di interessi a scalare per il periodo di pagamento anticipato del capitale, a meno che l'omessa detrazione risulti motivata espressamente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4508 del 28 marzo 2001
«Nella liquidazione del danno patrimoniale da invalidità permanente di lavoratori dipendenti, occorre prendere in considerazione il reddito percepito in concreto e corrispondente alle competenze effettive al netto delle ritenute e degli emolumenti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11616 del 26 ottobre 1992
«Il danno per inabilità permanente non coincide automaticamente con la proporzionale riduzione del reddito di lavoro percepito dal danneggiato ma deve essere in concreto accertato, anche per via presuntiva, sulla base della differenza tra i redditi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5480 del 22 giugno 1987
«Il danno risarcibile in caso di invalidità non concerne la incapacità lavorativa in sé, ma la conseguenza del mancato guadagno e, nel caso di invalidità permanente, la riduzione della capacità di guadagno; ne consegue che, trattandosi di debito di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7694 del 21 agosto 1996
«La detrazione, in sede di liquidazione del danno dovuto ai congiunti della vittima di un infortunio sul lavoro colposo, del valore della rendita corrisposta dall'Inail, deve avvenire, per non tradursi in un ristoro parziale o al contrario in un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4051 del 7 aprile 1995
«In tema di risarcimento del danno patrimoniale del genitore per la uccisione del figlio minore, che all'epoca della morte non abbia ancora iniziato a lavorare, se la sentenza, che riconosce dovuto il risarcimento, sopravviene dopo la data a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13108 del 27 dicembre 1995
«L'obbligazione del venditore inadempiente configura un debito di valore avente ad oggetto la totale reintegrazione del patrimonio del danneggiato, cosicché nella determinazione del quantum occorre tener conto sia della svalutazione monetaria...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5814 del 23 novembre 1985
«Il credito risarcitorio per lucro cessante, derivante dal mancato godimento di un bene protrattosi per una pluralità di anni, viene a maturare anno per anno, in relazione alla perdita dei corrispondenti redditi, e, pertanto, è suscettibile di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8507 del 14 aprile 2011
«Con la sentenza definitiva che decide sulla liquidazione di un'obbligazione di valore, da effettuarsi in valori monetari correnti, si determina la conversione del debito di valore in debito di valuta con il riconoscimento da tale data degli...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22347 del 24 ottobre 2007
«Nei debiti di valore i cosiddetti interessi compensativi costituiscono una mera modalità liquidatoria del danno causato dal ritardato pagamento dell'equivalente monetario attuale della somma dovuta all'epoca dell'evento lesivo. Tale danno sussiste...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8520 del 5 aprile 2007
«Il risarcimento del danno da fatto illecito costituisce debito di valore e, in caso di ritardato pagamento di esso, gli interessi non costituiscono un autonomo diritto del creditore, ma svolgono una funzione compensativa tendente a reintegrare il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1087 del 18 gennaio 2007
«Soltanto gli interessi compensativi sulle somme liquidate a titolo di risarcimento da atto illecito, costituendo una componente del risarcimento del danno, possono essere attribuiti anche in assenza di espressa domanda della parte creditrice,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1215 del 23 gennaio 2006
«In caso di lesioni personali con postumi invalidanti permanenti, ove il danno patrimoniale futuro (costituisca esso danno emergente, come per le spese mediche non ancora sostenute, ovvero lucro cessante da perdita o riduzione della capacità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15823 del 28 luglio 2005
«Nell'obbligazione risarcitoria (che costituisce debito di valore in quanto diretta alla reintegrazione del danneggiato nella stessa situazione patrimoniale nella quale si sarebbe trovato se il danno non fosse stato prodotto) il principale mezzo di...»