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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10542 del 19 marzo 2012
«È illegittima la pronuncia della Corte d'appello che, in sede di rinvio, rigetti immotivatamente una richiesta di rinnovazione dell'istruzione dibattimentale determinata da una carenza di attività difensiva posta in essere senza colpa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41306 del 5 novembre 2008
«È legittima la decisione con cui il giudice dispone la rinnovazione dell'istruzione dibattimentale, ex art. 603, comma secondo, c.p.p., su richiesta della parte non appellante, in quanto trattandosi di nuove prove sopravvenute o scoperte...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24231 del 4 giugno 2003
«Ai fini del reato di cui all'art. 217 comma primo n. 2 l. fall., operazioni di grave imprudenza sono quelle caratterizzate da alto grado di rischio, prive di serie e ragionevoli prospettive di successo economico, le quali, avuto riguardo alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4015 del 1 febbraio 2006
«Ai fini della configurabilità del reato di bancarotta semplice per inadempimento degli obblighi assunti in un precedente concordato (art. 217, primo comma, n. 5 legge fall.) viene in rilievo il concordato relativo ad una precedente e distinta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3700 del 16 aprile 1993
«L'art. 219 comma secondo n. 1 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267, il quale prevede un aumento di pena nel caso che siano stati commessi più fatti di bancarotta tra quelli indicati nel precedente comma primo, pur contenendo una speciale disciplina in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31117 del 4 agosto 2011
«In tema di reati fallimentari, qualora la dichiarazione di fallimento sia stata preceduta dall’ammissione a concordato preventivo, il momento consumativo di detti reati, dal quale inizia a decorrere il termine prescrizionale, deve ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6621 del 18 marzo 2010
«Nel giudizio di opposizione allo stato passivo - che, nella disciplina introdotta con il d.l.vo 9 gennaio 2006, n. 5, ha natura impugnatoria ed è fondato sul principio dispositivo, nonché sulle ordinarie regole di ripartizione dell'onere della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 753 del 4 febbraio 1981
«Per la preclusione nascente dal giudicato implicito e dall'applicazione della regola che il giudicato copre il dedotto ed il deducibile (e cioè tutto ciò che doveva necessariamente essere dedotto per giustificare l'accoglimento o il rigetto della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6900 del 22 marzo 2010
«L'art. 99 della legge fall., nel testo novellato dapprima dal d.l.vo n. 5 del 2006, e successivamente dal d.l.vo n. 169 del 2007, configurando il giudizio di opposizione allo stato passivo in senso inequivocabilmente impugnatorio, esclude...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19397 del 28 settembre 2004
«In tema di procedimento di impugnazione di crediti ammessi al passivo fallimentare, la disposizione dell'ultimo comma dell'art. 100 legge fall. (a mente del quale, per l'istruzione e la decisione delle impugnazioni si applicano le disposizioni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11948 del 25 novembre 1998
«In tema di impugnazione di crediti ex art. 100 della legge fallimentare, il principio secondo il quale non spetta al creditore già ammesso l'assunzione di un ruolo di iniziativa nel giudizio di impugnazione, onde fornire nuovamente la prova del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 195 del 21 gennaio 1985
«L'art. 100 della legge fallimentare, il quale, in applicazione del principio fissato dal precedente art. 43, circa la perdita della capacità processuale del fallito nelle cause relative a rapporti patrimoniali compresi nel fallimento, stabilisce...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11096 del 5 novembre 1998
«In tema di ammissione al passivo fallimentare, alla richiesta del creditore, che abbia presentato domanda di insinuazione tardiva, di partecipare a precedenti piani di riparto consegue, in caso di contestazione del curatore, la trasformazione del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17342 del 6 dicembre 2002
«La mancata riproposizione, nel vigente codice di procedura penale, della disposizione precedentemente dettata dall'art. 3 dell'abrogato codice di rito penale comporta che, una volta verificatisi due giudicati, uno civile ed un altro penale, che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5461 del 8 aprile 2003
«Nel procedimento di cui all'art. 103 della legge fallimentare, la domanda di rivendica (nella specie, di titoli azionari) formulata in via principale non è ostativa alla richiesta, in via subordinata (in caso, cioè, di mancato accoglimento della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1470 del 26 marzo 1997
«In tema di sospensione dei termini di durata della custodia cautelare, verificandosi l'ipotesi di cui all'art. 304, comma primo, lett. b), c.p.p. (mancata partecipazione al dibattimento di uno o più difensori), nella quale rientra anche il caso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3672 del 26 giugno 1996
«In caso di sospensione dei termini di custodia cautelare, ai sensi dell'art. 304, comma 2, c.p.p., «nei confronti di tutti gli imputati detenuti», cui abbia fatto seguito altro analogo provvedimento nei confronti di altri imputati, precedentemente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4204 del 6 agosto 1998
«In caso di provvedimento di sospensione dei termini di custodia cautelare ai sensi dell'art. 304 comma secondo c.p.p. adottato «per tutti gli imputati in stato di custodia cautelare», ad esso deve necessariamente far seguito altro analogo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2139 del 13 luglio 1998
«In materia cautelare competente all'emanazione dell'ordinanza di sospensione dei termini di fase, nella pendenza dei termini di deposito della motivazione, è il giudice procedente. Tuttavia l'eventuale omissione è emendabile, purché i termini non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 34844 del 26 settembre 2001
«In tema di successione di leggi processuali riguardanti le impugnazioni, in tutti quei casi in cui, al momento della proposizione dell'impugnazione, era consentito soltanto il ricorso per cassazione, non trova applicazione, in base al principio...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7329 del 22 giugno 2000
«La disposizione di cui all'art. 18 della legge 24 novembre 1999 n. 468, la quale, modificando l'art. 593, comma 3, c.p.p., ha reso inappellabili le sentenze di condanna relative a reati per i quali sia stata irrogata la sola pena pecuniaria, trova...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3344 del 1 febbraio 2005
«La prescrizione di cui all'art. 604, comma 6, c.p.p., di disporre «occorrendo» la rinnovazione del dibattimento qualora il giudice di appello riconosca erronea la dichiarazione del giudice di primo grado che il reato è estinto o che l'azione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4960 del 31 gennaio 2008
«In tema di revisione, allorquando la relativa istanza sia fondata su una ritrattazione che comporterebbe il carattere calunnioso della precedente dichiarazione testimoniale e l'ipotizzabile reato di calunnia sia già estinto, spetta al giudice...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1976 del 14 maggio 1997
«Ai fini della deliberazione di ammissibilità del giudizio di revisione le prove dedotte devono essere sopravvenute, e quindi necessariamente estranee al precedente giudizio di cognizione, ed acquisibili nell'eventuale successivo giudizio di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1760 del 2 maggio 1995
«Attraverso la revisione, il giudicato viene sostituito da una nuova e diversa decisione all'esito di un nuovo giudizio; il giudizio è nuovo solo se si fondi su elementi probatori nuovi, ma attinenti ad un tema di indagine che non sia irrilevante...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46265 del 12 dicembre 2007
«In forza del disposto dell'art. 677, comma secondo bis, c.p.p., la richiesta di misure alternative alla detenzione è inammissibile quando, contestualmente alla domanda, non sia effettuata la indicazione o elezione di domicilio. È pertanto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2535 del 28 maggio 1996
«L'art. 62, comma 1, L. 24 novembre 1981, n. 689, secondo cui la competenza a determinare le modalità di esecuzione della semidetenzione e della libertà controllata spetta al magistrato di sorveglianza del luogo di residenza del condannato, si...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2 del 23 marzo 1998
«In tema di revoca della sentenza di condanna per abolizione del reato, qualora il reato abrogato riguardi un solo capo di condanna, legittimamente il giudice della esecuzione revoca la sentenza limitatamente a tale capo, atteso che nell'economia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2138 del 8 giugno 1994
«Il giudice richiesto in sede di esecuzione, ai sensi dell'art. 673 c.p.p, della revoca di una precedente sentenza di condanna a seguito di abolitio criminis, è tenuto ad interpretare il giudicato ed a renderne esplicito il contenuto ed i limiti,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1819 del 7 giugno 1994
«Il giudice dell'esecuzione, per accertare se il fatto concreto per cui sia intervenuta sentenza di condanna abbia perduto rilevanza penale per abolizione del reato (art. 673 c.p.p.), deve innanzi tutto interpretare il giudicato e renderne...»