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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 15856 del 13 agosto 2004
«In tema di prova documentale, l'onere di disconoscere la conformità tra l'originale della scrittura e la copia fotostatica prodotta in giudizio, pur non implicando necessariamente l'uso di formule sacramentali, va assolto mediante una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12299 del 21 agosto 2003
«Ai sensi dell'art. 2719 c.c., le riproduzioni fotografiche formano piena prova delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono state prodotte non ne disconosce la conformità alle cose; tuttavia, poiché il disconoscimento della riproduzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5346 del 13 giugno 1997
«La norma di cui all'art. 2719 c.c. (che esige l'espresso disconoscimento della conformità con l'originale delle copie fotografiche, cui legittimamente vengono assimilate quelle fotostatiche) è applicabile tanto alla ipotesi di disconoscimento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 212 del 21 gennaio 1985
«Le copie fotostatiche e fotografiche di un documento hanno, a norma dell'art. 2719 c.c., lo stesso valore probatorio degli originali quando la loro conformità con questi attestata dal pubblico ufficiale, ovvero non è espressamente disconosciuta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3412 del 22 marzo 2000
«La prova dell'avveramento o meno dell'evento dedotto come condizione di efficacia di un contratto per il quale è richiesta la forma scritta ad substantiam può esser data anche con testimoni, non ostando gli artt. 2722, 2723 c.c., concernenti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3503 del 23 aprile 1997
«Il divieto stabilito dall'art. 2722 c.c. di provare per testi circostanze contrarie al contenuto di un patto scritto riguarda le prove dirette a dimostrare per un rapporto convenzionale una disciplina pattizia diversa da quella risultante dalla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 28102 del 30 dicembre 2009
«I limiti di ammissibilità della prova testimoniale avente ad oggetto la stipulazione, dopo la formazione di un documento negoziale, di un patto aggiunto o contrario al contenuto dello stesso non sono dettati per ragioni di ordine pubblico ma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3537 del 15 aprile 1996
«I patti aggiunti o contrari cui l'art. 2723 c.c. fa riferimento sono solo quelli che apportano alle clausole contrattuali stipulate in forma scritta aggiunte e modifiche, destinate a regolare diversamente per il futuro particolari aspetti del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7660 del 1 agosto 1990
«La valutazione delle circostanze (tipiche od atipiche), in presenza delle quali è consentita, a norma dell'art. 2723 c.c., l'ammissione della prova per testimoni di patti, aggiunti o contrari, posteriori alla formazione di un documento, è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 43 del 5 gennaio 1998
«In tema di rilevanza probatoria delle deposizioni di persone che hanno solo una conoscenza indiretta di un fatto controverso occorre distinguere i testimoni de relato actoris e quelli de relato in genere. I primi depongono su fatti e circostanze...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5439 del 15 aprile 2002
«L'art. 2725 c.c. esclude che la prova testimoniale possa sostituire la forma scritta quando la stessa è prevista a pena di nullità, ma non vieta che attraverso la prova testimoniale si accerti la effettiva riferibilità ad un determinato soggetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 144 del 8 gennaio 2002
«Mentre in materia di atti e contratti per i quali sia richiesta ad substantiam la forma scritta, eccettuata l'ipotesi della perdita incolpevole del documento (art. 2724 c.c.), è inammissibile la prova testimoniale della esistenza del negozio e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5129 del 21 marzo 1999
«In tema di mancata esecuzione dolosa di provvedimento del giudice (art. 388 c.p.), è necessario e sufficiente, per la configurabilità del reato, che vi sia stata una richiesta di adempimento (o una messa in mora), anche informale, purché si tratti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5884 del 25 maggio 1993
«L'ammissione dell'interrogatorio formale non può essere negata, assumendosene l'inconcludenza, per il solo fatto che la parte interroganda abbia, in atti processuali pregressi, smentito quanto dedotto in interrogatorio, in quanto lo scopo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7722 del 12 luglio 1991
«La ricevuta fiscale ancorché priva di sottoscrizione può essere assunta dal giudice del merito, come prova del pagamento di una determinata somma ad un soggetto, quando contenga l'indicazione della ditta percettrice, del soggetto erogante — che ne...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6181 del 13 marzo 2009
«Ai fini del raggiungimento della prova per presunzioni, le soglie minime di gravità, precisione e concordanza richieste dall'art. 2729 cod. civ. e la possibilità di ritenere come ammessi, ai sensi dell'art. 232 c.p.c., i fatti dedotti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18719 del 9 dicembre 2003
«Nella decisione della causa di merito, il giudice è libero di fondare il proprio convincimento su prove presuntive a differenza di altri mezzi di prova, ove le ritenga più attendibili, e non è tenuto ad ammettere gli ulteriori mezzi di prova...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15737 del 21 ottobre 2003
«Le presunzioni semplici costituiscono una prova completa alla quale il giudice di merito può attribuire rilevanza, anche in via esclusiva, ai fini della formazione del proprio convincimento, nell'esercizio del potere discrezionale,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7302 del 17 luglio 1990
«L'accertamento della sussistenza di una causa d'impossibilità delle prestazioni relative al rapporto di lavoro e della non imputabilità della stessa al datore di lavoro non può dal giudice del merito essere fondato sulla pretesa natura...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11266 del 30 luglio 2002
«Tenuto conto che, ai sensi dell'art. 2730 c.c., la confessione ha ad oggetto fatti obiettivi e non opinioni o giudizi, non ha valore di confessione l'ammissione che un certo evento sia ascrivibile a propria colpa, trattandosi di un giudizio a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17239 del 22 luglio 2010
«Le dichiarazioni rese in sede d'interrogatorio libero o non formale, che è istituto finalizzato alla chiarificazione delle allegazioni delle parti e dotato di funzione probatoria a carattere meramente sussidiario, non possono avere valore di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 607 del 17 gennaio 2003
«Le dichiarazioni rese dalla parte in sede di interrogatorio formale costituiscono confessione giudiziale se, sotto il profilo soggettivo, ricorre l' animus confitendi , consistente nella consapevolezza e volontà di riconoscere un fatto a sé...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11946 del 8 agosto 2002
«Il ricorso alle nozioni di comune esperienza (fatto notorio), comportando una deroga al principio dispositivo ed al contraddittorio, in quanto introduce nel processo civile prove non fornite dalle parti e relative a fatti delle stesse non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4727 del 30 marzo 2001
«Le ammissioni contenute negli scritti difensivi sottoscritte unicamente dal procuratore ad litem , pur non avendo valore confessorio, costituiscono elementi indiziari che possono liberamente essere valutati dal giudice per la formazione del suo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3244 del 10 febbraio 2009
«Le ammissioni rese in sede di interrogatorio formale, ove siano accompagnate da dichiarazioni aggiunte idonee a modificare o estinguere gli effetti della confessione, non hanno efficacia confessoria piena, ai sensi degli artt. 2733 e 2734 c.c., e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2903 del 27 febbraio 2001
«Non viola l'art. 2734 c.c. il giudice di merito che, diversamente dalla dichiarazione resa dalla parte in sede di interrogatorio formale, non ritenga raggiunto un accordo negoziale con la controparte perché la confessione è un atto giuridico che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11048 del 24 ottobre 1995
«Il principio della cosiddetta inscindibilità della confessione sancito dall'art. 2734 c.c. — per il quale le «dichiarazioni aggiunte alla confessione», relative a fatti o circostanze tendenti ad infirmare, modificare o estinguere gli effetti del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2171 del 8 aprile 1982
«Il giuramento decisorio è inammissibile quando verta direttamente su fatti e circostanze relativi a questione già decisa tra le stesse parti con sentenza passata in giudicato, in quanto questa, oltre ad avere un contenuto negativo, nel senso che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5240 del 10 marzo 2006
«Il deferimento del giuramento suppletorio, anche qualora sia stato espressamente richiesto da una parte, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, le cui valutazioni in ordine alla sussistenza del requisito della cosiddetta semi-plena...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 315 del 25 gennaio 1978
«Il giuramento de veritate non può essere convertito in giuramento de scientia, non solo perché la notizia di un fatto non equivale al compimento di esso, ma anche perché, in relazione alla diversa fonte di conoscenza, la responsabilità del...»