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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13070 del 22 dicembre 1987
«In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, il requisito della forza di intimidazione, dalla quale deriva la condizione di assoggettamento e di omertà degli stessi associati e dei terzi, non costituisce una modalità della condotta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 482 del 19 gennaio 1989
«La fattispecie della partecipazione alla associazione di tipo mafioso, prevista dall'art. 416 bis c.p. è a forma libera, perché il legislatore non descrive in modo particolare la condotta tipica, enunciandone le note che valgono a caratterizzarle,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6728 del 3 maggio 1989
«La differenza tra il reato di associazione per delinquere e il concorso di più persone nel reato sta nel fatto che nella partecipazione criminosa l'accordo si esaurisce nella consumazione dei reati da realizzare, mentre nell'associazione per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6203 del 6 giugno 1991
«Ai fini della configurabilità del delitto di associazione di tipo mafioso non è necessario che siano raggiunti effettivamente e concretamente uno o più degli scopi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice, né è necessario che la forza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 788 del 10 marzo 1992
«La contestazione di partecipazione ad associazione per delinquere di tipo camorristico armata (art. 416 bis, commi terzo e quarto, c.p.) non integra fusione del già contestato delitto di cui agli artt. 416 bis, comma primo, c.p. nonché dei reati...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8042 del 16 luglio 1992
«La circostanza attenuante della minima partecipazione al fatto, di cui all'art. 114 c.p., non può trovare applicazione in relazione a fattispecie di partecipazione ad associazioni delinquenziali, consistendo la detta partecipazione nell'adesione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8064 del 16 luglio 1992
«La condotta di partecipazione ad un'associazione per delinquere, per essere punibile, non può esaurirsi in una manifestazione positiva di volontà del singolo di aderire alla associazione che si sia già formata, occorrendo invece la prestazione, da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2260 del 10 luglio 1993
«In relazione ad addebito di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, non può escludersi il valore indiziario, eventualmente confirmatorio di altre risultanze, attribuibile ai precedenti penali e giudiziari del soggetto, ed anche ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3392 del 23 settembre 1993
«L'attività di amministratore, svolta da soggetto indagato del delitto di partecipazione ad associazione per delinquere di stampo mafioso, non è sufficiente di per sé a far ritenere che i beni oggetto dell'amministrazione siano stati provento di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2348 del 27 giugno 1994
«Nel delitto di cui all'art. 416 bis c.p. l'elemento materiale del reato è costituito dalla condotta di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, intendendosi per partecipazione la stabile permanenza del vincolo associativo tra gli autori —...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1770 del 10 maggio 1995
«In tema di partecipazione ad associazione di stampo mafioso l'indicazione generica di un soggetto quale «avvicinato» e l'indicazione del coinvolgimento in diversi omicidi proveniente da più collaboratori di giustizia, senza l'indicazione di nessun...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2331 del 31 maggio 1995
«Ai fini della configurabilità del reato di partecipazione ad associazione per delinquere, comune o di tipo mafioso, non è sempre necessario che il vincolo associativo fra il singolo e l'organizzazione si instauri nella prospettiva di una sua...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2518 del 13 dicembre 1995
«...la permanenza. Pertanto, la successiva condotta di partecipazione alla societas sceleris, integra un fatto-reato diverso, in ordine al quale è consentita l'adozione di altro provvedimento cautelare, senza che sia violato l'art. 297, comma 3,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4202 del 15 settembre 1995
«In materia di reati associativi ed in particolare di associazione a delinquere di stampo mafioso, la contestazione del ruolo di organizzatore con riferimento ad una famiglia mafiosa appartenente all'organizzazione «Cosa Nostra» non determina...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5466 del 12 maggio 1995
«In tema di partecipazione ad associazione di stampo mafioso, l'attribuzione della qualità di «uomo d'onore» ad un soggetto, finché emerge e resta nell'ambito del procedimento in cui il collaboratore di giustizia riferisce tale qualifica, ha valore...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 755 del 22 aprile 1995
«Per quanto attiene al reato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso, la presunzione di pericolosità sociale che, a norma dell'art. 275 comma terzo c.p.p., impone la misura della custodia cautelare in carcere, in quanto insita nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10810 del 16 dicembre 1996
«Le dichiarazioni dei coimputati riguardanti la partecipazione di taluno ad una associazione criminosa in tanto assumono valore di elemento di prova in quanto si sostanziano anche nella indicazione di fatti specifici tali da consentire al giudice...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3331 del 5 agosto 1996
«Qualora nei confronti di un soggetto vengano emesse in momenti diversi due ordinanze di custodia cautelare in carcere, l'una per il reato di partecipazione ad associazione per delinquere di tipo mafioso consumato fino a una determinata data e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4357 del 6 agosto 1996
«Integrano la condotta di partecipazione ad associazione per delinquere di tipo mafioso la fornitura di mezzi materiali a membri di detta associazione e l'attività di trasmissione di messaggi scritti tra membri influenti della medesima, in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6172 del 31 gennaio 1996
«La meramente «formale» appartenenza all'organismo dirigente di un'associazione per delinquere di stampo mafioso non implica concorso morale in ordine alla commissione di reato rientrante in un interesse strategico dell'organizzazione criminosa, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3144 del 10 luglio 1997
«Poiché il concorso eventuale nel delitto di cui all'art. 416 bis c.p. è una forma di partecipazione all'associazione criminosa e realizza gli estremi della fattispecie delineata dal legislatore, le pene inflitte al concorrente esterno...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5354 del 6 giugno 1997
«Ai fini dell'individuazione del termine di prescrizione di un reato occorre avere riguardo alla fattispecie criminosa nella sua concreta e specifica configurazione finale così come accertata e descritta dal giudice in sentenza a seguito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3241 del 13 marzo 1998
«La circostanza che un imputato di reato associativo (nella specie, associazione a fine di terrorismo o di eversione) non sia stato condannato per alcuno dei reati «fine» dell'associazione, è del tutto irrilevante ai fini della prova della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12525 del 1 dicembre 2000
«Ai fini della configurabilità del reato di associazione per delinquere non è necessario che il vincolo associativo assuma carattere di assoluta stabilità, essendo sufficiente che esso non sia a priori e programmaticamente circoscritto alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12537 del 1 dicembre 2000
«In tema di associazione di stampo mafioso, ai fini della responsabilità penale per il delitto associativo non rileva la mera qualità di «uomo d'onore» derivante da una pregressa investitura, ma occorre riscontrare la fattiva partecipazione del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2285 del 4 settembre 2000
«In tema di concorso esterno in associazione per delinquere di tipo mafioso, premesso che tale ipotesi, a differenza di quella costituita dalla partecipazione «organica», si caratterizza per l'assenza di una compenetrazione strutturale e di un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12907 del 2 aprile 2001
«In tema di associazione per delinquere, il sopravvenuto stato detentivo di un soggetto non determina la necessaria ed automatica cessazione della partecipazione al sodalizio criminoso di appartenenza, atteso che, in determinati contesti...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 13863 del 5 aprile 2001
«Tale condizione può verificarsi anche se i fatti in questione siano emersi in tempi diversi ed abbiano dato luogo a procedimenti distinti, come pure indipendentemente dalla circostanza che per il reato perseguibile d'ufficio l'imputato sia stato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21174 del 29 maggio 2002
«In tema di partecipazione all'associazione per delinquere di tipo mafioso, il rapporto associativo caratterizzato dalla disponibilità personale esclusiva dell'affiliato a favore del sodalizio criminoso, anche quando si attua mediante una condotta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21356 del 30 maggio 2002
«Il concorso c.d. “esterno” o “eventuale” in associazione per delinquere di tipo mafioso è una forma di partecipazione saltuaria o sporadica all'attività del sodalizio criminoso, connotata, sotto il profilo soggettivo, dalla consapevolezza...»