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Cassazione civile, Sez. II, ordinanza n. 5154 del 21 febbraio 2019
«Il procedimento possessorio, nel regime successivo alle modifiche introdotte dalla l. n. 353 del 1990, ma anteriore alle innovazioni di cui al d.l. n. 35 del 2005, conv. con mod. dalla l. n. 80 del 2005, è strutturato in due fasi, entrambe rette...»
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Cassazione civile, Sez. II, ordinanza n. 2988 del 31 gennaio 2019
«Allorquando il convenuto in azione possessoria - per turbativa del possesso derivante dall'inosservanza della distanza legale rispetto a una preesistente costruzione dell'attore - prospetti la legittimità del proprio operato come conseguenza delle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5874 del 17 novembre 1981
«I criteri previsti dall'art. 5 comma quarto legge 1 dicembre 1970, n. 898, per l'attribuzione e la quantificazione dell'assegno di divorzio, vanno riscontrati con riferimento ai fatti verificatisi per tutta la durata del vincolo matrimoniale e non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4903 del 10 marzo 2004
«All'esito delle modifiche apportate, all'art. 4 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, dall'art. 8 della legge 6 marzo 1987 (applicabili anche in tema di separazione giudiziale dei coniugi, in virtù e nei limiti della disposizione di cui all'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3330 del 8 ottobre 1976
«Il giudice non può concedere l'assegno di divorzio senza che vi sia stata domanda della parte interessata. Tuttavia, se nel giudizio di scioglimento di matrimonio il convenuto, opponendosi, insista per il mantenimento del vincolo e dei relativi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4470 del 19 ottobre 1977
«La contumacia di una delle parti in causa rappresenta l'esercizio di un suo potere processuale, garantito e disciplinato da precise disposizioni del c.p.c. (artt. 290 e 294), e non può essere trasformata in elemento di prova circa la fondatezza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5434 del 29 febbraio 2008
«In tema di divorzio, è manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 5, sesto comma, della legge 1º dicembre 1970, n. 898, nella parte in cui consente di assoggettare all'obbligo di corrispondere l'assegno anche il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3905 del 17 febbraio 2011
«In tema di accertamento della capacità economica dei genitori, ai fini della determinazione dell'assegno di mantenimento dei figli minori in sede di divorzio, alle risultanze delle dichiarazioni fiscali dei redditi dev'essere attribuito valore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10458 del 10 luglio 2002
«In presenza di un coniuge superstite avente i requisiti per la pensione di reversibilità, il diritto del coniuge divorziato ad una quota del trattamento di reversibilità (art. 9, comma terzo, dell'art. 9, legge n. 898 del 1970 nel testo novellato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4585 del 14 aprile 1976
«La domanda di divorzio deve essere proposta davanti al tribunale del luogo dove risiede il convenuto, e cioè nel luogo in cui questi ha la sua dimora abituale; a tal fine è irrilevante la circostanza che il convenuto, dopo aver trasferito la sua...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8049 del 22 luglio 1995
«Nella determinazione del luogo di residenza del convenuto, anche al fine della competenza per territorio in ordine alla domanda di separazione personale (art. 4 L. n. 898 del 1970, sostituito dall'art. 8 L. n. 74 del 1987, richiamato, quanto ai...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1170 del 5 aprile 1976
«In considerazione del fatto che in ordine alla domanda di scioglimento del matrimonio ai sensi dell'art. 3, n. 2 lett. E) L. 1° dicembre 1970, n. 898, la sussistenza della giurisdizione del giudice italiano presuppone la cittadinanza italiana...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3086 del 22 giugno 1978
«Nel giudizio di divorzio, l'opposizione del coniuge convenuto, determinando il prolungamento del periodo minimo di separazione necessario per la trattazione della causa, non incide retroattivamente sulla validità della domanda proposta prima del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6372 del 16 dicembre 1985
«Al fine della proponibilità della domanda di divorzio, a norma dell'art. 3 n. 2 lett. b) della L. 1 dicembre 1970, n. 898, acquistano rilevanza autonoma ed indipendente ciascuna delle situazioni contemplate da detta norma, e cioè la separazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6016 del 14 marzo 2014
«In tema di divorzio, il tentativo di conciliazione da parte del presidente del tribunale, pur essendo necessario per l'indagine sull'irreversibilità della frattura spirituale e materiale tra i coniugi, non costituisce un presupposto indefettibile...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7957 del 28 ottobre 1987
«Nel giudizio di divorzio, e dopo che le parti, rimasto vano il tentativo presidenziale di conciliazione, siano state rimesse davanti all'istruttore, deve ritenersi consentito al coniuge convenuto, fino all'udienza di comparizione davanti a detto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11315 del 28 ottobre 1995
«Con la nuova disciplina del processo di divorzio introdotta con l'art. 8 della legge 6 marzo 1987, n. 74, che ha sostituito l'art. 4 della legge 1 dicembre 1970, n. 898, è stato abrogato il potere del presidente del tribunale di assegnare un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9882 del 28 aprile 2006
«Nel processo di divorzio non trovano applicazione gli artt. 183 e 190 c.p.c., venendo in rilievo la disciplina speciale di cui all'art. 4 della legge 1 dicembre 1970, n. 898 (come modificato dall'art. 8 della legge 6 marzo 1987, n. 74) volta ad...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10077 del 9 maggio 2011
«Nel procedimento di revisione dell'assegno di divorzio, ai fini dell'adeguamento del predetto alla rivalutazione monetaria è ammissibile la domanda riconvenzionale, che sia introdotta dal coniuge convenuto, ai fini della riduzione dell'assegno...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 21053 del 1 ottobre 2009
«In tema di obbligazioni alimentari, il criterio di collegamento previsto dall'art. 5 della Convenzione di Bruxelles del 27 settembre 1968, resa esecutiva con legge 21 giugno 1971, n. 804, ai sensi del quale il convenuto domiciliato nel territorio...»
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Cassazione civile, Sez. II, ordinanza n. 14110 del 24 maggio 2021
«In tema di patti successori, per stabilire se una determinata pattuizione ricada sotto la comminatoria di nullità di cui all'art. 458 c.c. occorre accertare: 1) se il vincolo giuridico con essa creato abbia avuto la specifica finalità di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5411 del 25 febbraio 2019
«L'indegnità a succedere prevista dall'art. 463 c.c., pur essendo operativa "ipso iure", non è rilevabile d'ufficio, ma deve essere dichiarata su domanda dell'interessato, atteso che essa non è uno "status" del soggetto, né un'ipotesi di incapacità...»
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Cassazione civile, Sez. II, ordinanza n. 9980 del 23 aprile 2018
«In mancanza di limitazioni normative, la prescrizione del diritto di accettare l'eredità, ex art. 480 c.c., opera a favore di chiunque vi abbia interesse, anche se estraneo all'eredità: pertanto, il convenuto che sia nel possesso dei beni...»
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Cassazione civile, Sez. II, ordinanza n. 20531 del 29 settembre 2020
«L'erede che abbia accettato con beneficio di inventario, il quale sia convenuto dal creditore del "de cuius" che faccia valere per intero la sua pretesa, se vuole contenere "intra vires" l'estensione e gli effetti della pronuncia giudiziale, deve...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 4694 del 21 febbraio 2020
«L'azione di riduzione proposta contro un soggetto che è legittimario al pari del legittimario attore implica che il convenuto abbia ricevuto una donazione o debba beneficiare di una disposizione testamentaria per la quale venga ad ottenere, oltre...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17122 del 13 agosto 2020
«Il coerede, convenuto in giudizio per il pagamento di un debito ereditario per l'intero, che eccepisca l'esistenza di altri coeredi, nonché la divisione "pro quota" del debito ereditario, ha l'onere di provarne l'esistenza, la consistenza numerica...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24702 del 21 novembre 2006
«I diritti assoluti - reali o di "status" - si identificano in sé e non in base alla loro fonte, come accade per i diritti di obbligazione, sicché, l'attore può mutare il titolo in base al quale chiede la tutela del diritto assoluto senza incorrere...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2951 del 16 febbraio 2016
«Il diritto al risarcimento dei danni subiti da un bene spetta a chi ne sia proprietario al momento del verificarsi dell'evento dannoso, e, configurandosi come un diritto autonomo rispetto a quello di proprietà, non segue quest'ultimo nell'ipotesi...»
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Cassazione civile, Sez. II, ordinanza n. 6007 del 28 febbraio 2019
«Poiché l'azione di rivendicazione ha per oggetto la restituzione del medesimo bene che l'attore afferma essere nel possesso o detenzione del convenuto, laddove tale bene, già prima della proposizione della domanda, sia venuto a mancare per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8694 del 28 marzo 2019
«L'azione con la quale l'attore, sostenendo di essere proprietario di un immobile, neghi che il convenuto sia titolare di un diritto di passaggio sul medesimo, limitandosi quest'ultimo ad opporre di essere comproprietario del bene stesso, va...»