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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7924 del 9 giugno 2000
«In caso di infortunio sul lavoro, la legge rimette alle parti collettive la determinazione dei termini di conservazione del posto di lavoro nel periodo successivo all'infortunio (art. 2110 c.c.); pertanto, è legittima la previsione contrattuale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4629 del 11 aprile 2000
«Ai fini della determinazione del periodo di comporto, l'art. 2110 c.c. rinvia alla legge, ai contratti collettivi, agli usi e all'equità, onde è possibile ricorrere a quest'ultima solo in assenza delle altre fonti; ne consegue che quando la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6601 del 12 giugno 1995
«Nella determinazione, con il criterio dell'equità, del tempo massimo del periodo di comporto per assenze frazionate, in mancanza di una disciplina collettiva delle conseguenze di tali assenze, il giudice deve tendere ad assimilare quanto più...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9974 del 28 luglio 2000
«La sospensione del rapporto di lavoro in periodo di servizio di leva, con conseguente dispensa del lavoratore dal dovere, contrattualmente stabilito, di comunicare le variazioni del proprio indirizzo, presuppone la previa comunicazione da parte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3512 del 9 marzo 2001
«L'istituto del trasferimento di azienda, cui consegue la tutela dei lavoratori, ai sensi dell'art. 2112 c.c. e secondo le finalità protettive indicate dalla Direttiva del Consiglio delle comunità europee 14 febbraio 1977, n. 187, presuppone che, a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18285 del 13 agosto 2009
«Nell'ipotesi in cui la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, o le dimissioni (riferibili ad un diritto disponibile del lavoratore e quindi sottratte alla disciplina dell'art. 2113 c.c.) siano poste in essere nell'ambito di un contesto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13134 del 3 ottobre 2000
«Il lavoratore pub liberamente disporre del diritto di impugnare il licenziamento, facendone oggetto di rinunce o transazioni, che sono sottratte alla disciplina dell'art. 2113 c.c., che considera invalidi e perciò impugnabili i soli atti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3345 del 21 marzo 2000
«La mera accettazione del trattamento di fine rapporto ancorché non accompagnata da alcuna riserva non può essere interpretata, per assoluto difetto di concludenza, come tacita dichiarazione di rinuncia ai diritti derivanti dall'illegittimità del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6857 del 13 luglio 1998
«La rinunzia al diritto alla retribuzione in corrispettivo della prestazione lavorativa previsto e tutelato dalla Costituzione e dal codice civile quando sia anteriore alla maturazione del diritto è viziata da nullità assoluta e soltanto quando...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1194 del 3 febbraio 2000
«Le quietanze a saldo o liberatorie che il lavoratore sottoscriva a seguito della risoluzione del rapporto, accettando senza esprimere riserve la liquidazione e le altre somme dovutegli alla cessazione del rapporto, non implicano di per sé, anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13466 del 20 luglio 2004
«L'impugnazione di una rinuncia o transazione ex art. 2113 c.c. da parte del lavoratore ne determina l'automatica caducazione anche se proposta oltre il termine di sei mesi prescritto dalla citata disposizione, essendo onere del datore di lavoro...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3675 del 24 febbraio 2004
«L'importo della retribuzione da assumere come base di calcolo dei contributi previdenziali non può essere inferiore all'importo di quella che ai lavoratori di un determinato settore sarebbe dovuta in applicazione dei contratti collettivi stipulati...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6024 del 10 maggio 2000
«In materia di determinazione della base imponibile per il calcolo dei contributi dell'assicurazione obbligatoria, la prescrizione dell'art. 1 D.L. 9 ottobre 1989, u. 338, convertito in legge 7 dicembre 1989, n. 389 deve essere interpretata nel...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5002 del 22 maggio 1999
«In materia di determinazione della base imponibile per il calcolo dei contributi della assicurazione obbligatoria, la prescrizione dell'art. 1 D.L. 9 ottobre 1989, n. 338, convertito in legge 7 dicembre 1989, n. 389 (le cui disposizioni sono...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7139 del 9 maggio 2003
«Colui che intende far accertare la natura subordinata del proprio rapporto di lavoro, al fine di poter usufruire delle relative prestazioni previdenziali e assicurative, ha l'onere di provare in modo certo l'elemento tipico qualificante del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 486 del 20 gennaio 1994
«Con riguardo a lavoratore il quale, essendosi prescritti i contributi non versati dal datore di lavoro, abbia proposto contro il medesimo azione di risarcimento dei danni ai sensi dell'ari. 2116 c.c. facendo riferimento all'art. 13 della legge 12...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6568 del 18 dicembre 1979
«Il diritto al risarcimento del danno per omessa od irregolare contribuzione assicurativa, di cui al secondo comma dell'art. 2116 cod. civ., sorge nel momento in cui si verifica il duplice presupposto dell'inadempienza contributiva del datore di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3630 del 12 marzo 2002
«Con riferimento ai fondi speciali di previdenza costituiti ai sensi dell'art. 2117 c.c., il vincolo di destinazione previsto da tale norma spiega effetti anche nei confronti del datore di lavoro, al quale — senza necessità di una specifica...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7485 del 14 maggio 2003
«Perché l'incapacità naturale del dipendente possa rilevare come causa di annullamento delle sue dimissioni, non è necessario che si abbia la totale privazione delle facoltà intellettive e volitive, ma è sufficiente che tali facoltà risultino...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11094 del 15 maggio 2007
«Il contenuto dell'obbligazione prevista per la parte recedente dall'art. 2118 c.c., di pagare, in mancanza di preavviso lavorato, un'indennità equivalente all'importo della retribuzione che sarebbe spettata per il periodo di preavviso, attribuisce...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13732 del 14 giugno 2006
«La violazione dell'obbligo di preavviso del licenziamento, stabilito dall'art. 2118 c.c., comporta l'attribuzione della relativa indennità sostitutiva in tutti i casi in cui il licenziamento abbia determinato l'estinzione del rapporto,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13839 del 8 novembre 2001
«A differenza dell'esonero del datore di lavoro dal pagamento dell'indennità supplementare, generalmente prevista per i dirigenti di azienda dalla contrattazione collettiva, che presuppone la giustificatezza del licenziamento, l'esonero...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6169 del 19 giugno 1999
«Anche dopo l'entrata in vigore della legge n. 108 del 1990 il cui art. 2 ha esteso, al licenzia-mento del dirigente, l'obbligo di comunicazione per iscritto, ma non quello della motivazione la nozione di «giustificatezza» del licenziamento per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2453 del 21 marzo 1996
«Il criterio posto dall'art. 1455 c.c., secondo cui, ai fini della risoluzione del contratto per inadempimento, l'importanza di quest'ultimo va valutata in relazione all'interesse dell'altra parte, può trovare applicazione nel caso di licenziamento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12759 del 13 dicembre 1995
«Anche nel licenziamento che richieda per legge l'esistenza di una giustificazione, una volta accertata l'obiettiva esistenza dei fatti necessari per radicare il potere di recesso, restano irrilevanti eventuali profili di arbitrarietà e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2579 del 2 febbraio 2009
«In tema di licenziamento per giusta causa, quando vengano contestati al dipendente diversi episodi rilevanti sul piano disciplinare, pur dovendosi escludere che il giudice di merito possa esaminarli atomisticamente, attesa la necessaria...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13633 del 11 giugno 2007
«Con riferimento ad una controversia promossa da un lavoratore per l'impugnazione di un licenziamento irrogato ai sensi dell'art. 34 del contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti dell'Ente Poste Italiane 26 novembre 1994,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6900 del 26 maggio 2000
«Il fatto che la disciplina collettiva preveda un comportamento come giusta causa di licenziamento non esime il giudice, investito della impugnativa della legittimità di tale recesso, dal dovere di valutare — mediante un accertamento che è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2073 del 19 febbraio 1992
«Nell'ipotesi in cui la contrattazione collettiva applicabile preveda la facoltà del datore di lavoro di licenziare il dipendente che abbia già subito sanzioni disciplinari in un dato arco di tempo (nella specie, provvedimenti di sospensione per un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8716 del 17 giugno 2002
«Nell'ottica dell'autonomia tra il giudizio civile e quello penale, la gravità della condotta ascritta al dipendente licenziato per giusta causa può avere un sufficiente rilievo disciplinare ed essere idonea a giustificare il licenziamento anche...»