-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5584 del 11 giugno 1997
«Costituisce maltrattamento la detenzione di gatti in piccole gabbie, poiché essa priva l'animale della possibilità di movimento e di espansione, se non al prezzo di sofferenza; sussiste una situazione di sofferenza ingiustificata nel caso di cani...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 601 del 29 gennaio 1997
«Allorquando il reato di maltrattamento di animali viene in evidenza con riferimento a comportamenti che costituiscono l'esercizio di pratiche venatorie, occorre tener conto, oltre che della norma di cui all'art. 727 c.p., come modificato dalla...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10673 del 10 dicembre 1996
«In tema di maltrattamento di animali, l'art. 4 della legge sulla caccia (legge 11 febbraio 1992, n. 157) prevede espressamente l'esercizio venatorio con l'uso di richiami vivi, ma esso deve ritenersi lecito sempre che non costituisca, a mente...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3105 del 24 marzo 1998
«In tema di fallimento, qualora una persona fisica sia socio (illimitatamente responsabile) di più società operanti in luoghi diversi, il conflitto di competenza eventualmente insorto in relazione alla dichiarazione di fallimento della persona...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22547 del 5 novembre 2010
«In tema di procedimento per la dichiarazione di fallimento di una società di capitali cancellata dal registro delle imprese, la legittimazione al contraddittorio spetta al liquidatore sociale, poiché, pur implicando detta cancellazione...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3301 del 20 aprile 1990
«In materia di dichiarazione di fallimento l'omissione da parte dell'imprenditore che chieda il proprio fallimento del deposito delle scritture contabili, del bilancio e del conto dei profitti e delle perdite ai sensi dell'art. 14, R.D. 16 marzo...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17205 del 11 luglio 2013
«Ai sensi dell'art. 15, comma terzo, legge fall., nel testo modificato dal d.l.vo 9 gennaio 2006, n. 5, e dal successivo decreto correttivo 2 settembre 2007, n. 169, la notificazione al debitore del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22546 del 5 novembre 2010
«Nel giudizio di impugnazione avverso la sentenza dichiarativa di fallimento, quanto ai procedimenti in cui trova applicazione la riforma di cui al d.l.vo n. 169 del 2007, che ha modificato l'art. 18 legge fall., ridenominando tale mezzo come...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24532 del 20 novembre 2009
«Nel processo di esecuzione il diritto del cittadino al giusto processo, ai sensi dell'art. 111 Cost. (come modificato dalla L. costituzionale n. 2 del 1999), deve essere soddisfatto attraverso il contraddittorio tra le parti in ogni fase...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 12700 del 18 ottobre 2001
«Nei gradi di impugnazione, il principio dell'interesse ad agire si configura diversamente rispetto al giudizio di primo grado, dovendosi tener conto dell'intervenuta pronuncia della sentenza di primo grado, idonea ad assumere la consistenza del...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14751 del 26 giugno 2007
«L'interpretazione della domanda giudiziale costituisce operazione riservata al giudice del merito, il cui giudizio, risolvendosi in un accertamento di fatto, non è censurabile in sede di legittimità quando sia motivato in maniera congrua ed...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18068 del 8 settembre 2004
«Nell'interpretazione della domanda occorre tener presente essenzialmente il contenuto sostanziale della pretesa, desumibile, oltre che dal tenore delle deduzioni svolte nell'atto introduttivo e nei successivi scritti difensivi, anche dallo scopo...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9875 del 10 ottobre 1997
«La domanda giudiziale non è passibile di interpretazione in termini di dichiarazione di volontà diretta alla produzione di determinati effetti giuridici, risultando essa mera espressione di una richiesta di tutela ordinamentale in ordine alla...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14734 del 17 ottobre 2002
«Il principio della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato fissato dall'art. 112 c.p.c. non osta a che il giudice renda la pronuncia richiesta in base ad una ricostruzione dei fatti autonoma rispetto a quella prospettata dalle parti nonché...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10542 del 19 luglio 2002
«Il principio della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato non osta a che il giudice d'appello operi una ricostruzione dei fatti diversa da quella prospettata dalle parti, o renda una qualificazione giuridica autonoma rispetto a quella...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16152 del 8 luglio 2010
«Il principio secondo il quale la portata precettiva di una pronunzia giurisdizionale va individuata tenendo conto non soltanto del dispositivo, ma anche della motivazione, trova applicazione soltanto quando il dispositivo contenga comunque una...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7080 del 22 giugno 1995
«Nell'esercizio del potere di interpretazione e qualificazione della domanda il giudice del merito non è condizionato dalla formula adottata dalla parte, dovendo egli tenere conto piuttosto del contenuto sostanziale della pretesa desumibile dalla...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11455 del 12 ottobre 1999
«Il principio della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, fissato dall'art. 112 c.p.c. se non osta a che il giudice renda la pronuncia richiesta in base ad una ricostruzione dei fatti autonoma rispetto a quella prospettata dalle parti...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22893 del 13 dicembre 2012
«In tema di responsabilità civile obbligatoria derivante dalla circolazione dei veicoli o motore, è rilevabile d'ufficio l'incapienza del massimale minimo di legge, rispetto al danno patito dalla vittima di un sinistro stradale indennizzabile da...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25516 del 16 dicembre 2010
«Sussiste violazione dell'art. 112 c.p.c. allorché il giudice, a fronte della domanda di nullità, proposta dal fideiussore opponente, di una clausola del contratto di fideiussione e di inefficacia dello stesso, abbia, invece, rilevato d'ufficio la...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3185 del 11 febbraio 2010
«È inammissibile, per difetto d'interesse, il ricorso per cassazione proposto dal curatore fallimentare avverso la sentenza della corte d'appello che, nel pronunciare in ordine all'appello proposto dal fallito avverso una sentenza dichiarativa di...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1112 del 24 gennaio 2003
«Il principio dell'onere della prova non implica affatto che la dimostrazione dei fatti costitutivi del diritto preteso debba ricavarsi esclusivamente dalle prove offerte da colui che è gravato dal relativo onere, senza poter utilizzare altri...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5644 del 10 aprile 2012
«Il mancato ricorso, da parte del giudice del merito, alle nozioni di fatto rientranti nella comune esperienza, di cui all'art. 115 cod. proc. civ., deve essere specificamente spiegato ed è suscettibile di essere apprezzato dal giudice di...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7181 del 9 luglio 1999
«Il fatto notorio, derogando al principio dispositivo ed a quello del contraddittorio e dando luogo a prove non fornite dalle parti e relative a fatti da esse non vagliati e controllati, dev'essere inteso in senso rigoroso, cioè come fatto...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9231 del 1 settembre 1993
«L'art. 125, secondo comma, c.p.c., il quale, fino al momento della costituzione, consente alla parte attrice di rilasciare procura al difensore, in via di ratifica con effetti retroattivi dell'atto in precedenza notificato dal difensore stesso in...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8874 del 18 aprile 2011
«La mancata sottoscrizione del verbale d'udienza da parte del dichiarante non determina la nullità dell'atto, ma una mera irregolarità, ai sensi dell'art. 126 c.p.c., tenuto conto che le nullità degli atti processuali sono solo quelle previste...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22841 del 25 ottobre 2006
«In carenza di una specifica comminatoria di nullità, il mancato rispetto delle norme relative alla dettatura e alla redazione del processo verbale (artt. 57 e 130 c.p.c.) non vizia l'udienza civile e non rende gli atti in essa compiuti inidonei al...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 24663 del 28 novembre 2007
«In tema di trasmissione con mezzi di telecomunicazione di atti relativi a procedimenti giurisdizionali e con riferimento al requisito secondo cui all'avvocato che trasmette l'atto e a quello che lo riceve sia stata conferita procura, richiesto...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5501 del 5 aprile 2012
«Il reclamo ex art. 26 legge fall., nella formulazione anteriore al d.l.vo 9 gennaio 2006, n. 5 (applicabile "ratione temporis") apre un procedimento di tipo inquisitorio, nel quale il tribunale, investito di tutta la procedura e nell'esercizio...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3490 del 24 marzo 1993
«Il decreto con il quale il tribunale fallimentare, in sede di reclamo ai sensi dell'art. 26 legge fallimentare, neghi, ad un creditore insinuato — ma non ammesso — al passivo, il diritto di proporre contestazioni a rendiconto predisposto dal...»