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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 27768 del 16 luglio 2010
«In tema di lesioni personali volontarie, ricorre la circostanza aggravante del fatto commesso con armi quando il soggetto agente utilizzi un manico di scopa ed un ombrello, trattandosi di armi improprie, ai sensi dell'art. 4, comma secondo, legge...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43753 del 21 novembre 2008
«In tema di lesioni personali volontarie, ricorre la circostanza aggravante del fatto commesso con armi quando il soggetto agente utilizzi una spranga di ferro, essendo questa un'arma impropria.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43759 del 21 novembre 2008
«In tema di lesioni personali volontarie, ricorre la circostanza aggravante del fatto commesso con armi quando il soggetto agente faccia uso di una catena di ferro, rientrando la stessa nella nozione d'arma impropria.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43348 del 20 novembre 2008
«In tema di lesioni personali volontarie, ricorre la circostanza aggravante del fatto commesso con armi quando il soggetto agente faccia uso di sassi, rientrando gli stessi nella nozione d'arma impropria.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11872 del 20 novembre 2000
«Sono da ritenere armi, sia pure improprie, ex art. 4 della legge n. 110 del 1975, gli strumenti, ancorché non da punta o da taglio, che, in particolari circostanze di tempo e di luogo, possono essere usati per l'offesa alla persona. Ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5488 del 31 maggio 1996
«Poiché, ai sensi dell'art. 4 della L. 18 aprile 1975, n. 110, devono considerarsi armi, sia pure improprie, tutti quegli strumenti, ancorché non da punta o da taglio, che in particolari circostanze di tempo e di luogo possono essere utilizzati per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13643 del 16 giugno 2014
«In tema di libretti di deposito a risparmio, la particolare efficacia probatoria prevista dall'art. 1835, secondo comma, cod. civ. si riferisce alle annotazioni che effettivamente figurino apposte sul libretto, senza che, da ciò, derivi una...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2122 del 31 gennaio 2014
«Nel contratto di deposito a risparmio, a norma dell'art. 1835, secondo comma, cod. civ., le annotazioni sul libretto, firmate dall'impiegato della banca che appaia addetto al servizio, fanno piena prova nei rapporti tra banca e depositante,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 42789 del 10 novembre 2003
«Il delitto previsto dall'art. 611 c.p. (violenza o minaccia per costringere a commettere un reato) è un reato di pericolo che si consuma nel momento stesso dell'uso della violenza e della minaccia, indipendentemente dal reato fine; comunque,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7355 del 24 settembre 1984
«Ai fini della sussistenza del reato previsto dall'art. 660 c.p., la molestia o il disturbo devono essere valutati con riferimento alla psicologia normale media, in relazione cioè al modo di sentire e di vivere comune. Nell'ipotesi in cui il fatto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 682 del 15 gennaio 2007
«Integra il delitto di minaccia aggravata ai sensi dell'art. 612, comma secondo, c.p., la minaccia fatta con un bastone, considerato che nel novero delle armi rientrano non solo quelle proprie ma anche quelle improprie e cioè gli strumenti atti ad...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9348 del 5 marzo 2001
«Integra il reato di minaccia aggravata dall'uso delle armi (art. 612, comma secondo, c.p.) e non quello di estorsione aggravata (art. 629, comma secondo, c.p.), la condotta di colui il quale, dopo aver avuto un rapporto sessuale con una...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14423 del 23 dicembre 1986
«Il termine «palesemente armato», di cui all'ultimo comma dell'art. 614 c.p., deve essere inteso nel senso che le armi siano portate in maniera palese dagli autori della violazione di domicilio, a prescindere dalla percezione o meno delle stesse da...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44125 del 14 novembre 2012
«Integra il reato di truffa, e non quello di gestione infedele, il fatto di chi, nella prestazione del servizio di gestione di portafogli di investimento su base individuale, o del servizio di gestione collettiva del risparmio, in violazione delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5568 del 4 febbraio 2014
«Integra gli estremi della truffa ai danni dell'INPS, in presenza di una prestazione lavorativa effettiva, l'interposizione fittizia da parte del datore di lavoro, nell'ipotesi in cui il rapporto di lavoro apparente sia gravato da oneri...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15955 del 26 aprile 2012
«Integra il delitto di truffa ai danni dell'INPS la produzione di una falsa autocertificazione sull'insussistenza di rapporti di collegamento tra le imprese che hanno posto in mobilità i lavoratori e quelle interessate alla nuova assunzione dei...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2841 del 16 marzo 1992
«Ai fini della configurazione della truffa in danno di un ente pubblico, prevista dall'art. 640, comma 2, c.p., con particolare riferimento all'istituto di credito, non assume valore dirimere la qualificazione dell'azienda creditizia come ente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11789 del 7 settembre 1989
«La normale attività di raccolta del risparmio e di esercizio del credito ha carattere di impresa privata indipendentemente dalla natura pubblica o privata degli enti che la esercitano. Tale principio esclude che gli impiegati degli enti pubblici i...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 220 del 28 febbraio 1992
«È ipotizzabile il reato di truffa continuata nel fatto della sistematica raccolta di risparmi con la promessa di utilità e interessi estranei alle concrete possibilità del mercato.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2827 del 3 marzo 1988
«Il delitto di circonvenzione di incapace di cui all'art. 643 c.p. è reato di pericolo che si realizza nel momento in cui è compiuto l'atto capace di produrre un qualsiasi effetto dannoso per il soggetto passivo o per altri. (Nella fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1867 del 10 febbraio 1990
«Non tutta l'attività di una banca può rientrare sotto la qualificazione pubblicistica, e tanto meno quella preposta alla raccolta e distribuzione di risparmi e di crediti. Agendo in tale settore, il dipendente della banca non opera come incaricato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8179 del 18 luglio 1988
«In virtù della normativa vigente le operazioni bancarie strettamente attinenti alla gestione del credito e del risparmio hanno natura privatistica senza che ciò escluda che il comportamento del dipendente di un istituto bancario il quale...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 8342 del 16 luglio 1987
«La concessione abusiva di fido commessa da un dipendente bancario che non riveste la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio non integra gli estremi dell'appropriazione indebita poiché tale reato prevede come condotta...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1231 del 31 gennaio 1987
«Il semplice possesso di un libretto di deposito al portatore, mentre legittima la riscossione del denaro depositato, con esonero di responsabilità dell'istituto bancario, non fa però acquistare al portatore la proprietà del denaro, a meno che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5388 del 7 giugno 1997
«In tema di armi e materie esplodenti, al termine «esplosivi» di cui all'art. 34 della legge 18 aprile 1975, n. 110 non può essere attribuito il significato di «sostanze esplodenti» come contrapposte ai veri e propri esplosivi dotati di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3392 del 28 marzo 1995
«In tema di reati concernenti le armi, per esplosivi devono intendersi tutti quei prodotti che sono caratterizzati da elevata potenzialità e che per la loro micidialità sono idonei a provocare una esplosione con rilevante effetto distruttivo,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 11213 del 7 dicembre 1993
«La distinzione concettuale introdotta dalla legislazione per il controllo delle armi tra «esplosivi» (che sono quelli che, per la quantità e la qualità, presentano una micidialità equiparabile a quella delle armi da guerra, e sono idonei, quindi,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3863 del 20 aprile 1993
«L'art. 2 della L. 2 ottobre 1967, n. 895 (sul controllo delle armi) non ha abrogato la contravvenzione di cui all'art. 678 c.p. relativa alla fabbricazione e commercio di materie esplodenti. Gli «esplosivi di ogni genere», cui si riferisce l'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4849 del 21 aprile 1988
«È lecita la detenzione senza licenza di polvere pirica in quantitativo inferiore ai cinque chilogrammi per la confezione di cartucce per armi da caccia.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10901 del 15 ottobre 1986
«La deroga alla disciplina generale ex art. 78 c.p. sulla fabbricazione e commercio e quindi detenzione abusiva degli esplosivi operata dalla normativa speciale ex leggi 2 ottobre 1967, n. 895, 14 ottobre 1974, n. 497 e 18 aprile 1975, n. 110 è...»