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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11864 del 28 ottobre 1986
«Le proiezioni di films inverecondi e persino pornografici, eseguite nei cinema «a luci rosse», non degradano il carattere oggettivamente osceno di pratiche sessuali (nella specie un coito orale omosessuale) poste in essere da spettatori nel corso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8159 del 25 settembre 1985
«Ai fini della sussistenza del delitto di atti osceni, di cui all'art. 527 c.p. non è necessaria la prova dell'effettiva masturbazione, ma è sufficiente, invece, la prova di una masturbazione ostentata, già come tale costituente manifestazione di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26388 del 11 giugno 2004
«Il criterio di distinzione tra il reato di atti osceni e quello di atti contrari alla pubblica decenza va individuato nel contenuto più specifico del delitto di atti osceni che si richiama alla verecondia sessuale, rispetto al contenuto del reato...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9435 del 7 settembre 1995
«L'esibizione ostentata verso una donna del pene maschile, avente il fine di un soddisfacimento erotico dell'agente, integra il reato di atti osceni, di cui all'art. 527 c.p., e non già quello di atti contrari alla pubblica decenza, di cui all'art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5308 del 7 giugno 1984
«In tema di spettacoli osceni, le riprese di un'opera cinematografica non possono in alcun modo costituire, prima del montaggio, l'elemento materiale del reato previsto dall'art. 528 c.p., in quanto ancora è ignoto se il regista le utilizzerà nella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26925 del 4 luglio 2001
«L'art. un. della legge 17 luglio 1975, n. 355, nello stabilire la non punibilità di titolari e addetti alla rivendita di giornali e riviste per i reati di cui agli artt. 528 e 725 c.p. quando essi si limitino a detenere, rivendere ed esporre,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3493 del 15 aprile 1985
«Agli effetti della nozione di osceno ai fini penali, di cui all'art. 529 c.p., atti ed oggetti si equivalgono, sicché è arbitraria l'adozione di un criterio meno restrittivo nel giudizio di oscenità di un oggetto, di quello che dovrebbe darsi in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37395 del 23 settembre 2004
«La condotta vietata dall'art. 609 bis c.p. ricomprende oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo, ancorché fugace ed estemporaneo, tra soggetto attivo e soggetto passivo, ovvero in un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1121 del 30 giugno 1967
«Il pubblico scandalo, che l'art. 564 c.p. richiede per la perfezione del reato di incesto e che deve individuarsi nel profondo senso di turbamento e disgusto diffusosi in un numero indeterminato di persone e nella connessa reazione morale per il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1076 del 24 giugno 1966
«Il pubblico scandalo costituisce una condizione obiettiva di punibilità dell'incesto, indipendente dalla volontà dei colpevoli. Volontario deve essere il modo con cui è commesso l'incesto, e cioè il comportamento, anche incauto, dei soggetti, dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5356 del 4 febbraio 2003
«Il reato di alterazione di stato di cui all'art. 567, comma 2 c.p. si commette nella formazione dell'atto di nascita. Pertanto, le false dichiarazioni incisive sullo stato civile di una persona, rese quando l'atto di nascita è già formato, esulano...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9759 del 13 ottobre 1992
«Allorché sia concretamente provata l'intervenuta sottrazione agli obblighi di sostentamento, incombe all'inadempiente l'onere di dimostrare che l'omissione contestata sia derivata da cause indipendenti dalla sua volontà.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2824 del 2 marzo 1999
«L'art. 12 sexies della legge n. 898/70, che in materia di divorzio prevede l'applicazione delle pene di cui all'art. 570 c.p. per il coniuge che si sottrae all'obbligo di corresponsione dell'assegno dovuto a norma degli artt. 5 e 6 della stessa...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3038 del 26 gennaio 1985
«Poiché sul coniuge divorziato non incombe alcun obbligo, penalmente sanzionato, di assistenza materiale e morale nei confronti dell'altro coniuge, ma solo l'eventuale obbligazione civile di corrispondergli l'assegno di sostentamento stabilito in...»
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Corte costituzionale, ordinanza n. 27 del 17 febbraio 1971
«È manifestamente infondata — ai sensi degli artt. 26 comma primo della L. 11 marzo 1953, n. 87 e 9 comma secondo delle norme integrative per i giudizi davanti alla Corte cost. 16 marzo 1956 — la questione di legittimità costituzionale dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4904 del 16 maggio 1996
«Alla luce della concezione personalistica e pluralistica della Costituzione, del riformato diritto di famiglia e della Convenzione di New York del 20 novembre 1989 sui diritti del fanciullo, non può più ritenersi lecito l'uso sistematico della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37019 del 26 settembre 2003
«Nel reato di maltrattamenti di cui all'art. 572 c.p. l'oggetto giuridico non è costituito solo dall'interesse dello Stato alla salvaguardia della famiglia da comportamenti vessatori e violenti, ma anche dalla difesa dell'incolumità fisica e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3032 del 13 marzo 1987
«Ai fini della sussistenza del delitto di maltrattamenti in famiglia, di cui all'art. 572 c.p., è particolarmente rigoroso per il giudice l'obbligo della motivazione, poiché occorre dimostrare che tutti i fatti sono tra loro connessi e cementati in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16094 del 27 aprile 2012
«Le pratiche persecutorie realizzate ai danni del lavoratore dipendente e finalizzate alla sua emarginazione (cosiddetto "mobbing") possono integrare il delitto di maltrattamenti in famiglia esclusivamente qualora il rapporto tra il datore di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27469 del 7 luglio 2008
«In tema di reato di maltrattamenti, rientra nel rapporto d'autorità di cui all'art. 572 c.p. il rapporto intersoggettivo che si instaura tra datore di lavoro e lavoratore subordinato in quanto caratterizzato dal potere direttivo e disciplinare che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8396 del 12 settembre 1996
«Nello schema del delitto di maltrattamenti in famiglia non rientrano soltanto le percosse, le lesioni, le ingiurie, le minacce e le privazioni e le umiliazioni imposte alla vittima, ma anche gli atti di disprezzo e di offesa alla sua dignità, che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7651 del 1 agosto 1996
«Richiedere abitualmente il compimento di atti sessuali contro natura alla convivente in rapporto di coppia, di cui si conosca l'indisponibilità, benché la donna resista ed esiga rispetto e benché al rifiuto della stessa talora segua offerta di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1857 del 10 febbraio 1990
«La cessazione del rapporto di convivenza non influisce sulla configurabilità del delitto di maltrattamenti in famiglia, la cui consumazione può aver luogo anche nei confronti di persona non convivente con l'imputato quando essa sia unita...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7787 del 1 ottobre 1983
«Nello schema del delitto di maltrattamenti in famiglia rientrano non soltanto le percosse, le minacce, le ingiurie e le privazioni imposte alla vittima, ma anche gli atti di scherno, di disprezzo, di umiliazione, di vilipendio e di asservimento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8592 del 3 marzo 2010
«Ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 572 c.p., lo stato di sofferenza e di umiliazione delle vittime non deve necessariamente collegarsi a specifici comportamenti vessatori posti in essere nei confronti di un determinato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7756 del 18 agosto 1993
«Il delitto di cui all'art. 578 c.p. nella sua attuale formulazione dopo la modifica intervenuta con l'art. 2, L. 5 agosto 1981, n. 442, si differenzia da quello di omicidio ex art. 575 stesso codice perché richiede non solo che la morte del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2148 del 31 gennaio 2014
«Il coerede che abbia goduto in via esclusiva dei beni ereditari è obbligato, agli effetti dell'art. 723 cod. civ., per il fatto oggettivo della gestione, sia al rendiconto che a corrispondere i frutti agli altri eredi a decorrere dalla data di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1367 del 6 febbraio 1987
«L'azione violenta diretta a ledere l'integrità fisica della vittima non comporta la lesione della sua sfera psichica, annullandone la capacità di autodeterminazione. Diversamente, l'inevitabile costrizione a subire l'azione violenta insita nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8848 del 5 agosto 1992
«Il solo fatto che una notizia sia stata riferita in forma dubitativa non è sufficiente ad escludere l'idoneità a ledere la reputazione altrui. Anche le espressioni dubitative, come quelle insinuanti, allusive, sottintese, ambigue, suggestionanti,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7305 del 28 marzo 2014
«In tema di azioni a difesa della proprietà, le difese di carattere petitorio opposte, in via di eccezione o con domande riconvenzionali, ad un'azione di rilascio o consegna non comportano - in ossequio al principio di disponibilità della domanda e...»