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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19230 del 4 settembre 2009
«È affetto da carenza assoluta di motivazione, denunciabile con ricorso straordinario per cassazione ex art. 111 Cost., il decreto con cui il tribunale fallimentare liquidi il compenso a due curatori succedutisi nel corso della procedura,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1504 del 13 febbraio 1991
«Il curatore del fallimento, il quale, residente in un luogo compreso nel circondario, ma diverso dal capoluogo in cui vi è la sede del tribunale fallimentare, si rechi, a motivo del suo ufficio, presso detto tribunale o in altri luoghi di quel...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18916 del 31 agosto 2010
«I decreti con cui il tribunale fallimentare concede o rifiuta gli acconti richiesti dal curatore sul compenso, sono espressione di un potere discrezionale ed intervengono in una fase processuale anteriore alla presentazione ed approvazione del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12398 del 20 novembre 1992
«Il principio per cui, in caso di conflitto d'interessi tra rappresentante in giudizio e rappresentato, va nominato a quest'ultimo un curatore speciale, ha validità generale e comprende tutti i casi in cui vi sia un contrasto tra un centro autonomo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15298 del 29 novembre 2000
«Il principio della immutabilità del giudice istruttore sancito dall'art. 374 c.p.c. non trova applicazione nei procedimenti collegiali (come i procedimenti in camera di consiglio), nei quali, mancando una fase istruttoria, non viene nominato un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10987 del 10 giugno 2004
«Il decreto del tribunale fallimentare che, con riguardo a fallimento revocato, provvedendo sull'istanza del curatore di liquidare il suo compenso ponendolo a carico del creditore che aveva richiesto il fallimento ovvero a carico del fallito,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3274 del 10 febbraio 2011
«Il procedimento per l'omologazione del concordato fallimentare - come disciplinato dall'art. 129 legge fall., nel testo introdotto dal d.l.vo 9 gennaio, n. 5 - non prevede l'impulso d'ufficio, bensì l'iniziativa di parte, mediante ricorso ex art....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14624 del 17 giugno 2010
«È inammissibile il ricorso per cassazione proposto dal legale rappresentante di una società fallita contro una sentenza pronunciata nei confronti del curatore del fallimento e da costui non impugnata, in quanto il fallito, privato dalla legge...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7564 del 14 agosto 1996
«È inammissibile il ricorso per cassazione proposto, ex art. 111 Cost., nei confronti del decreto con il quale il tribunale respinge la richiesta del fallito di recarsi all'estero per motivi di lavoro (art. 49 legge fall.) e, in subordine, di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4602 del 2 agosto 1984
«La notificazione dell'impugnazione presso il procuratore costituito, che non sia possibile eseguire nella residenza (od ufficio presso altro procuratore) nel capoluogo del circondario del tribunale cui è assegnato, come prescritto dall'art. 10 del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9218 del 23 ottobre 1996
«L'esigenza di assicurare l'esercizio del diritto di difesa dell'imprenditore prima della dichiarazione di fallimento comporta l'obbligo del tribunale fallimentare di disporne la previa comparizione in camera di consiglio (come previsto dall'art....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7978 del 18 luglio 1991
«I termini per comparire in giudizio stabiliti dall'art. 163 bis c.p.c. sono fissati in relazione non ai possibili luoghi della notificazione bensì al luogo in cui la notificazione stessa sia realmente e validamente eseguita. Pertanto, nel caso in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5910 del 9 novembre 1981
«Nel giudizio di appello si applica lo stesso termine di comparizione che, avuto riguardo alla distanza tra il luogo di comparizione e quello di notificazione, dovrebbe applicarsi, ai sensi dell'art. 163 bis c.p.c., se il giudizio di svolgesse in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1938 del 9 marzo 1990
«Il decreto del presidente del tribunale di abbreviazione dei termini di comparizione (art. 163 bis, comma secondo, c.p.c.) — per la cui pronuncia basta la sussistenza di una ragione di opportunità che della causa sia sollecitamente investito il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 689 del 4 febbraio 1986
«Il provvedimento con il quale il presidente del tribunale, in calce alla citazione introduttiva, disponga l'abbreviazione dei termini di comparizione, nell'esercizio dei poteri conferitigli dall'art. 163 bis c.p.c., non contiene un'implicita...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10975 del 3 novembre 1998
«Nell'ipotesi in cui sia necessario procedere all'anticipazione di un'udienza di discussione già fissata (nella specie in appello) e non esista ancora un collegio designato (e quindi, a fortiori, non esista un presidente di detto collegio, nella...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 26901 del 20 giugno 2013
«In tema di sequestro probatorio, la mancata indicazione, nel decreto del pubblico ministero che lo dispone o lo convalida, del reato in relazione al quale il provvedimento è adottato, non costituisce una carenza motivazionale alla quale possa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36775 del 25 settembre 2003
«...del Tribunale del riesame che, nel ritenere inammissibile per carenza di interesse la richiesta di riesame proposta dell'indagato, aveva omesso di svolgere la richiesta attività di controllo sulla sussistenza del fumus commissi delicti).»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3694 del 16 dicembre 1999
«Il tribunale del riesame deve, nell'ambito degli elementi di fatto indicati dall'accusa, verificare la loro congruità, ai fini della legittimità del provvedimento di sequestro, essendogli inibito l'espletamento di una attività dimostrativa della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1887 del 31 luglio 1998
«In materia di sequestro probatorio la verifica, da parte del Tribunale del riesame e della Cassazione, delle condizioni di legittimità del decreto che lo ha disposto non può tradursi in una anticipata decisione della questione di merito,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 731 del 9 aprile 1998
«In sede di riesame del sequestro probatorio, il tribunale deve limitarsi a stabilire l'astratta configurabilità del reato ipotizzato; tale astrattezza, però, non limita i poteri del giudice (nel senso che questi debba esclusivamente «prendere atto...»
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Corte costituzionale, sentenza n. 144 del 18 luglio 1973
«Anche le funzioni direttive dei capi degli uffici giudiziari sono state attribuite dalla legge e, quindi, non derogano al principio sancito dall'art. 101 della Costituzione. In conseguenza non è fondata la questione di legittimità costituzionale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1197 del 16 febbraio 1996
«Il presidente della corte o del tribunale, nel discrezionale apprezzamento delle esigenze di servizio e del buon andamento del medesimo, ha il potere-dovere di assegnare un procedimento civile ad una sezione diversa da quella cui era stato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11688 del 26 novembre 1993
«Il presidente del tribunale o della corte, nel discrezionale apprezzamento delle esigenze di servizio e del buon andamento del medesimo, è titolare del potere-dovere di sottrarre un procedimento civile alla sezione cui lo aveva precedentemente...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 40701 del 14 novembre 2001
«In tema di sospensione dei termini della custodia cautelare per la particolare complessità del dibattimento, il giudice non può decidere sulla sola istanza del pubblico ministero, ma deve sentire anche il difensore o comunque porlo nella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 687 del 11 giugno 1994
«La decisione sulla richiesta di proroga della custodia cautelare non presuppone — in entrambe le ipotesi di cui all'art. 305 c.p.p. — l'osservanza delle forme previste dall'art. 127 dello stesso codice. Il diritto di difesa dell'indagato è,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 19583 del 22 maggio 2002
«L'omessa o tardiva trasmissione al tribunale del riesame della richiesta di misura cautelare personale non determina la perdita di efficacia del provvedimento coercitivo a norma dell'art. 309, commi 5 e 10, c.p.p., in quanto si riferisce ad un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5561 del 11 marzo 1994
«La nullità concernente il mancato avviso al difensore della richiesta del pubblico ministero di proroga dei termini di custodia cautelare dell'indagato è a regime intermedio, e pertanto va eccepita, al più tardi, nel giudizio d'appello dinanzi al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4354 del 9 novembre 1994
«Il pubblico ministero ha l'onere, nell'avanzare richiesta di proroga della custodia cautelare, ai sensi dell'art. 305, secondo comma, c.p.p., di indicare le ragioni specifiche sulle quali detta richiesta si fonda. Ove a tale onere egli non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1754 del 17 agosto 1993
«In tema di proroga della custodia cautelare, la nuova disciplina di cui all'art. 305 c.p.p. trova applicazione soltanto nei procedimenti iniziati dopo l'entrata in vigore del codice di rito del 1988 o sotto la vigenza di quello abrogato, ma...»