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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11616 del 26 ottobre 1992
«Il danno per inabilità permanente non coincide automaticamente con la proporzionale riduzione del reddito di lavoro percepito dal danneggiato ma deve essere in concreto accertato, anche per via presuntiva, sulla base della differenza tra i redditi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8177 del 6 ottobre 1994
«Nell'ipotesi di lesioni personali seguite, dopo apprezzabile lasso di tempo, dalla morte ad esse conseguente, debbono essere distinti i danni subiti dal soggetto passivo delle lesioni, cui compete il diritto al risarcimento del danno iure proprio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3477 del 29 novembre 1971
«Nella liquidazione del danno patrimoniale derivante dalla morte di congiunti, basata sulle tariffe per la costituzione delle rendite vitalizie immediate approvate con R.D. 9 ottobre 1922, n. 1403, non è applicabile la detrazione per il cosiddetto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9091 del 13 maggio 2004
«La parte adempiente che chiede la risoluzione del contratto preliminare di compravendita per inadempimento del promittente venditore ha diritto sia alla restituzione della somma pagata in conto prezzo, in virtù dell'efficacia retroattiva della...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8520 del 5 aprile 2007
«Il risarcimento del danno da fatto illecito costituisce debito di valore e, in caso di ritardato pagamento di esso, gli interessi non costituiscono un autonomo diritto del creditore, ma svolgono una funzione compensativa tendente a reintegrare il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1087 del 18 gennaio 2007
«Soltanto gli interessi compensativi sulle somme liquidate a titolo di risarcimento da atto illecito, costituendo una componente del risarcimento del danno, possono essere attribuiti anche in assenza di espressa domanda della parte creditrice,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15823 del 28 luglio 2005
«Nell'obbligazione risarcitoria (che costituisce debito di valore in quanto diretta alla reintegrazione del danneggiato nella stessa situazione patrimoniale nella quale si sarebbe trovato se il danno non fosse stato prodotto) il principale mezzo di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 491 del 18 gennaio 2000
«Sulle somme di danaro liquidate a titolo di risarcimento danni decorrono gli interessi di pieno diritto fino al saldo e pertanto il giudice non può limitarne l'attribuzione al giorno della sentenza.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10433 del 5 dicembre 1994
«Gli interessi legali sull'equivalente monetario del danno decorrono di diritto e ben può il giudice attribuirli d'ufficio senza una specifica domanda della parte e senza incorrere nel vizio di ultrapetizione quando questa abbia chiesto l'integrale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1047 del 2 marzo 1978
«Mentre gli interessi di mora, configuranti il risarcimento del danno cagionato dall'inadempimento colpevole di obbligazione pecuniaria, si ricollegano ad un titolo e ad una domanda autonoma rispetto a quella inerente all'obbligazione principale,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1067 del 24 marzo 1976
«Gli interessi compensativi si differenziano sia da quelli moratori che da quelli corrispettivi poiché non sono ancorati né alla mora né alla scadenza di un'obbligazione pecuniaria, ma mirano unicamente a compensare il creditore per il mancato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1175 del 24 aprile 1974
«Gli interessi sulle somme liquidate a titolo di danni causati da fatto illecito hanno natura compensativa, e non moratoria, per cui decorrono non dalla costituzione in mora, ma dalla data in cui l'evento ebbe a verificarsi. Soltanto nell'ipotesi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9376 del 24 settembre 1997
«Poiché la rivalutazione ha la funzione di adeguare il quantum di una prestazione risarcitoria al valore del bene perduto dal danneggiato, da un lato anche il danno biologico e quello morale sono suscettivi di valutazione all'attualità, ossia al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15822 del 28 luglio 2005
«In tema di liquidazione del danno alla persona, qualora la vittima dell'illecito, a causa dell'invalidità dallo stesso derivata, abbia perduto in tutto o in parte il proprio reddito da lavoro e la prospettiva di futuri guadagni, ma abbia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8062 del 14 giugno 2001
«Nella concreta determinazione del danno risarcibile, è consentito al giudice di tener conto degli aspetti positivi derivanti come conseguenza immediata dalla disposta reintegrazione del diritto offeso, ove questa vada oltre il risarcimento della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6996 del 24 giugno 1993
«Nella liquidazione del danno da fatto illecito il giudice deve determinare il pregiudizio subito dal danneggiato con riferimento al momento in cui la liquidazione viene fatta, in modo che, trattandosi di debito di valore, venga reintegrata per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9528 del 22 dicembre 1987
«Perché possa operare la compensatio lucri cum damno è necessario che il pregiudizio e l'incremento patrimoniale dipendano dallo stesso fatto illecito, che si presentino, cioè, come effetto del medesimo fatto avente in sé l'idoneità a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11571 del 17 novembre 1998
«La conversione del debito di valore in debito di valuta per effetto della liquidazione effettuata dalla sentenza di secondo grado determina il diritto del danneggiato agli interessi legali sulla somma riconosciuta, con decorrenza dalla data della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2314 del 19 giugno 1976
«La mancata impugnazione, da parte dell'attore, della sentenza che, riconoscendo in suo favore una determinata somma di denaro, abbia omesso di pronunciare sulla richiesta accessoria di corresponsione degli interessi sulla somma medesima, preclude...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13923 del 16 giugno 2006
«Ai sensi dell'art. 1224, secondo comma, c.c., ai fini della configurabilità del diritto al risarcimento del maggior danno derivante dal ritardato pagamento di un debito pecuniario è sufficiente — fatto salvo l'onere a carico del creditore di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2803 del 5 aprile 1990
«In tema di obbligazioni pecuniarie, il debito degli interessi «moratori», alla cui sussistenza è correlata la risarcibilità del «maggior danno» (art. 1224 c.c.), non coperto da detti interessi, presuppone l'esistenza di un'obbligazione, ma trova...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 163 del 16 gennaio 1989
«Il danno, che il creditore di somma di danaro deduca d'aver subito, per il ritardo con cui ne è stato accertato il diritto a cagione della resistenza frapposta in giudizio dal debitore ancorché con dolo o colpa grave, deve essere considerato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10607 del 30 aprile 2010
«In tema di responsabilità aquiliana, il nesso causale è regolato dai principi di cui agli artt. 40 e 41 c.p., per i quali un evento è da considerare causato da un altro se, ferme restando le altre condizioni, il primo non si sarebbe verificato in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16202 del 18 novembre 2002
«L'esercizio del potere discrezionale di liquidare il danno in via equitativa, conferito al giudice dagli artt. 1226 e 2056 c.c., espressione del più generale potere di cui all'art. 115 c.p.c., dà luogo non già ad un giudizio di equità, ma ad un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13469 del 16 settembre 2002
«In tema di risarcimento danni, qualora la peculiare natura del pregiudizio lamentato dall'attore (e ritenuto esistente, sotto il profilo dell' an debeatur , dal giudice di merito) renda impervia ovvero impossibile la prova concreta del suo preciso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1799 del 18 febbraio 1995
«Il potere di emettere una decisione secondo equità, previsto dall'art. 114 c.p.c., si distingue dal potere di liquidare il danno in via equitativa a norma dell'art. 1226 c.c., in quanto mentre il primo presuppone l'istanza delle parti ed importa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1055 del 16 marzo 1977
«La valutazione equitativa del danno presuppone che questo, pur non essendo provato nel suo preciso ammontare, sia certo nella sua esistenza ontologica. Se tale certezza non sussiste, il potere discrezionale del giudice di merito, nonostante...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3794 del 15 febbraio 2008
«Il pegno di un libretto di deposito bancario al portatore, costituito a favore della banca depositaria che lo ha emesso, si configura come pegno irregolare soltanto allorché sia conferita espressamente alla banca la facoltà di disporre del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11202 del 27 dicembre 1994
«La formulazione dell'art. 2056 c.c. — il quale, per la determinazione del risarcimento da illecito extracontrattuale, richiama, al comma 1, anche la disposizione dell'art. 1226 (valutazione equitativa del danno), aggiungendo, al comma 2, che il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23725 del 16 settembre 2008
«Il danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentale, in quanto ontologicamente diverso dal danno morale soggettivo contingente, può essere riconosciuto a favore dei congiunti unitamente a quest'ultimo, senza che ciò implichi, di per sé,...»