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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 414 del 7 maggio 1992
«L'istanza di restituzione della cosa sequestrata, qualora si tratti di provvedimento probatorio, va formulata, avvalendosi del procedimento di cui all'art. 263 c.p.p. In tal caso va seguito il rito camerale di cui all'art. 127 ed avverso...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8588 del 27 febbraio 2008
«In tema di disciplina di rogatorie dall'estero, nel caso l'autorità giudiziaria estera consenta alla trasmissione diretta all'autorità giudiziaria italiana della relativa documentazione e le rispettive autorità centrali di governo nulla osservino...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6 del 8 maggio 2000
«Ai fini dell'acquisizione dei tabulati contenenti i dati esterni identificativi delle comunicazioni telefoniche conservati in archivi informatici dal gestore del servizio è sufficiente il decreto motivato dell'autorita giudiziaria, non essendo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5655 del 13 giugno 1997
«In tema di intercettazioni telefoniche, la durata delle operazioni di intercettazione, entro i limiti previsti dalla legge, è rimessa esclusivamente al pubblico ministero, come espressamente previsto dall'art. 267, comma terzo, c.p.p., secondo cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1592 del 1 giugno 1998
«In tema di proroga delle intercettazioni di comunicazioni o conversazioni telefoniche di cui all'art. 267, comma 3, c.p.p., il provvedimento del Gip, implicando una valutazione della necessità di comprimere per un ulteriore termine la sfera di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6365 del 25 giugno 1996
«Al giudice per le indagini preliminari non compete fissare la durata delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni; l'erroneità di tale fissazione, tuttavia, non è sanzionata né sotto il profilo della nullità né sotto quello...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5415 del 11 maggio 1995
«Il limite di durata apposto dall'art. 267, comma terzo, c.p.p., alle operazioni di intercettazione telefonica riguarda, non soltanto quelle direttamente disposte dal P.M., senza previa autorizzazione e salvo convalida, ma anche quelle autorizzate...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5928 del 11 giugno 1993
«In tema di intercettazioni telefoniche, la durata dell'operazione è rimessa al pubblico ministero richiedente, come espressamente previsto nel terzo comma dell'art. 267 c.p.p. nel quale si riservano alla parte «le modalità e la durata delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1868 del 21 maggio 1993
«Durante le indagini preliminari nessuno assume la qualità di testimone: al pubblico ministero sono fornite solo informazioni o dichiarazioni (artt. 362 e 500 c.p.p.; art. 371 bis c.p.). Pertanto, non si applicano le regole stabilite dall'art. 499...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 287 del 7 marzo 2000
«In tema di sequestro probatorio, l'organo deputato alla esecuzione del provvedimento di dissequestro disposto dal giudice è il pubblico ministero, in base alla disposizione generale dettata dall'art. 655, comma 1, c.p.p. La competenza del giudice...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 26015 del 25 giugno 2001
«In tema di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, all'eventuale mancata specificazione, nel decreto del P.M. emesso in via di urgenza, della durata delle operazioni a norma dell'art. 267, comma 3, c.p.p., sopperisce l'indicazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44365 del 27 novembre 2008
«In tema di intercettazioni telefoniche, alle eventuali oggettive difficoltà della parte interessata nella produzione degli elementi attestanti l'inutilizzabilità dei risultati delle intercettazioni disposte in altro procedimento, dovute alla...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 31 maggio 1996
«L'inutilizzabilità dei risultati delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni ha rilievo anche nel procedimento cautelare, poiché la sanzione processuale colpisce i risultati viziati del mezzo di ricerca della prova in quanto tali, in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 18103 del 16 aprile 2003
«È configurabile il tentativo di favoreggiamento personale — il cui iter esecutivo è frazionabile — quando si pongono in essere atti preparatori ma l'azione diretta ad aiutare taluno ad eludere le investigazioni a sottrarsi alle ricerche della...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2006 del 2 settembre 1996
«In tema di misure cautelari, i gravi indizi di colpevolezza che giustificano l'emissione della misura possono essere legittimamente tratti da un giudizio ragionevolmente probabilistico che tenga conto delle massime di esperienza, cioè della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 303 del 11 marzo 1994
«Il termine «indizi» ha valore e significato diversi, secondo che con esso si voglia far riferimento agli elementi di prova necessari e sufficienti per affermare la responsabilità di un soggetto in ordine a reati ascrittigli, ovvero a quelli...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3497 del 30 agosto 1997
«La proroga di diritto del termine, stabilito a giorni, che scada in giorno festivo non si applica ai termini dilatori computabili a giorni liberi come quello stabilito dall'art. 309 comma 8 c.p.p. per la notifica dell'avviso della data...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1737 del 10 maggio 1995
«Ai fini della emissione di una misura cautelare per il reato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso i gravi indizi di colpevolezza possono essere legittimamente costituiti dalle dichiarazioni di più collaboranti che reciprocamente si...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1149 del 13 gennaio 2009
«Le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia oltre il termine di centottanta giorni dalla manifestazione della volontà di collaborare sono utilizzabili nella fase delle indagini preliminari, in particolare ai fini della emissione delle...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1150 del 13 gennaio 2009
«Le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato alla polizia giudiziaria, disciplinate dall'art. 350, comma settimo, c.p.p., sono pienamente utilizzabili nella fase delle indagini preliminari.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 49523 del 14 novembre 2001
«In tema di interrogatorio di persona in stato di custodia cautelare, il comma 4 dell'art. 294 c.p.p. non indica alcun termine tassativo per l'avviso al difensore prima del compimento dell'atto, limitandosi a richiederne la tempestività, in modo da...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3900 del 12 novembre 1997
«In tema di applicazione delle misure cautelari, l'esigenza di salvaguardia da inquinamento l'acquisizione e la genuinità della prova non si esaurisce con la chiusura delle indagini preliminari o con la conclusione del giudizio di primo grado....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1428 del 25 maggio 1992
«In tema di misure cautelari, il pubblico ministero ha interesse ad impugnare il provvedimento del Gip che ritenga sussistente l'esigenza cautelare di cui all'art. 274, primo comma, lettera a), c.p.p. ma non anche quella di cui alla lettera c) di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 982 del 22 marzo 1999
«In tema di misure cautelari, la determinazione della durata delle stesse è necessaria solo nel caso in cui il provvedimento restrittivo venga emesso unicamente per tutelare la genuinità della prova e non anche quando detta esigenza sia concorrente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1441 del 31 maggio 2000
«A seguito dell'entrata in vigore della L. 12 luglio 1999, n. 231, (che ha modificato l'art. 275 c.p.p., introducendo nella disposizione, fra gli altri, i commi 4 bis e 4 ter), se la persona sottoposta a custodia cautelare sia affetta da malattia...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 10 marzo 1999
«In tema di misure coercitive, ove il giudice non ritenga di accogliere, sulla base degli atti, la richiesta di revoca o di sostituzione della custodia cautelare in carcere basata sulla prospettazione di condizioni di salute incompatibili con lo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 634 del 12 gennaio 2009
«In tema di misure cautelari, il divieto di disporre la custodia cautelare in carcere nei confronti della madre di prole d'età inferiore a tre anni ovvero del padre, nel concorso delle condizioni di cui all'art. 275, comma quarto, c.p.p., vige, per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21487 del 28 maggio 2008
«In caso di trasgressione alle prescrizioni degli arresti domiciliari, concernenti il divieto di allontanarsi dal luogo di detenzione per ragioni diverse da quelle autorizzate, deve escludersi che la norma di cui all'art. 276, comma primo ter,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 780 del 21 marzo 2000
«Nel caso di trasgressione alle prescrizioni inerenti ad una misura cautelare applicata nel contesto di una scarcerazione per decorrenza del termine massimo di custodia cautelare, il ripristino della custodia in carcere è subordinato, a norma...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7530 del 26 febbraio 2002
«Il termine di durata massima della custodia cautelare relativamente alla fase del giudizio di primo grado va calcolato, qualora detta fase si sia conclusa con sentenza di assoluzione per il più grave dei reati per i quali l'imputato è stato tratto...»