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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 17 del 21 settembre 2000
«In tema di intercettazione, captazione e registrazione di colloqui telefonici o tra presenti, ovvero di flussi di comunicazioni informatici o telematici, una volta concluso il subprocedimento di ascolto, selezione e acquisizione delle...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1153 del 13 gennaio 2009
«L'inutilizzabilità dei risultati delle intercettazioni, accertata nel giudizio penale di cognizione, ha effetti anche nel giudizio promosso per ottenere la riparazione per ingiusta detenzione.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1161 del 10 gennaio 2008
«L'inutilizzabilità delle intercettazioni nel giudizio di cognizione non preclude la loro utilizzabilità nel processo di prevenzione, se non in presenza di vizi tali da determinarne una patologica inutilizzabilità, come accade ad esempio quando...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 31986 del 26 settembre 2002
«Il comma 1 bis dell'art. 273 c.p.p., introdotto dall'art. 11 della legge 1 marzo 2001 n. 63, secondo il quale, nella valutazione dei gravi indizi di colpevolezza richiesti per l'applicazione e il mantenimento di misure cautelari personali, trovano...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34534 del 24 settembre 2001
«Ne discende che, anche nel giudizio di legittimità, la gravità del quadro indiziario richiede, oltre alla credibilità intrinseca del dichiarante e l'oggettiva attendibilità di ogni singola dichiarazione, la verifica di riscontri «parzialmente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1219 del 4 aprile 1998
«La regola della devoluzione, propria del giudizio di appello nel processo di cognizione è applicabile anche all'appello nel procedimento de libertate. Ne consegue che al giudice della fase del gravame è precluso ogni esame dei punti della...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 10 marzo 1999
«In tema di misure coercitive, ove il giudice non ritenga di accogliere, sulla base degli atti, la richiesta di revoca o di sostituzione della custodia cautelare in carcere basata sulla prospettazione di condizioni di salute incompatibili con lo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4995 del 1 settembre 1998
«Nel secondo, contemplato dalle lettere c) e d) del cit. art. 303, deve invece aversi riguardo alla sanzione inflitta in concreto dal giudice della cognizione, senza possibilità di operare in seno alla stessa alcuna distinzione o specificazione,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 26 del 9 ottobre 2000
«Ne consegue che, nella fase del giudizio, la richiesta di adozione, modifica o revoca di una misura cautelare personale coercitiva deve essere esaminata e decisa dal tribunale in composizione monocratica o collegiale, dalla Corte d'assise, dalla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2736 del 4 settembre 1996
«La misura coercitiva del divieto di espatrio (art. 281 c.p.p.) può essere applicata, nelle ipotesi in cui si procede per uno dei delitti previsti dall'art. 280 c.p.p., quando — come si evince, nel silenzio della norma, dalla ratio che la ispira —...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2136 del 11 giugno 1999
«In tema di giudizio di appello, appartiene al giudice di secondo grado (ed anche al giudice di rinvio che debba decidere su di un appello in materia di provvedimenti restrittivi della libertà) il potere di sostituire, integrare e modificare la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3631 del 16 settembre 1994
«Il conflitto (negativo) insorto tra il giudice delle indagini preliminari, che abbia già emesso il decreto che dispone il giudizio ma sia ancora nel possesso degli atti (per gli adempimenti successivi), e il giudice del dibattimento, che non abbia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1204 del 23 agosto 1993
«In tema di impugnazioni avverso provvedimenti in materia cautelare, l'appello previsto dall'art. 310 c.p.p., a differenza del riesame, ha conservato la fisionomia tradizionale del mezzo di gravame, per cui i motivi (che debbono essere indicati...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4626 del 11 gennaio 1993
«La cognizione del giudice chiamato a decidere sull'appello proposto avverso l'ordinanza di rigetto della richiesta di revoca di una misura coercitiva, deve limitarsi a verificare la legittimità e la correttezza del giudizio che il giudice che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9037 del 7 settembre 1991
«In tal caso, infatti, l'incombente del «previo interrogatorio» richiesto dall'art. 302 precitato (da applicare in via di interpretazione estensiva o analogica) può considerarsi legittimamente adempiuto dall'esame dibattimentale svoltosi in primo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 335 del 8 maggio 1998
«In tema di impugnazioni di provvedimento impositivo di misura cautelare personale, il giudizio di appello è delimitato da due elementi nel senso che opera anzitutto l'effetto devolutivo, in ragione del quale la cognizione del giudice non può...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 19 gennaio 1999
«Devesi riscontrare, cioè, la corrispondenza della fattispecie astratta di reato ipotizzata dall'accusa al fatto per cui si procede, esulando da tale controllo la possibilità del concreto accertamento delle circostanaze di fatto su cui la stessa è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43913 del 13 novembre 2012
«In tema di appello cautelare, stante la natura devolutiva del giudizio, la cognizione del giudice è circoscritta entro il limite segnato non solo dai motivi dedotti dall'impugnante, ma anche dal "decisum" del provvedimento gravato, sicché con...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3418 del 21 luglio 1999
«In tema di procedimento di appello de libertate, in ragione della natura pienamente devolutiva del giudizio la cognizione del giudice è circoscritta entro il limite segnato non solo dai motivi dedotti dalla parte impugnante, ma anche dal decisum...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37026 del 29 settembre 2008
«In tema di riparazione per l'ingiusta detenzione, ai fini della valutazione circa la sussistenza del dolo o della colpa grave che ostano alla riparazione, il giudice può tener conto degli atti che nell'ambito del giudizio di cognizione sono...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5340 del 1 giugno 1999
«La fase monitoria del procedimento di ingiunzione non ha subito modifiche a seguito dell'entrata in vigore dell'attuale rito del lavoro (legge n. 533 del 1973), né le carenze della memoria di costituzione del giudizio di opposizione rispetto alle...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9 del 1 giugno 2000
«Poiché, in sede di incidente di esecuzione, l'accertamento del giudice di merito è limitato al controllo dell'esistenza e della legittimità del titolo esecutivo e poiché, dunque, rimane preclusa, per la avvenuta formazione del giudicato, ogni...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 431 del 18 marzo 1992
«Il controllo nel merito relativo ad un provvedimento di sequestro non esige la cognizione della sussistenza dei reati, essendo sufficiente la deliberazione prima facie che il fatto, per il quale si procede, sia preveduto dalla legge come reato....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1599 del 19 gennaio 2007
«Spetta al giudice dell'esecuzione, e non al giudice competente per la revisione, la cognizione dell'istanza difensiva proposta nell'esercizio dell'attività di investigazione preventiva e diretta all'autorizzazione per il prelievo di frammenti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 748 del 19 febbraio 1998
«In sede di esecuzione non sono deducibili questioni concernenti la fase della cognizione che in essa avrebbero dovuto essere denunziate con i mezzi di gravame disposti dalla legge. (Fattispecie relativa a eccepita nullità del decreto di citazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6808 del 8 marzo 1999
«Ed invero, il principio del contraddittorio, nella fase incidentale, è assicurato a tutti gli indagati i quali possono servirsi di propri consulenti tecnici che partecipano alle operazioni peritali prendendo cognizione diretta degli elementi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10795 del 22 settembre 1999
«Ai fini dell'individuazione dell'ambito di cognizione attribuito al giudice di secondo grado dall'art. 597, primo comma, c.p.p., per punto della decisione deve ritenersi quella statuizione della sentenza che può essere considerata in modo...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9616 del 11 novembre 1996
«Nel giudizio di appello con il rito camerale di cui all'art. 599 c.p.p., per la limitatezza di tale rito e per la mancanza di dibattimento, che esclude ogni possibilità di contestazione nuova del P.M., la corte di appello ha poteri ben limitati di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 8411 del 17 luglio 1998
«Poiché l'art. 597, terzo comma, c.p.p. non contempla, tra i provvedimenti peggiorativi inibiti al giudice d'appello nell'ipotesi di impugnazione proposta dal solo imputato, quelli concernenti le pene accessorie — le quali, secondo il disposto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4111 del 31 marzo 1999
«La cognizione del giudice di appello non è delimitata dalle specifiche domande che siano già state espressamente formulate nel dibattimento di primo grado, ma è delimitata, salvo quanto previsto dall'art. 597, comma 5, c.p.p., unicamente dai...»