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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2485 del 6 luglio 1992
«... Ogni altra causa di mancata applicazione della disciplina della continuazione non ne impedisce l'applicazione da parte del giudice dell'esecuzione, a cui spetta in definitiva la valutazione del complesso dei fatti giudicati con separate...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2015 del 3 dicembre 1997
«Ne consegue che detta confisca non può essere disposta in sede esecutiva, ai sensi dell'art. 676 c.p.p. (Nella specie la S.C., in applicazione di tale principio, ha ritenuto illegittimo il provvedimento con il quale, postulandosi la confiscabilità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6602 del 2 febbraio 1996
«Nel caso in cui l'ordine di esecuzione della pena divenuta definitiva sia stato sospeso dal P.M. in pendenza di una istanza di detenzione domiciliare ed il condannato permanga nel precedente stato di arresti domiciliari, competente a decidere su...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 26725 del 19 giugno 2013
«In tema di associazione per delinquere di stampo mafioso, non può invocarsi il principio del "ne bis in idem" quando la partecipazione all'associazione venga desunta anche dalla commissione di altro reato per il quale sia già intervenuta condanna...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7946 del 26 febbraio 2007
«...escludere che questi possa proporre ricorso avverso la decisione con la quale la suddetta Corte abbia reso definitiva la pronuncia dichiarativa della sussistenza delle condizioni per l'accoglimento della richiesta di estradizione. (Mass. redaz.).»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 30373 del 13 settembre 2006
«...rigettando o dichiarando inammissibile il ricorso, rende definitiva la sentenza di condanna. (Fattispecie in cui è stata esclusa la possibilità di esperire il ricorso straordinario ex art. 625 bis c.p.p. contro una sentenza in tema di revisione).»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 16103 del 30 aprile 2002
«In tema di correzione dell'errore di fatto, poiché la relativa richiesta è ammessa solo a favore del condannato e l'art. 625 bis c.p.p. ha natura di norma eccezionale, possono costituire oggetto dell'impugnazione straordinaria esclusivamente quei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4119 del 11 luglio 1985
«...la risoluzione del concordato fallimentare, non incide in via sostanziale e definitiva sul diritto del creditore, il quale può riproporre l'istanza di risoluzione, ovvero anche agire in sede ordinaria, con azione di accertamento o di condanna.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 24468 del 12 giugno 2009
«...connessa alla suddetta procedura concorsuale (art. 236, comma secondo, R.D. n. 267 del 1942). Conseguentemente, qualora sia intervenuta condanna definitiva per tale reato, il giudice dell'esecuzione è tenuto a revocare la relativa sentenza.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41136 del 19 novembre 2001
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 593 comma terzo c.p.p., come modificato dall'art. 18 della legge 24 novembre 1999 n. 468 (il quale ha previsto, tra l'altro, la inappellabilità delle sentenze di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 928 del 20 giugno 1998
«L'istituto della revoca della sentenza per abolitio criminis derivante da abrogazione o da declaratoria di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice, quale previsto dall'art. 673 c.p.p., non può trovare applicazione con riguardo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1819 del 7 giugno 1994
«Ove poi la sentenza di condanna sia stata confermata in impugnazione con una pronuncia definitiva, eguale rilevanza deve essere attribuita alla motivazione della sentenza di secondo grado, valorizzando gli apprezzamenti formulati in ordine alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7058 del 21 gennaio 1998
«La revoca della condanna definitiva prevista dall'art. 673 c.p.p. per l'ipotesi di abrogazione o di dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice si applica anche nel caso di norma incriminatrice contenuta in un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1542 del 20 agosto 1994
«Ove, dunque, ci si trovi in presenza di una condanna definitiva, la procedura prevista dall'art. 673 c.p.p. non può essere assimilata ad una impugnazione, per cui è da intendere precluso qualsiasi nuovo esame delle prove e degli elementi raccolti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24354 del 15 novembre 2006
«Ai sensi dell'art. 336 c.p.c., la riforma non soltanto pone nel nulla la sentenza non definitiva che ne costituisce l'oggetto immediato, ma estende i propri effetti ai provvedimenti ed agli atti dipendenti da quest'ultima, e quindi anche alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8829 del 13 aprile 2007
«...in conseguenza della riforma della sentenza, la quale, facendo venir meno ex tunc e definitivamente il titolo delle attribuzioni in base alla prima sentenza, impone di porre la controparte nella medesima situazione in cui si trovava in precedenza.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16121 del 22 luglio 2011
«...assorbito all'esito del giudizio di legittimità in cui, con la decisione definitiva, verranno individuate le effettive posizioni delle parti, quali vittoriose o soccombenti e potrà essere richiesta la liquidazione o la ripetizione delle spese.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13736 del 22 luglio 2004
«...d'appello, è il giudice di rinvio, la cui pronuncia è ricorribile in cassazione e non appellabile; nè il regime di impugnazione muta qualora il giudice di rinvio abbia adottato prima una sentenza parziale e poi quella definitiva del giudizio.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6077 del 16 giugno 1990
«Il giudice di rinvio, il quale ritenga definitivamente soccombente la parte vittoriosa in cassazione, non può condannare la controparte alla restituzione delle somme riscosse a titolo di spesa, in forza della sentenza cassata, ma deve detrarre...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2619 del 30 marzo 1990
«In tema di procedimento di convalida di sfratto, emessa dal giudice ordinanza di rilascio con riserva delle eccezioni del convenuto ai sensi dell'art. 665 c.p.c., la mancata riassunzione del giudizio nel termine perentorio fissato ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12859 del 19 novembre 1999
«In tema di provvedimenti cautelari, l'art. 669 septies c.p.c. (introdotto dalla legge n. 352 del 1990 e prevedente l'opportunità, ai sensi degli artt. 645 e seguenti c.p.c., della condanna alle spese contenute nell'ordinanza di rigetto), pur...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17266 del 23 luglio 2009
«Il provvedimento con cui, in sede di reclamo ai sensi dell'art. 669 terdecies c.p.c. ed in forza dell'art. 624, comma 2, c.p.c., come sostituito dall'art. 2, comma 3, lett. e), del D.L. n. 35 del 2005, convertito con modificazioni nella legge n....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2331 del 9 agosto 1973
«Il provvedimento, in forma di sentenza, con il quale il giudice, adito per un procedimento di istruzione preventiva, anziché limitarsi ad ammettere od a respingere, con decreto, inaudita altera parte, o con ordinanza, il mezzo istruttorio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 31004 del 27 luglio 2009
«...sofferta in regime detentivo differenziato ai sensi dell'art. 41-bis della L. 26 luglio 1975 n. 354 (cosiddetto ordinamento penitenziario) e la durata dell'isolamento diurno inflitto con la sentenza definitiva di condanna alla pena dell'ergastolo.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 22505 del 7 giugno 2002
«...tendenza a delinquere, come una condanna non definitiva per altri gravi reati, può essere assunta come elemento sintomatico della qualificata pericolosità sociale del soggetto, tale da giustificare la dichiarazione di abitualità nel delitto.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5404 del 23 gennaio 2001
«Le spese della custodia cautelare — che devono essere distinte da quelle di mantenimento in carcere del condannato in espiazione di pena definitiva, come si evince dal combinato disposto degli artt. 188, 189 nn. 2 e 3, 191 c.p., 692, commi 1 e 3,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3861 del 30 giugno 1997
«Il reato di favoreggiamento personale ha come presupposto la commissione, da parte di un altro soggetto, di un altro delitto per il cui accertamento siano in corso indagini, e si concreta con l'agevolazione prestata a sottrarsi alle indagini...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44898 del 7 dicembre 2005
«Il concorso formale tra il delitto di favoreggiamento personale (art. 378 c.p.) e quello di procurata inosservanza di pena (art. 390 c.p.), è ammissibile solo quando il soggetto favorito rivesta contemporaneamente la qualità di condannato in via...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7089 del 18 luglio 1997
«In tal caso il giudice non può applicare alla condanna già passata in giudicato la diminuzione della pena per un rito di un procedimento diverso né può riconsiderare e rideterminare ex art. 133 c.p. l'entità di quella pena definitiva, per il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2280 del 28 gennaio 1993
«...giudicato della sentenza di condanna alla quale si intende collegarlo; 2) il reato oggetto di pronuncia definitiva sia più grave rispetto a quello in esame, perché solo in tal caso è possibile mantenere ferma la pena già irrogata come pena base.»