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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10576 del 28 ottobre 1997
«Il riconoscimento dell'utilità dell'opera o della prestazione eseguita dal terzo, che costituisce requisito per l'esperibilità dell'azione di ingiustificato arricchimento nei confronti della pubblica amministrazione (e che, in ragione dei limiti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9447 del 21 aprile 2010
«Il funzionario o l'amministratore pubblici che abbiano attivato un impegno di spesa per l'ente locale senza l'osservanza dei controlli contabili relativi alla gestione degli enti medesimi, rispondono - in base alla disciplina recata dai commi 3 e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4492 del 25 febbraio 2009
«In tema di risarcimento dei danni, l'art. 2044 cod. civ rinvia sostanzialmente, per la nozione di legittima difesa, quale situazione idonea ad escludere la responsabilità civile per fatto illecito, all'art. 52 cod. pen., che richiede la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23275 del 18 novembre 2010
«L'art. 2045 c.c., laddove riconosce in favore del danneggiato un'indennità nell'ipotesi in cui chi ha compiuto il fatto dannoso abbia agito in stato di necessità, ha una funzione surrogatoria od integratrice, avendo lo scopo di assicurare al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10571 del 19 luglio 2002
«L'art. 2045 c.c., il quale prevede che l'autore del fatto dannoso commesso in stato di necessità è tenuto a corrispondere una indennità al danneggiato, è applicabile anche nel caso di danno cagionato da incidente stradale, purché l'autore del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20359 del 21 ottobre 2005
«Ai fini del riconoscimento della sussistenza della responsabilità da atto illecito ricollegabile all'esercizio di attività pericolosa e del conseguente danno è necessaria l'esistenza del nesso di causalità tra l'attività pericolosa stessa e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15288 del 30 ottobre 2002
«In materia di responsabilità extracontrattuale, ai fini dell'applicazione dell'art. 2050 c.c. il giudizio di pericolosità eventuale dell'attività dev'essere dato secondo una prognosi postuma sulla base dell'esame delle circostanze di fatto che si...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 28042 del 25 novembre 2008
«L'azione di arricchimento senza causa ha carattere sussidiario ed è quindi inammissibile, ai sensi dell'art. 2042 cod. civ., allorché chi la eserciti, secondo una valutazione da compiersi in astratto e perciò prescindendo dalla previsione del suo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20747 del 3 ottobre 2007
«L'azione di arricchimento senza causa, ai sensi dell'art. 2041 c.c., ha carattere sussidiario e, quindi, non è proponibile quando il danneggiato può esercitare azioni tipiche per farsi indennizzare del pregiudizio subito; la valutazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17647 del 10 agosto 2007
«L'azione di arricchimento può essere proposta in via subordinata rispetto all'azione contrattuale proposta in via principale soltanto qualora l'azione tipica dia esito negativo per carenza ab origine dell'azione stessa derivante da un difetto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6647 del 9 maggio 2002
«L'azione di indebito arricchimento, ai sensi dell'art. 2042 c.c., ha carattere sussidiario e non è esercitabile quando il danneggiato possa esperire un'altra azione tipica nei confronti dell'arricchito o di altre persone che siano obbligate per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7285 del 8 agosto 1996
«La proponibilità dell'azione generale di arricchimento, la cui esperibilità va valutata in astratto, deve essere negata tutte le volte che il depauperato abbia a disposizione altra azione utile per farsi indennizzare del pregiudizio subito, a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26514 del 17 dicembre 2009
«Nelle cosiddette vendite "a catena" spettano all'acquirente due azioni: quella contrattuale, che sorge solo nei confronti del diretto venditore, in quanto l'autonomia di ciascun trasferimento non gli consente di rivolgersi contro i precedenti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10830 del 11 maggio 2007
«Se la parte che agisce in via risarcitoria deduce a sostegno della propria domanda fatti che possono indifferentemente comportare responsabilità contrattuale ed extracontrattuale, il suo esclusivo riferimento alle norme sulla responsabilità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7337 del 27 luglio 1998
«La tutela risarcitoria ex art. 2043 c.c. deve ammettersi anche con riguardo al pregiudizio patrimoniale sofferto dal titolare di diritti di credito, non trovando ostacolo nel carattere relativo di questi ultimi in considerazione della nozione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2577 del 6 marzo 1995
«È ipotizzabile il concorso tra responsabilità contrattuale e responsabilità extracontrattuale non solo quando lo stesso fatto è imputabile a più autori, a diversi titoli, ma anche quando in capo ad una stessa persona danneggiata sussiste una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19357 del 18 settembre 2007
«Ai fini della risarcibilità del danno patrimoniale conseguente alla riduzione della capacità lavorativa, il giudice, oltre a dover accertare in quale misura la menomazione fisica abbia inciso sulla capacità lavorativa specifica (e questa, a sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3634 del 3 maggio 1990
«Il lavoratore che, in conseguenza del fatto illecito del terzo, subisca lesioni alla persona non ha diritto, per il periodo di invalidità temporanea, al risarcimento del danno, se abbia continuato a percepire la precedente retribuzione e non provi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15499 del 6 dicembre 2000
«In tema di invalidità, qualora i postumi permanenti, anche se di modesta entità o micropermanenti ai fini della liquidazione del danno biologico, menomino la capacità lavorativa specifica e producano una corrispondente diminuzione della capacità...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 26972 del 11 novembre 2008
«Il danno non patrimoniale da lesione della salute costituisce una categoria ampia ed omnicomprensiva, nella cui liquidazione il giudice deve tenere conto di tutti i pregiudizi concretamente patiti dalla vittima, ma senza duplicare il risarcimento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14852 del 27 giugno 2007
«Il danno alla vita di relazione, consistente nella impossibilità o difficoltà per il danneggiato di reintegrarsi nei rapporti sociali e di mantenerli ad un livello normale, è risarcibile quale danno non patrimoniale all'interno della categoria non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15809 del 11 novembre 2002
«In materia di responsabilità civile, il pregiudizio alla vita di relazione costituisce un aspetto del danno biologico che, ove ritenuto nel caso concreto sussistente, va autonomamente valutato nella determinazione complessiva della somma da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12958 del 3 dicembre 1991
«Il danno alla vita di relazione, per i profili che non incidono sulla capacità di produrre un reddito, ancorché tenda ad essere assorbito dal danno alla salute (o biologico), tuttavia non si identifica del tutto con questo, atteso che tale danno...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11761 del 19 maggio 2006
«Nell'accezione generica di danno esistenziale, che non costituisce una specifica categoria di pregiudizio autonomamente risarcibile, confluiscono ipotesi non necessariamente previste per legge ed assume rilievo la situazione di danno non...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6572 del 24 marzo 2006
«Mentre il risarcimento del danno biologico è subordinato all'esistenza di una lesione dell'integrità psico-fisica medicalmente accertabile, il danno esistenziale - da intendere come ogni pregiudizio (di natura non meramente emotiva ed interiore,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6383 del 1 aprile 2004
«Qualora la lesione dell'integrità fisica e psichica si manifesti in forme suscettibili di alterare o deturpare l'aspetto esteriore della persona, pregiudicandola nei rapporti interpersonali, il giudice deve tenere conto di tale danno estetico in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8828 del 31 maggio 2003
«Il danno non patrimoniale da uccisione del congiunto non coincide con la lesione dell'interesse protetto, ma, in quanto danno-conseguenza, consiste in una perdita, ossia nella privazione di un valore (non economico, ma) personale, costituito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10898 del 25 luglio 2002
«In tema di risarcimento del danno patrimoniale conseguente alla morte dei genitori, qualora i figli, a seguito di detto evento, siano stati accolti dai nonni e questi abbiano provveduto alle spese di mantenimento, istruzione ed educazione dei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1646 del 14 febbraio 2000
«In tema di liquidazione del danno patrimoniale in favore dei genitori di un soggetto deceduto, qualora venga dedotto non già il generale pregiudizio inerente alla perdita della futura assistenza economica, che i genitori hanno ordinariamente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8717 del 4 ottobre 1996
«L'incidenza delle seconde nozze sul diritto al risarcimento del danno, spettante al coniuge di persona deceduta in un sinistro, deve essere valutata dal giudice di merito in concreto, con esclusione di ogni automatismo al fine di accertare in...»