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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25978 del 29 ottobre 2008
«In tema di revoca della sentenza dichiarativa di fallimento, a seguito di opposizione accolta per difetto dei presupposti di diritto sostanziale ovvero, come nella specie, per violazione di norme processuali, il fallito può chiedere, in entrambe...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4096 del 21 febbraio 2007
«La responsabilità del creditore istante per il fallimento del proprio debitore per i danni derivati dalla dichiarazione di fallimento di quest'ultimo configura una particolare applicazione, al processo fallimentare, dell'istituto della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12211 del 13 novembre 1992
«Le spese di procedura ed il compenso del curatore, che, ai sensi dell'art. 21, terzo comma, R.D. 16 marzo 1942, n. 267, sono poste dal creditore istante che è stato condannato ai danni per aver chiesto la dichiarazione di fallimento con colpa,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5934 del 15 giugno 1999
«Ove, in caso di revoca del fallimento, si intenda far valere la responsabilità del curatore collegata all'impulso processuale dallo stesso dato alla procedura, la fattispecie non si rende riconducibile né all'ambito della disciplina di cui...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10099 del 17 aprile 2008
«In caso d'intervenuta sentenza di revoca del fallimento, in assenza di colpa del creditore istante e con conseguente imposizione a carico dell'erario delle spese della procedura, nella vigenza dell'art. 21, secondo comma, legge fall., attualmente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18241 del 15 settembre 2005
«Nella ipotesi di revoca della sentenza dichiarativa di fallimento, in assenza di estremi di responsabilità a carico del creditore istante, a seguito della soppressione del ruolo degli amministratori giudiziari e del fondo speciale per il compenso...»
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Corte costituzionale, sentenza n. 302 del 22 novembre 1985
«Non sono fondate, in riferimento agli artt. 3, 23 e 36, comma 1, della Costituzione, sia la questione di legittimità costituzionale dell'art. 91, comma 2, R.D. 16 marzo 1942, n. 267, nella parte in cui non prevede che il compenso del curatore, in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1140 del 15 febbraio 1996
«La comunicazione degli atti processuali è regolata dall'art. 136 c.p.c. e dall'art. 45 att. stesso codice e non può essere sostituita, ai fini della decorrenza del termine d'impugnazione, dalla conoscenza di fatto del provvedimento; essa,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5220 del 7 marzo 2007
«Nel procedimento di reclamo ai sensi dell'art. 22 legge fall., la regolare instaurazione del contraddittorio è adeguatamente realizzata con la costituzione del debitore, senza che rilevino nè l'inesistenza della notificazione del decreto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16361 del 20 agosto 2004
«Nella procedura prefallimentare, quando il creditore istante fa ricorso alla notificazione a mezzo posta al debitore del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza di convocazione, l'obbligo corrispondente alla possibilità d'esercizio del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7795 del 22 ottobre 1987
«Il decreto con il quale la corte d'appello, in accoglimento del ricorso del creditore istante contro il provvedimento negativo dei primi giudici, rimette d'ufficio gli atti al tribunale per la dichiarazione di fallimento a norma del terzo comma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22476 del 29 novembre 2004
«In sede di reclamo avverso il decreto di rigetto del ricorso di fallimento, la Corte d'Appello, a seguito della dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'art. 22, legge fall., (corte cost., n. 328 del 1999), è tenuta a provvedere sulla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3490 del 24 marzo 1993
«Il decreto con il quale il tribunale fallimentare, in sede di reclamo ai sensi dell'art. 26 legge fallimentare, neghi, ad un creditore insinuato — ma non ammesso — al passivo, il diritto di proporre contestazioni a rendiconto predisposto dal...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15061 del 15 luglio 2005
«Il decreto del tribunale fallimentare che decide il reclamo avverso il provvedimento con il quale il giudice delegato, dopo la omologazione del concordato fallimentare, con assunzione degli obblighi da parte di un terzo, senza liberazione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10095 del 19 novembre 1996
«È affetto da nullità assoluta, rilevabile anche d'ufficio in ogni stato e grado del giudizio, il provvedimento collegiale che, pur avendo carattere sostanziale di sentenza, sia stato emesso nella forma del decreto (nella specie, ordinanza di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 23077 del 10 dicembre 2004
«Qualora, nel giudizio promosso dal curatore per il recupero di un credito contrattuale del fallito, il convenuto proponga domanda riconvenzionale diretta all'accertamento di un proprio credito nei confronti del fallimento, derivante dal medesimo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9170 del 3 maggio 2005
«La competenza del foro fallimentare e l'applicazione del procedimento per la verificazione del passivo devono escludersi, ai sensi di quanto previsto dall'art. 24 legge fall. in tema di azioni reali, quando l'attore agisce al fine di ottenere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2216 del 20 febbraio 2000
«Il Tribunale il quale rigetti, ai sensi dell'art. 22 della legge fallimentare, un'istanza di fallimento, è competente (ed è perciò tenuto) a provvedere in ordine alla richiesta — formulata dal debitore — di condanna del creditore ricorrente al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12436 del 16 dicembre 1993
«Con riguardo all'opposizione a decreto ingiuntivo, il fallimento del creditore opposto, nei cui confronti sia stata proposta dall'opponente domanda riconvenzionale, non comporta l'improcedibilità del giudizio di opposizione e la rimessione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4464 del 24 febbraio 2011
«Il fallimento del debitore principale non comporta l'attrazione nella competenza del tribunale fallimentare anche della causa promossa dal creditore nei confronti del fideiussore del fallito, stante il carattere solidale della responsabilità di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2411 del 2 febbraio 2010
«L'improcedibilità del giudizio fra il creditore ed uno dei condebitori in solido, determinata dal fallimento del secondo, non impedisce che il giudizio prosegua nei confronti degli altri condebitori "in bonis" nella sede ordinaria, ivi compresa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25403 del 3 dicembre 2009
«In tema di obbligazioni solidali, la regola dell'improcedibilità nella sede ordinaria della domanda di adempimento e della conseguente attrazione a quella fallimentare, ai sensi dell'art. 24 legge fall., non trova applicazione in caso di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13875 del 23 luglio 2004
«In tema di competenza in ordine alle controversie aventi ad oggetto l'accertamento dei crediti nei confronti di un soggetto poi dichiarato fallito, ove l'attore, a tutela della propria situazione soggettiva, faccia valere in giudizio l'esistenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15671 del 13 luglio 2007
«In tema di liquidazione del compenso al professionista legale incaricato da parte degli organi della procedura fallimentare, sussistono la competenza esclusiva del giudice delegato, tenuto ai sensi dell'art. 25 n. 7 legge fall. a provvedere...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7029 del 28 marzo 2006
«Il curatore fallimentare non è legittimato a proporre, nei confronti del finanziatore responsabile (nella specie, una banca), l'azione da illecito aquiliano per il risarcimento dei danni causati ai creditori dall'abusiva concessione di credito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1702 del 26 giugno 1964
«Qualora non sussistano le cause di incompatibilità, previste dall'art. 28, cpv., della legge fallimentare (coniuge, parenti o affini entro il quarto grado del fallito, creditore del fallito, persone che hanno prestato la loro attività...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2329 del 2 febbraio 2006
«Il decreto emesso dal tribunale fallimentare sul reclamo avverso il decreto con cui il giudice delegato dichiara esecutivo il piano di riparto parziale, nella parte in cui dispone accantonamenti di somme, non può essere impugnato per cassazione,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8111 del 14 giugno 2000
«Nel fallimento, anche il debito cosiddetto «di massa» che sia controverso per non essere stato contratto direttamente dagli organi del fallimento deve essere verificato attraverso il procedimento previsto dagli artt. 93 ss. e 101 L. fall., come...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 675 del 26 gennaio 1999
«In tema di fallimento, la transazione tra procedura concorsuale e terzo creditore è consentita, in via di principio, dall'art. 35 della legge fallimentare e, pur se incidente sulla formazione dello stato passivo, non può ritenersi illegittima in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1650 del 2 marzo 1990
«Il diritto del curatore del fallimento ad essere compensato per l'attività svolta ha contenuto patrimoniale e natura non personale, non rientrando fra le posizioni soggettive esercitabili soltanto dal titolare. Ne consegue che al creditore del...»