-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5533 del 20 maggio 1991
«...pa. In tale ambito la buona fede acquista giuridica rilevanza solo se si traduce, a causa di un elemento positivo estraneo all'agente, in uno stato soggettivo che esclude anche la colpa. Ad escludere la colpa non è sufficiente l'errore dipeso...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3670 del 15 aprile 1993
«E all'uopo ha utilizzato l'espressione «chiunque commette frode nell'esecuzione di contratti di fornitura» che, facendo identificare il reato in ogni inadempimento che sia effetto di malafede contrattuale, comprende, ovviamente, nella sua ampia...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36567 del 10 ottobre 2001
«La frode, costituente elemento caratteristico del reato di cui all'art. 356 c.p., non può consistere in un semplice inadempimento contrattuale, dovendosi invece ritenere necessario, per la sua sussistenza, un quid pluris, e cioè la malafede...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14964 del 27 marzo 2004
«...ravvisato un pericolo per il corretto svolgimento dell'attività giudiziaria vera e propria, avendo il procedimento di cui alla legge 30 luglio 1990 n. 217 natura accessoria rispetto al processo, quanto un attentato alla fede pubblica documentale.»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10123 del 12 marzo 2002
«...penale della fede pubblica deve intendersi estesa, oltre che ai connotati della persona che valgono in ogni caso ad integrare la sua identità o il suo status, anche ad ogni altro aspetto cui una determinata norma colleghi effetti giuridici).»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4250 del 1 febbraio 1980
«...è irrilevante e quindi il fine di collezione non esclude il dolo, quando si tratti di francobolli tuttora in uso, contraffatti in modo da potersi ingannevolmente impiegare per l'affrancamento postale, con conseguente pericolo per la fede pubblica.»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 990 del 23 maggio 1967
«Tra gli elementi essenziali previsti per la sussistenza del delitto di falsità in monete (e, a più forte ragione, in carte straniere di pubblico credito) non è compresa l'esigenza della filigrana, purché il titolo abbia l'attitudine a violare la...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 49039 del 22 dicembre 2004
«In tema di falso nummario (art. 455 c.p.), sussiste la legittimazione a costituirsi parte civile del soggetto presso il quale la moneta contraffatta sia stata spesa e che abbia subito un pregiudizio di natura patrimoniale, il quale è risarcibile...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 145 del 7 gennaio 1984
«Anche nei riguardi dei reati contro la fede pubblica è applicabile l'attenuante dell'attivo ravvedimento di cui all'art. 62 n. 6 c.p., ben potendo il colpevole, dopo la realizzazione dell'evento, adoperarsi per elidere o attenuare quelle...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9391 del 12 novembre 1979
«Il reato di falso nummario, che è reato di pericolo e non di danno, ha come oggetto giuridico la tutela della pubblica fede ossia della fiducia che deve essere risposta nella circolazione monetaria. Esula, quindi, dalla sfera della tutela penale...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3905 del 8 aprile 1975
«Il falso nummario è reato contro la fede pubblica, siccome diretto a tutelare la legalità della circolazione monetaria; ed è anche essenzialmente un reato di pericolo, pur tutelando anche l'interesse patrimoniale dell'istituto di emissione, nonché...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1145 del 13 novembre 1973
«Il reato di falso nummario è un reato contro la fede pubblica che ha lo scopo di tutelare la regolarità della circolazione monetaria e quindi è essenzialmente un reato di pericolo, diretto anche a salvaguardare gli interessi patrimoniali e...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37355 del 14 ottobre 2011
«In tema di reati contro la fede pubblica, la diminuente di cui all'art. 52 quater, comma terzo, D.L.vo n. 213 del 1998 - per il quale le pene rispettivamente stabilite per i delitti di falso in monete, in carte di pubblico credito e in valori di...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35774 del 3 ottobre 2011
«Integra il reato tentato - e non consumato - di contraffazione di moneta nazionale (art. 56 e 453, comma primo, c.p.), la condotta di colui che riproduca immagini corrispondenti a quelle di banconote (nella specie di 50 euro) su fogli formato 4,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9658 del 5 luglio 1989
«...esclusivo di riproduzione e di commercializzazione. L'offesa quindi incide sul diritto che grava su detto supporto (art. 72, L. n. 633 cit.). Diversa è invece la falsificazione del sigillo che attesta la provenienza e che lede la pubblica fede.»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12485 del 25 novembre 1980
«La norma di cui all'art. 468, comma secondo, c.p. si differenzia da quella contenuta nell'art. 517 c.p., perché è diretta a tutelare la pubblica fede dalla contraffazione di strumenti predisposti per una certificazione di carattere pubblico,...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10297 del 2 dicembre 1996
«Fra le condotte previste dagli artt. 648 (ricettazione) e 470 (vendita o acquisto di cose con impronte contraffatte di una pubblica autentificazione o certificazione) c.p. non esiste rapporto di specialità; non è dato rinvenire in esse, infatti,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35094 del 14 agosto 2013
«Integra il reato di cui all'art. 497 ter, comma primo, n. 1, seconda parte, c.p. (possesso di segni distintivi contraffatti), la detenzione di un contrassegno (nella specie una paletta segnaletica), ancorché attualmente non più in uso alla...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5534 del 3 maggio 1999
«L'art. 498 c.p. considera due distinte ipotesi delittuose; mentre quella di usurpazione di titolo del primo comma richiede per la sua punibilità la pubblicità (... abusivamente portata in pubblico, ... indossa abusivamente in pubblico) in quanto...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11224 del 16 novembre 1995
«È insindacabile in cassazione, se sorretta da congrua motivazione, la valutazione dei giudici di merito di insussistenza dell'elemento soggettivo del reato di cui all'art. 498 c.p. nel fatto dell'apposizione di targa all'ingresso di uno studio...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4033 del 29 aprile 1985
«Si ha invece il delitto di cui all'art. 498 c.p. quando la fede della generalità dei cittadini viene tratta in inganno sia mediante la pubblica esibizione di segni distintivi di particolari uffici pubblici o di professioni protette (per le quali...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 49674 del 28 dicembre 2009
«La circostanza attenuante della speciale tenuità del danno patrimoniale (art. 62, comma primo, n. 4 c.p.) non è applicabile ai reati contro la fede pubblica (nella specie spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate).»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9725 del 12 ottobre 1992
«Il delitto di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando ed a reati contro la fede pubblica può dare luogo a risarcimento del danno, poiché l'ordine pubblico, tutelato dall'art. 416 c.p., non va inteso in senso riduttivo e cioè...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6418 del 2 giugno 1998
«Poiché la tutela penale dei marchi o dei segni distintivi delle opere dell'ingegno o di prodotti industriali è finalizzata alla garanzia dell'interesse pubblico preminente della fede pubblica, più che a quello privato del soggetto inventore, il...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2128 del 17 marzo 1986
«La confezione, infatti, rappresenta nella sua specificità il mezzo idoneo ad identificare il prodotto, per cui la sua tutela da alterazioni, contraffazioni o imitazioni, serve ad assicurare protezione alla privativa nell'ambito della pubblica fede...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5610 del 5 maggio 1980
«La norma penale in esame, infatti, con la disposizione del terzo comma, intende tutelare oltre al bene della pubblica fede anche il diritto esclusivo di fabbricazione ed uso acquisito dal privato mediante il brevetto, ai sensi degli artt. 2569...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37553 del 2 ottobre 2008
«Integra reato di cui all'art. 473 c.p. la contraffazione o l'alterazione di segni distintivi di opere dell'ingegno o di prodotti industriali che siano tali da ingenerare confusione nei consumatori e da nuocere al generale affidamento, mentre...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4980 del 27 maggio 1981
«... Il reato di cui all'art. 474 ha per oggetto la tutela della pubblica fede e richiede la contraffazione o l'alterazione del marchio o del segno distintivo della merce, protetto e riconosciuto nello Stato o all'estero. Per converso, il reato di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10447 del 16 ottobre 1980
«...esistenti nel proprio ufficio, perché anche l'autenticazione da parte di un pubblico ufficiale incompetente contribuisce a dare all'atto supposto esistente ed alla sua copia parvenza di legalità e quindi idoneità ad ingannare la pubblica fede.»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11669 del 24 marzo 2005
«I delitti contro la fede pubblica offendono direttamente e specificamente l'interesse pubblico, costituito dalla tutela della genuinità materiale e della veridicità ideologica di certi documenti e solo di riflesso ledono l'interesse del singolo,...»