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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 119 del 3 marzo 1992
«Il deposito degli atti e dei documenti processuali in cancelleria costituisce una semplice attività materiale ed i relativi adempimenti non sono soggetti ad alcuna formalità. Trattandosi di adempimento ordinario di un atto di ufficio, esso deve...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 686 del 24 aprile 1996
«La legale conoscenza di un atto o provvedimento del giudice da parte del pubblico ministero segue solo alla comunicazione effettuata dalla cancelleria nella forma di avviso di deposito ex art. 128 c.p.p. o integralmente, secondo le modalità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6059 del 24 marzo 1995
«L'ordinanza decisoria che il giudice deve adottare all'esito del procedimento camerale disciplinato dall'art. 127 c.p.p. acquista efficacia giuridica solo con il deposito in cancelleria. È pertanto irrituale (ancorché non abnorme), la lettura in...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 11 del 2 giugno 1998
«Ai fini della perdita di efficacia del provvedimento che dispone la misura coercitiva personale per omessa decisione del tribunale sulla richiesta di riesame entro il decimo giorno dalla ricezione degli atti, deve farsi riferimento alla data di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13403 del 18 dicembre 1998
«L'appello incidentale, di cui all'art. 595 c.p.p., non può avere ad oggetto capi diversi da quelli investiti dal gravame principale, perché diversamente si vanificherebbe il sistema dei termini fissati tassativamente per proporre impugnazione e si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 617 del 24 febbraio 2000
«In tema di documentazione dell'interrogatorio di persona detenuta, la sanzione di inutilizzabilità ex art. 141 bis c.p.p. consegue alla mancata riproduzione fonografica o audiovisiva dell'atto, ovvero alla ipotesi in cui, pure avvenuta tale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2783 del 6 giugno 1996
«Ai fini della validità di un verbale, ai sensi dell'art. 142 c.p.p., a nulla rileva che le sottoscrizioni del dichiarante e del pubblico ufficiale redigente non risultino anche sulla copia depositata dal competente ufficio in prossimità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5502 del 4 giugno 1996
«Ai fini della configurabilità del delitto di peculato il possesso del denaro della pubblica amministrazione può essere anche mediato e far capo congiuntamente a più pubblici ufficiali qualora le norme interne dell'ente pubblico prevedano che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 348 del 29 marzo 1994
«Il codice di procedura penale distingue tra «dare avviso» e «notificare avviso» e fa ricorso alla prima espressione allorché v'è una situazione d'urgenza, per cui è sufficiente procurare al destinatario dell'avviso l'effettiva conoscenza della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11316 del 30 marzo 2006
«Deve ritenersi validamente effettuata la comunicazione dell'avvenuta elezione di domicilio, da parte dell'imputato, presso il difensore, anche nel caso in cui l'atto contenente detta elezione, con sottoscrizione autenticata dal difensore, venga da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33085 del 5 agosto 2003
«L'art. 162, comma 1 c.p.p. richiede che la dichiarazione di elezione di domicilio sia raccolta a verbale o sia spedita per telegramma o per lettera raccomandata con firma dell'imputato autenticata dal notaio o dal difensore. Ne consegue che non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1199 del 29 gennaio 1999
«La elezione di domicilio è un atto personale a forma vincolata, da compiersi esclusivamente secondo le modalità indicate nell'art. 162 c.p.p. Per conseguenza non può riconoscersi validità ed efficacia alla elezione di domicilio fatta presso il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13682 del 28 dicembre 1998
«Atteso il disposto di cui all'art. 162 c.p.p., secondo cui la dichiarazione e l'elezione di domicilio, come pure ogni loro successivo mutamento, debbono essere comunicati dall'imputato all'autorità procedente «con dichiarazione raccolta a verbale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7941 del 23 agosto 1993
«Non sussiste nullità del decreto di citazione a giudizio in appello notificato al precedente domicilio dell'imputato, quando la comunicazione del nuovo domicilio sia pervenuta alla cancelleria del giudice di appello il giorno stesso della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10414 del 17 luglio 1990
«Ciò che caratterizza l'atto pubblico fidefaciente è, oltre all'attestazione di fatti appartenenti all'attività del pubblico ufficiale o caduti sotto la sua percezione, la circostanza che esso sia destinato ab initio alla prova, ossia precostituito...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5982 del 14 febbraio 2002
«In tema di notificazione al difensore dell'avviso di celebrazione del dibattimento, nell'ipotesi di omonimia fra più difensori dello stesso Foro aventi nome e cognome identici, è compito della cancelleria e dell'ufficiale giudiziario provvedere...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 42963 del 29 novembre 2001
«È inammissibile per tardività l'atto di impugnazione la cui presentazione, dall'attestazione dell'ufficio di cancelleria, risulti effetuata nell'ultimo giorno utile in ora successiva, sia pure di poco (nella specie, venti minuti), all'orario di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7112 del 26 marzo 1998
«Ai sensi dell'art. 172, comma sesto, c.p.p., deve distinguersi tra l'orario di servizio, che riguarda il personale degli uffici giudiziari, la cui durata è regolata contrattualmente e che non ha rilevanza esterna, dall'orario in cui l'ufficio è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4591 del 12 dicembre 1994
«Il deposito della richiesta di proroga delle indagini da parte del P.M. nella cancelleria del Gip effettuato oltre l'orario di ufficio, ma comunque prima della scadenza del termine, non costituisce ragione di nullità, per il principio di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1217 del 27 maggio 1993
«Il dettato dell'art. 172, sesto comma, c.p.p., secondo cui «il termine per fare dichiarazioni, depositare documenti e compiere altri atti in un ufficio giudiziario si considera scaduto nel momento in cui, secondo i regolamenti, l'ufficio viene...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9088 del 26 febbraio 2003
«Costituisce forza maggiore, ai fini della remissione in termini di cui all'art. 175, comma 1 c.p.p., l'impossibilità di conoscere l'avvenuto deposito della sentenza nel termine previsto dall'art. 544, comma 2, c.p.p. per un'erronea informazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2103 del 4 agosto 1999
«In tema di restituzione in termini, si verifica forza maggiore quando si manifesti un impedimento tale da rendere vano ogni sforzo umano, impedimento che derivi da cause esterne e che non sia imputabile a chi tale restituzione richiede....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1716 del 23 maggio 1997
«La forza maggiore, la quale giustifica la restituzione in termini, si configura come un particolare impedimento che si presenta come assoluto — sì da rendere vano ogni sforzo dell'uomo per superarlo — e derivante da cause esterne a lui non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 681 del 27 marzo 1995
«Per «giudice che procede» deve correttamente intendersi il giudice designato dall'ordinamento a compiere gli atti — non tutti necessariamente giurisdizionali — occorrenti per l'esaurimento della fase che si è svolta davanti a lui e l'inizio di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7227 del 10 febbraio 2000
«È abnorme il provvedimento con cui il Gip, dato atto, al termine della discussione nell'udienza preliminare, delle conclusioni difensive di non utilizzabilità di dichiarazioni accusatorie, i verbali relativi alle quali non erano stati allegati dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6182 del 27 maggio 1995
«L'eccezione di nullità del verbale dell'udienza preliminare, per mancata sottoscrizione da parte del pubblico ufficiale che ha redatto l'atto (art. 142 c.p.p.), è tempestiva se proposta subito dopo l'accertamento da parte del tribunale della...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7173 del 18 luglio 1996
«L'omessa notifica dell'impugnazione di cui all'art. 584 c.p.p. non dà luogo a nullità di ordine generale e neppure a decadenza dall'impugnazione medesima, in quanto non compresa tra le cause di inammissibilità previste dall'art. 591 c.p.p. Il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2344 del 1 marzo 1995
«Il giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo dinanzi al pretore o al conciliatore è governato dalle ordinarie norme del procedimento dinnanzi a questo giudice (artt. 311 e ss. c.p.c.) e non da quelle relative al giudizio dinnanzi al tribunale,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44365 del 27 novembre 2008
«In tema di intercettazioni telefoniche, alle eventuali oggettive difficoltà della parte interessata nella produzione degli elementi attestanti l'inutilizzabilità dei risultati delle intercettazioni disposte in altro procedimento, dovute alla...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 26798 del 20 luglio 2005
«L'interrogatorio della persona sottoposta a misura cautelare, prescritto dall'art. 294 c.p.p., è viziato da nullità quando non sia stato preceduto dal deposito nella cancelleria del giudice, a norma del comma terzo dell'art. 293 stesso codice,...»