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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6227 del 16 marzo 2007
«L'illegittimità dell'atto adottato dall'amministrazione per un'errata interpretazione di una norma ambigua adottata dall'amministrazione medesima, non può far presumere la colpa dell'agente e, per esso, della P.A. che lo abbia incaricato, non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3726 del 28 marzo 2000
«In tema di responsabilità civile della pubblica amministrazione per avere illegittimamente adottato ed eseguito un provvedimento con sacrificio di una situazione di interesse protetto del privato, perché tale responsabilità sussista è necessario...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 916 del 3 febbraio 1999
«L'art. 2048 c.c. pone una presunzione di responsabilità a carico dell'insegnante per il fatto illecito dell'allievo, collegata all'obbligo di sorveglianza scaturente dall'affidamento e temporalmente dimensionata alla durata di esso. La prova...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9037 del 15 aprile 2010
«La responsabilità di cui all'art. 2052 c.c., prevista a carico del proprietario o di chi si serve dell'animale per il periodo in cui lo ha in uso, in relazione ai danni cagionati dallo stesso, trova un limite solo nel caso fortuito, ossia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5127 del 12 marzo 2004
«L'art. 2053 c.c. pone a carico del proprietario di un edificio una responsabilità legale presunta, che può essere vinta, senza che si dia luogo necessariamente al concorso di responsabilità del proprietario dell'edificio, qualora si provi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11471 del 21 giugno 2004
«In tema di assicurazione obbligatoria dei veicoli a motore, disciplinata dalla legge n. 990/1969, non trova applicazione la norma di cui all'art. 1917 c.c., che — escludendo dall'assicurazione il danno derivante da fatti dolosi — non costituisce...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3038 del 17 maggio 1982
«Nell'ipotesi di furto di autoveicolo, del quale il proprietario non abbia impedito la circolazione contro la sua volontà con idonee cautele, l'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile dipendente dalla circolazione dei veicoli a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3414 del 7 marzo 2003
«In tema di danno biologico, qualora il giudice di merito abbia adottato il criterio cosiddetto «tabellare», la riduzione del valore del punto percentuale di invalidità operata per adeguarlo (e, quindi, personalizzarlo), da quello fissato in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23162 del 7 novembre 2007
«L'art. 2087 c.c., il quale fa carico al datore di lavoro di adottare le misure necessarie a tutelare l'integrità del dipendente, introduce un dovere che trova fonte immediata e diretta nel rapporto di lavoro e la cui inosservanza, ove sia stata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11622 del 18 maggio 2007
«Il dovere di sicurezza a carico del datore di lavoro a norma dell'art. 2087 c.c., assolto con l'adozione di tutte le cautele necessarie ad evitare il verificarsi dell'evento dannoso ed anche con l'adozione di misure relative all'organizzazione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12253 del 20 agosto 2003
«La responsabilità dell'imprenditore per la mancata adozione delle misure idonee a tutelare l'integrità fisica del lavoratore discende sia da norme specifiche, sia dalla norma di ordine generale dell'art. 2087, c.c., che impone all'imprenditore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16003 del 19 luglio 2007
«Il lavoratore che agisca nei confronti del datore di lavoro per il risarcimento integrale del danno patito a seguito di infortunio sul lavoro ha l'onere di provare il fatto costituente l'inadempimento e il nesso di causalità materiale tra...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17274 del 28 agosto 2004
«Qualora il giudice di merito, nel fissare i parametri per la retribuzione adeguata ai sensi dell'art. 36 Cost., fa riferimento alla paga base e alla contingenza prevista dalla contrattazione collettiva, fornisce valida giustificazione del criterio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9764 del 25 luglio 2000
«Il criterio di onnicomprensività della retribuzione adottato in tema di festività infrasettimanali dall'art. 5 della legge 27 maggio 1949 n. 260, modificato dall'art. 1 della legge 31 marzo 1954 n. 90, si riferisce al compenso stabilito per il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3097 del 17 febbraio 2004
«Nell'ambito del rapporto di lavoro subordinato, il «comando» del dipendente pubblico si differenzia dal «distacco» del dipendente privato per la natura provvedimentale dell'atto che dispone il comando, adottato dal soggetto nella cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21748 del 22 ottobre 2010
«Per stabilire se sia giustificato il licenziamento di un dirigente intimato per ragioni di ristrutturazione aziendale, non è dirimente la circostanza che le mansioni da questi precedentemente svolte vengano affidate ad altro dirigente in aggiunta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6903 del 25 luglio 1994
«Il requisito dell'immediatezza dell'intimazione del licenziamento in tronco rispetto alla mancanza che ne ha costituito la ragione — la sussistenza della quale deve essere provata dal datore di lavoro — è elemento essenziale per la configurabilità...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4251 del 23 marzo 2001
«Il principio dell'onnicomprensività della retribuzione, adottato dal secondo comma dell'art. 2120 c.c., nel testo novellato dalla legge n. 297 del 1982, benché derogabile, comporta che se la prestazione di lavoro non è occasionale, la relativa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1341 del 18 dicembre 1992
«La computabilità del compenso per lavoro straordinario ai fini della determinazione dell'indennità di anzianità presuppone la continuità di tale lavoro, che deve essere provata dal lavoratore, ma non ne implica una preventiva pattuizione né la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 236 del 5 gennaio 2011
«In tema di compenso spettante all'avvocato, l'acquisizione del parere dell'ordine professionale è obbligatoria soltanto nel procedimento d'ingiunzione, secondo quanto prescritto dall'art. 636, primo comma, c.p.c., quando l'ammontare del relativo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7764 del 23 aprile 2004
«In tema di tariffe professionali degli avvocati, è valida la disposizione statale che fissa il principio della normale inderogabilità dei minimi degli onorari, atteso che la Corte di giustizia delle Comunità Europee, con la sentenza 19 febbraio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4874 del 7 marzo 2006
«La circostanza che il bilancio d'esercizio di una società di capitali abbia come destinatari non solo i soci, ma tutta una pluralità di terzi, i quali, potendo venire in contatto con la società, abbiano interesse a valutarne la situazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4937 del 4 aprile 2001
«Per osservare i precetti della chiarezza, completezza e precisione dettati dall'art. 2423, secondo comma, c.c., nel testo anteriore alle modifiche apportate con D.L.vo 9 aprile 1991, n. 127, gli amministratori devono fornire, nel bilancio di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18113 del 27 novembre 2003
«In materia di società consortile costituita secondo il tipo delle società di capitali (nella specie, Sri), la causa consortile può comportare la deroga delle norme che disciplinano il tipo adottato, qualora la loro applicazione sia incompatibile...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7614 del 19 agosto 1996
«Il diritto di voto nell'assemblea della società a responsabilità limitata, per le quote che siano state date in usufrutto, compete unicamente all'usufruttuario, il quale esercita al riguardo un diritto suo proprio e perciò non è obbligato ad...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8088 del 4 giugno 2002
«In tema di cooperative impegnate nell'attuazione dei programmi per lavori socialmente utili nel comune e nella provincia di Napoli, sottoposte a gestione commissariale, disciplinate dal decreto legge 4 settembre 1987, n. 366 (convertito, con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11570 del 23 novembre 1993
«Nell'ambito della tutela del segno distintivo disposta dall'art. 2564 c.c., al fine di stabilire l'esistenza di una potenziale confondibilità delle ditte, per l'oggetto delle imprese e per il luogo in cui esse operano, non è decisivo, ancorché...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8764 del 27 agosto 1990
«Ai fini della tutela della ditta, ai sensi dell'art. 2564 c.c., incombe all'attore, che deduca il pericolo di confusione e chieda l'adozione di modificazioni ed integrazioni alla ditta concorrente, l'onere di provare che egli ha adottato per primo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1617 del 14 febbraio 2000
«In tema di concorrenza sleale, presupposto indefettibile della fattispecie di illecito prevista dall'art. 2598 c.c. è la sussistenza di una effettiva situazione concorrenziale tra soggetti economici, il cui obiettivo consiste nella conquista di...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 13293 del 17 giugno 2011
«In materia di società consortile costituita secondo il tipo delle società di capitali, la causa consortile può comportare la deroga delle norme che disciplinano il tipo adottato, senza però giustificarne lo stravolgimento dei connotati...»