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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4209 del 23 novembre 1993
«Attesa la presunzione di adeguatezza esclusiva della custodia cautelare in carcere nei confronti di soggetti gravemente indiziati di taluno dei delitti previsti dall'art. 275, terzo comma, c.p.p., ed avuto riguardo alla operatività di detta...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 27919 del 14 luglio 2011
«In assenza di una disposizione transitoria, la misura cautelare in corso di esecuzione, disposta prima dell'entrata in vigore del D.L. n. 11 del 2009, convertito, con modd., in L. n. 38 del 2009 (che ha modificato l'art. 275 c.p.p., ampliando il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18090 del 12 maggio 2010
«È legittimo il provvedimento con cui il Tribunale della libertà confermi - nei confronti dell'imputato del reato di cui all'art. 74 D.P.R. n. 309 del 1990, già sottoposto a custodia cautelare in carcere successivamente sostituita con gli arresti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12355 del 17 marzo 2003
«Ai fini dell'applicazione o del mantenimento della custodia cautelare in carcere, nell'ipotesi di AIDS conclamata (art. 275, comma 4 bis c.p.p.), è necessario che il giudice accerti, ai sensi dell'art. 275, comma 4 ter, fornendo puntuale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31901 del 25 settembre 2002
«In tema di giudicato cautelare, non ricorre alcuna preclusione a che il giudice, venuta meno la situazione sanitaria giustificativa di una misura custodiale affievolita ai sensi dell'art. 275, comma 4 bis, c.p.p., riconsideri il quadro cautelare...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5827 del 4 febbraio 2000
«In materia di criteri di scelta delle misure cautelari personali, la disposizione di cui al quarto comma dell'art. 275 c.p.p. relativa alla verifica dell'incompatibilità delle condizioni di salute dell'imputato o dell'indagato con lo stato di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 10 marzo 1999
«In tema di misure coercitive, ove il giudice non ritenga di accogliere, sulla base degli atti, la richiesta di revoca o di sostituzione della custodia cautelare in carcere basata sulla prospettazione di condizioni di salute incompatibili con lo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3096 del 20 maggio 1999
«Il divieto della custodia cautelare in carcere per gli ultrasettantenni rappresenta la regola, essendo ammessa solo in via di eccezione la detenzione carceraria, sicché il giudice può esercitare il potere coercitivo di assoggettamento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46290 del 16 dicembre 2008
«Non sussiste il divieto di custodia cautelare in carcere dell'imputato padre di prole infratreenne, qualora l'impedimento della madre ad assisterla sia costituito dalla sua attività lavorativa. (Nella specie, si è ritenuto che non ricorresse...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47073 del 9 dicembre 2003
«In tema di misure cautelari personali, anche in assenza di esigenze cautelari di eccezionale rilevanza, non sussiste il divieto della custodia cautelare in carcere previsto dall'art. 275, quarto comma, c.p.p. nei confronti dell'imputato padre di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 226 del 24 marzo 1995
«Le «esigenze cautelari di eccezionale rilevanza» richieste dall'art. 275, comma 4, c.p.p., perché possa essere superato il divieto, ivi stabilito, di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti dei soggetti che si trovano nelle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2397 del 12 luglio 1997
«Il problema dell'inosservanza delle prescrizioni che rappresentano il contenuto delle singole misure cautelari è disciplinato, nel codice di rito vigente, dall'art. 276, il quale prevede la possibilità o del cumulo delle misure ovvero quella della...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3629 del 16 settembre 1994
«Il ricorso per cassazione, proposto a norma dell'art. 311 c.p.p., avverso l'ordinanza con la quale il tribunale (in sede di appello su provvedimenti concernenti la libertà personale) ha rigettato il gravame contro l'ordinanza di applicazione di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 23595 del 20 maggio 2004
«Non deve farsi luogo all'interrogatorio cosiddetto di garanzia, nel caso in cui la custodia cautelare in carcere è disposta, ex art. 276, comma primo ter c.p.p., in sostituzione della misura degli arresti domiciliari, a seguito della avvenuta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45543 del 21 dicembre 2001
«In tema di interrogatorio di garanzia, qualora la misura cautelare sia aggravata ai sensi dell'art. 276 c.p.p. a seguito della trasgressione alle prescrizioni imposte, trova applicazione il comma 1 bis dell'art. 294 c.p.p. che impone, nei dieci...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3744 del 23 gennaio 2013
«Configura il delitto di evasione e non l'ipotesi di trasgressione alle prescrizioni imposte, sanzionabile ex art. 276 c.p.p., l'allontanamento della persona sottoposta alla misura degli arresti domiciliari dal luogo di detenzione in un orario che...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3937 del 22 gennaio 2000
«In presenza di imputato che si trovi nelle condizioni di salute, particolarmente gravi, di cui all'art. 275, comma 4 bis, c.p.p., introdotto dalla L. 12 luglio 1999, n. 231, il giudice, per applicare o mantenere la custodia cautelare in carcere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7530 del 26 febbraio 2002
«Il termine di durata massima della custodia cautelare relativamente alla fase del giudizio di primo grado va calcolato, qualora detta fase si sia conclusa con sentenza di assoluzione per il più grave dei reati per i quali l'imputato è stato tratto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4995 del 1 settembre 1998
«Le modalità di calcolo dei termini di durata massima di custodia cautelare variano a seconda che sia o meno intervenuta una sentenza di condanna. Nel primo caso, contemplato dagli artt. 278 e 303, comma primo, lettere a) e b) c.p.p., deve aversi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2949 del 20 agosto 1992
«Poiché, a norma dell'art. 279 c.p.p, giudice competente ad applicare le misure cautelari è il giudice «che procede», nell'ipotesi di presentazione dell'imputato arrestato in flagranza davanti al giudice del dibattimento, per la convalida...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 26 del 9 ottobre 2000
«Il termine di dieci giorni, previsto dall'art. 309, nono comma, c.p.p., entro il quale il Tribunale del riesame deve decidere sulla relativa istanza a pena di inefficacia dell'ordinanza che dispone la misura coercitiva, decorre dalla data di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 589 del 11 maggio 1993
«L'art. 307, secondo comma, lettera b), c.p.p., prevede il ripristino della misura della custodia cautelare in presenza di sentenza di condanna di primo o di secondo grado, nonché dell'esigenza cautelare di cui all'art. 274, lettera b) c.p.p....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2736 del 4 settembre 1996
«La misura coercitiva del divieto di espatrio (art. 281 c.p.p.) può essere applicata, nelle ipotesi in cui si procede per uno dei delitti previsti dall'art. 280 c.p.p., quando — come si evince, nel silenzio della norma, dalla ratio che la ispira —...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3372 del 15 settembre 1995
«In tema di espiazione della sanzione sostitutiva della libertà controllata, mentre è scomputabile dalla sua durata il periodo trascorso in custodia cautelare, non lo è quello in cui l'indagato od imputato è stato sottoposto alle misure coercitive...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10672 del 7 marzo 2003
«In tema di misure coercitive, il provvedimento con cui il giudice prescrive all'imputato di non allontanarsi dall'abitazione in alcune ore del giorno deve essere specifico quanto a presupposti, limiti, ambito di applicazione, sì da non comprimere...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2260 del 23 febbraio 1994
«L'obbligo di dimora previsto dall'art. 283 c.p.p., per il suo contenuto, è in sostanza una misura di sicurezza, come tale incompatibile con il rito di cui all'art. 444 c.p.p. (Nella fattispecie, poiché non era stato adottato alcun provvedimento in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1556 del 16 gennaio 2006
«In tema di arresti domiciliari il giudice, nell'autorizzare l'allontanamento dal domicilio per attività lavorative, non può prescindere dalla valutazione della compatibilità di tali attività con le esigenze cautelari alla base della misura stessa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35338 del 9 settembre 2003
«In tema di misure cautelari personali, la concessione di autorizzazioni ad assentarsi dal domicilio per esigenza di vita o di lavoro non costituisce sostituzione o revoca della misura degli arresti domiciliari, bensì modalità di applicazione di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 123 del 8 gennaio 2003
«Ai fini dell'autorizzazione all'imputato ad assentarsi dal luogo degli arresti domiciliari per esigenze di lavoro determinate da assoluta indigenza, per la configurabilità di tale situazione deve farsi riferimento alle sue condizioni personali,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 38860 del 30 ottobre 2001
«In tema di disciplina degli arresti domiciliari, l'autorizzazione ad assentarsi dal luogo degli arresti in caso di assoluta indigenza non può basarsi sulla semplice circostanza dell'avvenuta ammissione dell'imputato al gratuito patrocinio, e ciò...»