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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3363 del 22 marzo 2000
«Il creditore che vede il suo credito ammesso come chirografo in sede di verificazione dello stato passivo, senza alcuna specifica connotazione che comporti la cosiddetta postergazione, è posto sullo stesso piano degli altri creditori chirografari...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25548 del 17 dicembre 2010
«In tema di accertamento dello stato passivo nel fallimento, il creditore ammesso al passivo - tempestivamente o in sede di insinuazione tardiva (come nella specie avvenuto) - è legittimato ad impugnare gli altri crediti ammessi; tuttavia in sede...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20048 del 22 settembre 2010
«Nel giudizio d'impugnazione dei crediti ammessi al passivo fallimentare a norma dell'art. 101 legge fall., la legittimazione è attribuita a ciascun creditore e non anche al curatore, così come è previsto anche dall'art. 100 legge fall.,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22629 del 20 ottobre 2006
«In ipotesi di fallimento di una società di persone e dei soci illimitatamente responsabili (art. 147 legge fall.), il curatore del fallimento sociale non ha legittimazione processuale nelle controversie coinvolgenti la massa attiva personale del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 195 del 21 gennaio 1985
«L'art. 100 della legge fallimentare, il quale, in applicazione del principio fissato dal precedente art. 43, circa la perdita della capacità processuale del fallito nelle cause relative a rapporti patrimoniali compresi nel fallimento, stabilisce...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4554 del 22 marzo 2012
«L'ammissione tardiva al passivo fallimentare relativamente agli interessi già maturati alla data del fallimento non è preclusa in conseguenza della già avvenuta richiesta ed ammissione dello stesso credito per il solo capitale; infatti il credito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4310 del 19 marzo 2012
«Ai fini dell'ammissibilità della domanda tardiva di ammissione del credito ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 101 legge fall. (cd. supertardiva), il mancato avviso al creditore da parte del curatore del fallimento, previsto dall'art. 92 legge...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 20910 del 11 ottobre 2011
«Per far valere il credito tributario nei confronti del fallimento l'Amministrazione finanziaria o l'esattore debbono presentare l'istanza di insinuazione tardiva nel termine annuale previsto dall'art. 101 legge fall., senza che i diversi e più...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8575 del 28 agosto 1998
«L'art. 101 legge fallimentare nel prevedere che i creditori possono chiedere l'ammissione al passivo fino a che non siano esaurite tutte le ripartizioni dell'attivo fallimentare, pone solo un limite cronologico all'esercizio di tale diritto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1743 del 27 gennaio 2006
«In tema di fallimento, la controversia derivante dalla dichiarazione tardiva di credito — atteso il carattere tassativo delle cause per le quali non vale la sospensione dei termini processuali nel periodo feriale, disposta dall'art. 1 della legge...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 979 del 16 gennaio 2009
«In tema di domanda proposta dal curatore, ex art. 102 del r.d. n. 267 del 1942 (nel testo originario), di revocazione contro i crediti ammessi, qualora in corso di causa abbia luogo la chiusura del fallimento e l'evento - che implica la decadenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17342 del 6 dicembre 2002
«La mancata riproposizione, nel vigente codice di procedura penale, della disposizione precedentemente dettata dall'art. 3 dell'abrogato codice di rito penale comporta che, una volta verificatisi due giudicati, uno civile ed un altro penale, che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13762 del 12 giugno 2007
«Nel caso in cui l'attività di gestione di patrimoni mediante operazioni aventi ad oggetto valori mobiliari da parte delle società d'intermediazione (sim ), sia stata realizzata in violazione del principio della doppia separazione patrimoniale, nel...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9460 del 19 luglio 2000
«Nell'ipotesi in cui beni immobili vengano concessi in comodato ad una società poi fallita, al fine di stabilire se la domanda di restituzione dei beni stessi debba essere proposta dal comodante, nei confronti del fallimento, con la procedura...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4043 del 19 marzo 2003
«Il giudizio di rivendicazione (così come quello di restituzione e separazione) di beni del fallito instaurato a norma dell'art. 103 legge fall. soggiace — attuando la dichiarazione di fallimento un sostanziale pignoramento dei beni del fallito —...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12684 del 9 luglio 2004
«Poiché la dichiarazione di fallimento attua un pignoramento generale dei beni del fallito, le rivendiche dei beni inventariati proposte nei confronti del fallimento hanno la stessa natura e soggiacciono alla stessa disciplina delle opposizioni di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4065 del 22 giugno 1981
«Qualora il bene mobile, in possesso del fallito, sia vittoriosamente rivendicato da un terzo, l'obbligo di restituzione a carico del fallimento conserva la natura di debito di valore anche nel caso in cui, a seguito dell'intervenuta vendita del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8314 del 1 settembre 1997
«In tema di riassunzione del processo interrotto, mentre ha natura perentoria il termine di sei mesi stabilito dall'art. 305 c.p.c. per la riassunzione della causa, è meramente ordinatorio il termine, ex art. 303 stesso codice, in concreto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5541 del 5 giugno 1999
«È inammissibile l'appello proposto dal curatore del fallimento di una società in accomandita semplice (e non dal curatore del fallimento personale del socio accomandatario, anch'egli dichiarato fallito in estensione) avverso la sentenza di primo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4865 del 14 maggio 1998
«È ammissibile l'impugnazione della sentenza da parte del fallito, emessa prima del fallimento, perché egli conserva la capacità di agire, anche processuale, per i diritti patrimoniali non curati dagli organi fallimentari, e in ogni caso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20153 del 18 ottobre 2005
«Il quarto comma dell'art. 7 della legge n. 604 del 1966 - che disponeva la sospensione del termine di sessanta giorni, di cui all'art. 6, dal giorno della richiesta del tentativo di conciliazione all'ufficio provinciale del lavoro e della massima...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2526 del 7 febbraio 2006
«Qualora l'atto di appello riferito al rito del lavoro - la cui tempestività deve essere valutata con riguardo al momento del deposito del relativo ricorso in cancelleria - sia stato notificato presso il procuratore domiciliatario di una società...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16542 del 14 luglio 2010
«L'eccezione di interruzione della prescrizione, configurandosi diversamente dall'eccezione di prescrizione come eccezione in senso lato, può essere rilevata anche d'ufficio dal giudice in qualsiasi stato e grado del processo, ma sulla base di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13496 del 20 luglio 2004
«Sono devolute alla competenza assoluta ed inderogabile del Tribunale fallimentare, ai sensi dell'art. 24 legge fall., non soltanto le controversie che traggano origine e fondamento dal fallimento — con eccezione delle azioni reali immobiliari — ma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1622 del 19 settembre 1970
«La circostanza che la copia spedita in forma esecutiva del titolo esecutivo risulti rilasciata, anziché a favore dell'avente diritto, a favore di altro soggetto (nella specie, la copia munita della formula esecutiva risultava rilasciata a favore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5069 del 22 luglio 1983
«Nella procedura fallimentare non è applicabile l'istituto dell'assegnazione dei beni, di cui alla disciplina dell'esecuzione forzata contenuta nel codice di rito, ostandovi — oltre il sistema di liquidazione dell'attivo delineato dalla legge...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2528 del 22 maggio 1978
«Qualora, nel corso di esecuzione mobiliare individuale sui beni del fallito, promossa dall'esattore delle imposte dirette nell'esercizio della facoltà conferitagli dall'art. 51 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 602, insorga contestazione sulla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4742 del 29 maggio 1997
«La dichiarazione di fallimento non comporta la cessazione automatica del processo esecutivo cui è sottoposto il debitore fallito, occorrendo, invece, in ogni caso, un provvedimento del giudice dell'esecuzione che, dato atto del sopraggiunto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5437 del 22 novembre 1978
«In tema di vendita di beni acquisiti al fallimento, le riserve che l'aggiudicatario, dopo l'aggiudicazione, formuli prima di provvedere al pagamento del residuo prezzo, possono dar luogo ad ipotesi di inadempienza o decadenza, secondo la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 694 del 18 gennaio 2012
«In tema di esecuzione mobiliare presso terzi, il debitore esecutato che non possa più, anche per ragioni di rito, contestare l'esistenza del proprio debito, non ha interesse a dolersi dell'ordinanza di assegnazione di un suo credito in favore di...»