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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7391 del 11 luglio 1986
«Poiché la recidiva costituisce circostanza aggravante, il delitto di truffa aggravato dalla recidiva è perseguibile d'ufficio e non a querela di parte, secondo il nuovo testo dell'art. 640 c.p., così modificato dall'art. 98 L. 24 novembre 1981, n....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4631 del 4 maggio 1982
«Dopo le modifiche apportate al sistema penale con la L. 24 novembre 1981, n. 689, la perseguibilità d'ufficio per il delitto di truffa resta ferma se concorre l'aggravante di cui all'art. 61, n. 7, c.p.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3724 del 23 gennaio 2013
«In tema di appalto pubblico di servizi, non è configurabile il delitto di peculato, ma eventualmente quelli di truffa o malversazione, nella condotta di indebita gestione e destinazione, da parte dell'appaltatore, di somme di provenienza pubblica,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5447 del 11 febbraio 2010
«Integra il delitto di truffa aggravata dall'abuso di poteri o dalla violazione di doveri inerenti una pubblica funzione, e non quello di peculato, la condotta del curatore fallimentare il quale, falsificando dei mandati di pagamento mediante...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 45096 del 25 novembre 2009
«Il delitto di truffa si distingue da quello di insolvenza fraudolenta perché nella truffa la frode è attuata mediante la simulazione di circostanze e di condizioni non vere, artificiosamente create per indurre altri in errore, mentre...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40260 del 28 ottobre 2008
«Integra il delitto di truffa, e non quello di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) la condotta di colui che abbia organizzato una manifestazione teatrale, in realtà non tenutasi, e provveduto alla vendita dei relativi biglietti facendo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19647 del 28 aprile 2004
«Il delitto di millantato credito e quello di truffa, possono concorrere tra loro allorché alla millanteria, tipica del primo di detti reati, si aggiungano altri comportamenti che costituiscano ulteriori artifizi e raggiri, idonei ad indurre in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7996 del 24 febbraio 2004
«Il delitto di frode fiscale si pone in rapporto di specialità rispetto a quello di truffa aggravata a norma del secondo comma n. 1 dell'art. 640 c.p., in quanto è connotato da uno specifico artificio e da una condotta a forma vincolata....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17642 del 14 aprile 2003
«In tema di millantato credito, la ipotesi di cui al secondo comma dell'art. 346 c.p. - contenente la previsione di un titolo autonomo di reato rispetto alla fattispecie descritta nel primo comma della medesima disposizione - si differenzia dal...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36865 del 12 ottobre 2001
«In tema di bancarotta, poiché anche i diritti di credito rientrano nel patrimonio del fallito, costituisce distrazione qualsiasi condotta diretta a destinare attività fallimentari a scopi diversi dalla garanzia dei creditori; ne consegue che il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11076 del 28 settembre 1999
«Il reato di cui all'art. 2 della L. n. 898 del 1986, con il quale si punisce la esposizione di dati e notizie falsi per l'indebito conseguimento di contributi erogati dalla C.E.E., non comprende ogni condotta riconducibile alla fattispecie del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6335 del 29 gennaio 1999
«Poiché la struttura del delitto di truffa non postula l'identità tra la persona offesa dal reato e quella indotta in errore e, quindi, il reato sussiste pur in assenza di tale identità, sempre che gli effetti dell'inganno e della condotta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5346 del 28 maggio 1996
«Il delitto di concussione si distingue da quello di truffa aggravata dall'abuso dei poteri o dalla violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione in quanto nel primo reato l'abuso si atteggia, con riguardo alla determinazione della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2689 del 13 marzo 1996
«Bene è ipotizzabile il concorso materiale dei reati di patrocinio infedele e di truffa nell'ipotesi in cui il patrocinatore, con la sua condotta infedele, occultando notizie o comunicando notizie false sul corso del processo, oltre a recare danno...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5838 del 22 maggio 1995
«Ai fini dell'integrazione del reato di estorsione è indifferente che l'agente abbia effettivamente la possibilità di attuare il male minacciato, ma è invece necessario che la minaccia si presenti, nella sua rappresentazione, come certa e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5845 del 22 maggio 1995
«Il criterio distintivo tra i due reati di truffa commessa ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario e di estorsione, va individuato nel diverso atteggiamento psicologico dei soggetti passivi nel sottomettersi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11446 del 17 novembre 1994
«I delitti di truffa e di millantato credito si differenziano oltre che per la diversità dell'oggetto della tutela penale, che nella truffa è il patrimonio e nel millantato credito è il prestigio della pubblica amministrazione, anche per il mezzo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8264 del 30 agosto 1993
«Il delitto di millantato credito, a differenza della truffa, è caratterizzato da un raggiro del tutto particolare, consistente nelle vanterie, esplicite o anche implicite, di ingerenze o pressioni da parte del millantatore presso il pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3039 del 3 marzo 1990
«Il delitto di peculato si differenzia da quello di truffa aggravata ex art. 61 n. 9 c.p., sotto il profilo del conseguimento della res, in quanto nel primo il possesso del bene trova origine nella ragione di ufficio e preesiste all'illecita...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15459 del 10 novembre 1989
«Il delitto di concussione per induzione mediante inganno si differenzia dalla truffa aggravata dalla qualità di pubblico ufficiale poiché nel primo l'abuso della funzione o della qualità di pubblico ufficiale assume, nel condizionamento della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10397 del 14 luglio 1989
«Deve ravvisarsi il delitto di cui all'art. 646 c.p. e non già quello di truffa quando l'artificio o il raggiro non risultino necessari alla appropriazione. (Nella fattispecie, essendo state contestate ad un cassiere di banca, continuate...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3956 del 20 marzo 1989
«Non sussiste il delitto di truffa, bensì quello di estorsione allorquando il colpevole incuta il timore di un pericolo che fa apparire certo e proveniente da lui o da altra persona a lui legata da un qualunque rapporto, sicché la persona offesa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10680 del 31 ottobre 1988
«Ai fini della configurabilità del peculato il possesso cosiddetto mediato del denaro o del bene pubblico può far capo contemporaneamente anche a più soggetti, qualora la normativa interna dell'ente pubblico preveda che l'atto dispositivo sia di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10182 del 10 ottobre 1988
«Il criterio differenziale tra il delitto di rapina mediante minaccia e quello di truffa aggravata dall'ingenerato timore di un pericolo immaginario consiste nel diverso modo in cui viene prospettato il danno; si ha truffa aggravata, quando il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7761 del 27 giugno 1987
«È configurabile il concorso materiale fra il reato di corruzione ed il reato di truffa in danno della pubblica amministrazione.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6041 del 27 giugno 1984
«L'indebita percezione dell'indennità di disoccupazione per false dichiarazioni dell'interessato, punita dagli artt. 115 e 116 R.D.L. 4 ottobre 1935, n. 1827 e dall'art. 23 L. 4 aprile 1952, n. 218, e l'indebita riscossione degli assegni familiari,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 46890 del 20 dicembre 2011
«Il semplice pagamento di merci effettuato mediante assegni di conto corrente privi di copertura non è sufficiente a costituire, di regola, raggiro idoneo a trarre in inganno il soggetto passivo e a indurre alla conclusione del contratto, ma...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 28752 del 22 luglio 2010
«Integra il delitto di truffa, perché costituisce elemento di artificio o raggiro, la condotta di consegnare in pagamento, all'esito di una transazione commerciale, un assegno di conto corrente bancario postdatato, contestualmente fornendo al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4467 del 15 maggio 1997
«Il delitto di truffa si perfeziona non nel momento in cui il soggetto passivo assume un'obbligazione per effetto degli artifici o raggiri subiti, bensì in quello in cui si verifica l'effettivo conseguimento del bene economico da parte dell'agente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9034 del 22 giugno 1990
«Commette il delitto di falsità in titoli di credito, punito dagli artt. 485-491 c.p., colui che sottoscrive per quietanza assegni bancari non trasferibili, intestati ad un omonimo, consegnatigli per errore dal portalettere.»