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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3052 del 22 marzo 1995
«Ai fini della configurabilità del delitto di corruzione propria previsto dall'art. 319 c.p. sono da considerare atti contrari ai doveri di ufficio sia quelli illeciti o illegittimi che siano cioè vietati da norme imperative o che si pongano in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 306 del 16 gennaio 1995
«In tema di patteggiamento, una volta che le parti abbiano chiesto l'applicazione della pena ed abbiano, altresì, subordinato l'efficacia della richiesta alla concessione della sospensione condizionale della pena, ai sensi dell'art. 444, comma 3,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3541 del 4 aprile 1995
«In tema di sospensione condizionale della pena la mera considerazione di incensuratezza nei confronti di uno straniero che non risulti avere stabile dimora in Italia, e per di più non compiutamente identificato, non può consentire la formulazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3576 del 30 novembre 1995
«L'ordinanza del giudice per le indagini preliminari che dispone l'applicazione di una misura cautelare deve contenere, a pena di nullità, la descrizione sommaria del fatto con le norme di legge che si assumono violate, e l'omissione di tale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 368 del 24 maggio 1995
«Poiché il delitto di cui agli artt. 633, primo comma, e 639 bis c.p. (invasione di terreni o edifici) non è configurabile quando l'agente, che sia entrato in un edificio come legittimo abitatore, si limiti a rimanervi contro la volontà dell'avente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3943 del 11 aprile 1995
«In virtù della disciplina delle questioni pregiudiziali, dettata dagli artt. 2 e 3 c.p.p., la sentenza dichiarativa di fallimento, pur se irrevocabile, non ha efficacia di giudicato nel processo penale. Essa si offre alla doverosa valutazione del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4030 del 3 agosto 1995
«La permanenza di un reato che avvicini per sua natura nel tempo altre violazioni della legge penale non è condizione decisiva ai fini dell'applicazione dell'istituto della continuazione, quando comunque poi non emerga la preordinazione di fondo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4421 del 11 ottobre 1995
«Le misure alternative alla detenzione, eccezion fatta per la liberazione anticipata, possono essere concesse ai condannati per delitti indicati nell'art. 4 bis della L. 26 luglio 1975 n. 354 solo se risulti prestata attività di collaborazione ex...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4682 del 11 gennaio 1995
«L'indulto introdotto col D.P.R. 18 dicembre 1981, n. 744, al pari di quello di cui al D.P.R. 16 dicembre 1986, n. 865 e di quello previsto dal D.P.R. 22 dicembre 1990, n. 394, non può, ai sensi delle relative disposizioni (artt. 8 e 3 lett. a, n....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4709 del 7 gennaio 1995
«Il giudice dell'esecuzione che riconosca l'esistenza del vincolo della continuazione tra una pluralità di condanne, può estendere la sospensione condizionale della pena al complesso delle sanzioni inflitte con le diverse sentenze di condanna,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4949 del 7 gennaio 1995
«L'ultimo comma dell'art. 164 c.p., quando descrive il potere di disporre la sospensione della pena, nei confronti di chi ne abbia già altre volte fruito, ovvero di disporla nei confronti di chi abbia già riportato una condanna, per delitto, a pena...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5027 del 15 novembre 1995
«L'indulto di cui ai decreti 18 dicembre 1981, n. 744, 16 dicembre 1986, n. 865 e 22 dicembre 1990, n. 394, non si applica, in virtù delle esclusioni oggettive ivi previste, al delitto di cui all'art. 630 c.p. (sequestro di persona a scopo di...»
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Cassazione penale, Sez. V, ordinanza n. 535 del 15 marzo 1995
«L'art. 546, comma 1, lett. b), c.p.p. prescrive, nel contenuto della sentenza, le generalità dell'imputato o le altre indicazioni personali che valgono ad identificarlo, ma il comma 3 della norma sanziona a pena di nullità la sola mancanza o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5449 del 12 maggio 1995
«In caso di richiesta del decreto penale di condanna per violazione dell'art. 665 comma terzo, c.p. per un fatto materiale inquadrabile anche sotto altra fattispecie delittuosa non depenalizzata dall'art. 13 del D.L.vo 13 luglio 1994 n. 480, il Gip...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5531 del 5 dicembre 1995
«La mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche da parte del giudice di merito ben può essere giustificata solo con il riferimento ai precedenti penali dell'imputato qualora essi siano stati valutati quali indici della capacità a...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5978 del 23 maggio 1995
«Nei casi previsti dall'art. 597, comma quarto, c.p.p. (accoglimento dell'appello dell'imputato relativo a circostanze o a reati concorrenti), il giudice, oltre che essere vincolato dal generale divieto della reformatio in peius posto dal terzo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7871 del 13 luglio 1995
«In tema di continuazione, ove il reato più grave sia un delitto per il quale sia stata applicata la pena della reclusione e della multa e reati meno gravi siano contravvenzioni per le quali andrebbero applicate arresto e ammenda, se si riconosce...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7946 del 18 luglio 1995
«Le attenuanti generiche sono previste dal legislatore con riferimento a non preventivabili situazioni che incidono sull'apprezzamento della «quantità» del reato e della capacità di delinquere dell'imputato e sono finalizzate al più congruo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7962 del 18 luglio 1995
«La fattispecie penale prevista dall'art. 630, comma 2, c.p. nel testo modificato dall'art. 5 della L. 14 ottobre 1974, n. 497, delinea un reato complesso, integrato dal delitto di sequestro di persona, quale elemento costitutivo, e dal delitto di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8058 del 19 luglio 1995
«Nel giudizio di appello, quando le parti rinunciano ad ogni altro motivo, ad eccezione di quelli relativi alla pena, che indicano concordemente al giudice (art. 599, comma 4, c.p.p.), se questi consente alla richiesta, è sufficiente che nella...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9 del 23 giugno 1995
«Poiché, nel processo plurisoggettivo, la valida impugnazione proposta dal coimputato — ancorché sostenuta da motivo non esclusivamente personale — non impedisce che diventi irrevocabile la sentenza relativamente al rapporto concernente l'imputato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 907 del 25 marzo 1995
«La revoca della sospensione condizionale della pena erroneamente concessa può essere disposta dal giudice dell'esecuzione solo nel caso che si verta in un'ipotesi di revoca obbligatoria, di cui all'art. 168, comma 1, nn. 1 e 2, c.p., perché le...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 918 del 29 marzo 1995
«Nel caso di cumulo di pene riguardante delitti unificati per la continuazione, tra i quali sia compreso un reato ostativo all'applicazione di un beneficio, ai sensi dell'art. 4 bis ord. pen., non può procedersi allo scioglimento del cumulo ai fini...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 919 del 26 gennaio 1995
«A concretizzare l'aggravante della destrezza nel furto, non si richiede necessariamente l'uso di una eccezionale abilità, per cui il derubato non possa in alcun modo accorgersi della sottrazione; basta invece che si approfitti di una qualsivoglia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1119 del 19 marzo 1996
«Presupposto normativo per l'applicazione, anche in executivis, della disciplina del reato continuato a plurime sentenze di condanna, è la preesistenza di un programma delinquenziale, ancorché genericamente ideato, del quale le varie violazioni di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1260 del 28 maggio 1996
«Il bene giuridico protetto dal reato di falsa testimonianza è il normale svolgimento dell'attività giudiziaria, che potrebbe essere fuorviata da deposizioni false o reticenti. Soggetto passivo del reato o persona offesa dal reato è dunque la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1445 del 7 febbraio 1996
«La violazione dell'obbligo di presentarsi in questura impartito allo straniero soggiornante in Italia è riconducibile alla fattispecie di cui all'art. 650 c.p. e non a quella disciplinata dall'art. 15 del T.U.L.P.S., depenalizzata ai sensi del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1490 del 8 febbraio 1996
«Allorché il giudice, concessa un'attenuante, diminuisca la pena in una misura prossima al massimo consentito dalla legge, non ha l'obbligo di motivare espressamente le ragioni per le quali la pena non è stata diminuita nella misura massima. (Nella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1687 del 4 gennaio 1996
«La richiesta di patteggiamento con indicazione di attenuante, la cui operatività comporterebbe la prescrizione del reato, implica una implicita rinuncia alla prescrizione stessa e non impedisce, quindi, che sia applicata la pena richiesta, non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2865 del 9 settembre 1996
«Nel codice di procedura penale del 1988 la distinzione che l'art. 127 (Procedimento in camera di consiglio) compie, ai fini dell'avviso, fra «parti» e «persone interessate» — categoria questa seconda da intendere in una accezione più ristretta...»