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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9360 del 13 agosto 1998
«In tema di ricorso per cassazione, è consentito superare i limiti del devolutum e dell'ordinata progressione dell'impugnazione soltanto per le violazioni di legge che non sarebbe stato possibile dedurre in grado di appello, come nell'ipotesi...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10127 del 10 novembre 1993
«L'interesse ad impugnare ex art. 568, quarto comma, c.p.p., costituisce un elemento del diritto di impugnazione e non il contenuto dell'impugnazione, che pure è necessario indicare sotto forma di enunciazione di uno specifico motivo. Ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16532 del 24 aprile 2007
«Il controllo della Corte di cassazione sui vizi di motivazione della sentenza di merito, sotto il profilo della manifesta illogicità, non può estendersi al sindacato sulla scelta delle massime di esperienza del quale il giudice abbia fatto uso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14054 del 20 aprile 2006
«Nell'ambito della riforma dei motivi di ricorso per cassazione con la novella dell'art. 606, comma 1, lett. e), c.p.p., ad opera della L. n. 46 del 2006, la nuova previsione del motivo della contraddittorietà della motivazione e della deducibilità...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 44765 del 6 novembre 2013
«Il vizio di travisamento della prova può essere dedotto con il ricorso per cassazione, nel caso di cosiddetta "doppia conforme", sia nell'ipotesi in cui il giudice di appello, per rispondere alle critiche contenute nei motivi di gravame, abbia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 19710 del 8 maggio 2009
«Il vizio del travisamento della prova, per utilizzazione di un'informazione inesistente nel materiale processuale o per omessa valutazione di una prova decisiva, può essere dedotto con il ricorso per cassazione quando la decisione impugnata abbia...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 42353 del 22 dicembre 2006
«In tema di motivi di ricorso per cassazione, la novella dell'art. 606, comma primo, lett. e) c.p.p., ad opera della L. n. 46 del 2006, consente la deduzione del vizio di travisamento della prova, per utilizzazione di un'informazione rilevante che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39413 del 29 novembre 2006
«Una volta proposto ricorso per cassazione per mancanza o manifesta illogicità della motivazione della sentenza ai sensi dell'art. 606, comma primo, lett. e), c.p.p. nella sua versione antecedente alle modifiche introdotte con l'art. 8 L. 20...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 35194 del 19 ottobre 2006
«Nell'ambito dei motivi di ricorso per cassazione, il vizio di travisamento della prova, introdotto con la novella dell'art. 606, comma primo, lett. e), c.p.p. ad opera della L., n. 46 del 2006 e consistente nell'utilizzazione, ai fini della...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19848 del 9 giugno 2006
«La novella dell'art. 606, comma primo lett. e), c.p.p. ad opera della L. n. 46 del 2006 consente che per la deduzione dei vizi della motivazione il ricorrente faccia riferimento come termine di comparazione anche ad atti del processo a contenuto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4996 del 9 febbraio 2012
«E illegittima la sentenza d'appello che, in riforma di quella assolutoria, condanni l'imputato sulla base di una alternativa, e non maggiormente persuasiva, interpretazione del medesimo compendio probatorio utilizzato nel primo grado di giudizio,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37108 del 5 novembre 2002
«È legittimamente valutato, come elemento di prova integrativo, il rifiuto ingiustificato dell'imputato a sottoporsi al prelievo necessario per l'esame comparativo del DNA (nella specie sui residui piliferi rinvenuti in un passamontagna utilizzato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1428 del 7 febbraio 1996
«L'accertamento della causale del delitto, quando si tratti di elementi probatori di natura soltanto indiziaria, deve essere puntualmente perseguito, in quanto l'identificazione della causale assume, nei processi di carattere indiziario, specifica...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2246 del 1 marzo 1996
«L'autonomia del procedimento penale rispetto a quello tributario non esclude che, ai fini della formazione del suo convincimento, il giudice penale possa avvalersi degli stessi elementi che determinano presunzioni secondo la disciplina tributaria,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8057 del 7 luglio 1998
«Affinché le dichiarazioni parzialmente divergenti rese da due collaboratori ai sensi dlel'art. 192, comma 3, c.p.p. possano ritenersi non in contraddizione e fonte di responsabilità per l'imputato, occorre che il nucleo centrale del racconto non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1234 del 10 gennaio 2013
«La capacità a testimoniare e l'attendibilità delle dichiarazioni del bambino in tenera età, vittima di abusi sessuali, devono essere accertate mediante perizia disposta dal giudice secondo i protocolli convalidati dalla comunità scientifica, le...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 766 del 22 gennaio 1998
«In tema di valutazione della prova anche nel nuovo sistema le persone offese o danneggiate dal reato assumono, quando invochino in sede penale l'accertamento del fatto costitutivo del loro diritto al risarcimento o alle restituzioni, la qualità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3209 del 18 marzo 1992
«La confessione può essere posta a base del giudizio di colpevolezza dell'imputato nelle ipotesi nelle quali il giudice ne abbia favorevolmente apprezzato la veridicità, la genuinità e l'attendibilità, fornendo ragione dei motivi per i quali debba...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1691 del 4 maggio 2000
«Sono pienamente utilizzabili a fini cautelari le dichiarazioni accusatorie rese da soggetto sentito come persona informata dei fatti che, successivamente e in diverso procedimento, assuma la qualità di indagato in procedimento per reato solo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1639 del 15 gennaio 2003
«In tema di valutazione della prova, le dichiarazioni de relato rese dal coimputato del medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso a norma dell'art. 12 c.p.p. e non confermate dal soggetto indicato come fonte di informazione,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3001 del 25 gennaio 2002
«La nuova disciplina dettata dall'art. 273, comma 1 bis c.p.p., come novellato dall'art. 11 della legge 1 marzo 2001 n. 63, per la valutazione dei gravi indizi di colpevolezza richiesti per l'adozione di misura cautelari personali, si applica ai...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1315 del 13 febbraio 1997
«La chiamata di correo, insufficiente da sola per pervenire a un giudizio di colpevolezza, e il riscontro probatorio estrinseco, elemento per sua natura privo della consistenza di prova autosufficiente di colpevolezza, devono integrarsi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10930 del 20 dicembre 1996
«Con riferimento alle dichiarazioni provenienti da uno dei soggetti indicati nei commi terzo e quarto dell'art. 192 c.p.p., il codice non introduce una restrizione al principio del libero convincimento del giudice, ma si limita ad indicare i...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2855 del 11 luglio 1995
«Quando il chiamante in correità addebita a taluno il concorso morale nel reato (sub specie di consenso alla commissione del fatto, prestato nel corso di una riunione deliberativa tenuta dai concorrenti), i riscontri estrinseci alla dichiarazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16939 del 7 maggio 2012
«Ai fini della valutazione della chiamata in correità, le dichiarazioni "de relato" rese dal coimputato del medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso a norma dell'art. 12 c.p.p. e non confermate dal soggetto indicato come...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1515 del 4 maggio 1998
«La chiamata in reità de relato, che rappresenta una fonte indiziaria affine, nella struttura, alla testimonianza indiretta, a differenza della chiamata diretta in reità - la quale può costituire fonte di convincimento circa la sussistenza dei...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9509 del 20 ottobre 1993
«In tema di valutazione della prova, la disposizione dell'art. 192, terzo comma, c.p.p. che fa riferimento a dichiarazioni di persone che hanno già assunto la qualità di imputati, non si applica alle dichiarazioni rese dai tossicodipendenti non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15951 del 16 aprile 2015
«Il liquidatore giudiziale nominato nella procedura di concordato preventivo non è pubblico ufficiale, poiché ad esso, a differenza di altre figure soggettive, quali quelle del curatore, del commissario giudiziale e del commissario liquidatore, la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14052 del 7 luglio 2015
«La legittimazione all'azione di responsabilità contro il liquidatore giudiziale revocato di un concordato preventivo con cessione dei beni ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 182 e 38 legge fall. appartiene, nella previgente come...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 12893 del 1 giugno 2007
«La dichiarazione di fallimento non comporta il venir meno dell'impresa, ma solo la perdita della legittimazione sostanziale e processuale da parte del suo titolare, nella cui posizione subentra il curatore fallimentare: pertanto gli atti del...»